BORGHESI, Pietro
Nacque da Bartolomeo e da Silvia Giuliani a Savignano di Romagna il 16 giugno 1722, in una famiglia di origine senese, trasferita fino dal Quattrocento a Verucchio, donde alla fine del sec. XVII era passata a Savignano. Studiò a Roma nel seminario pontificio dal 1735 al 1740, poi a Rimini nella scuola o accademia privata del celebre Giovanni Bianchi, e si approfondì nel latino e greco e nel diritto. Dal Bianchi probabilmente gli venne l'orientamento verso gli studi antiquari, come da suo padre, che con i frequenti rinvenimenti nella vicina località di San Giovanni in Compito aveva dato inizio a una collezione di monete, il più particolare impulso verso la numismatica. Provvisto largamente di beni di fortuna, poté dedicarsi per tutta la vita all'accrescimento sistematico della collezione domestica. L'abitudine di viaggi annuali a Roma e in altre città contribuì ad allargare la sfera dei suoi interessi e la rete delle sue relazioni con collezionisti, mercanti e uomini dotti; in particolare con i romagnoli residenti a Roma: G. Garampi, poi cardinale, e i più giovani G. C. Amaduzzi e G. Marini; con altri conterranei come il suo maestro G. Bianchi, G. Ferri, G. A. Aldini, G. A. Battarra, A. A. Giorgi, P. P. Ginanni, M. Fantuzzi; e con altri studiosi eminenti come i camaldolesi A. Gioannetti (poi cardinale) e M. Sarti, il card. S. Borgia, i numismatici V. Bellini, G. A. Pinzi, G. A. Zanetti, l'archeologo L. Lanzi, M. Delfico.
Il progressivo aumento della sua collezione e l'approfondimento in senso scientifico della sua passione numismatica gli procurarono larga notorietà. La sua collezione era una delle maggiori italiane, e per alcuni settori, come quello delle monete romane repubblicane cosiddette consolari, divenne la maggiore esistente in Europa (lettera di B. Borghesi presso G. B. De Rossi, Degli studi di B. Borghesi, in Arch. stor. ital., n.s., XII [1860], 2, p. 100 n. 1). Il B. era spesso consultato da collezionisti e studiosi italiani e stranieri come un'autorità in materia. Riluttante a scrivere e ancora più a pubblicare col proprio nome, fu invece liberalissimo nel comunicare ad altri i tesori della sua collezione e i risultati dei suoi studi: per tali vie indirette gli spetta un posto importante nella storia degli studi di numismatica antica del suo tempo.
È certo che si deve a lui il catalogo delle monete della serie dell'asse unciale, pubblicato sotto il nome del cardinale F. S. de Zelada (De nummis aliquot aereis uncialibus epistola, Roma 1778, pp. 36 e 40 tavole; la paternità del catalogo, se non dell'epistola, è affermata da tutti i biografi e assicurata da testimonianze ineccepibili: vedi G. Marchi-G. Tessieri, L'aes grave del Museo Kircheriano, Roma 1839, pp. 1, 2, 48, 54, 91, 106-7, 109-10, con lettere di B. Borghesi). Girolamo Tanini lo disse suo maestro e riconobbe l'importanza del contributo del B. al suo grande supplemento dell'opera del Banduri sulle monete imperiali romane e bizantine (Numismatum imperatorum Romanorum a Traiano Decio ad Constantinum Draconem ab A. Bandurio editorum Supplementum, Roma 1791, p. X). Fu anche di grande aiuto all'opera collettiva sulla numismatica, medioevale italiana promossa dall'amico suo Guidantonio Zanetti, la Nuova raccolta delle monete e zecche d'Italia. Per le monete moderne collaborò ampiamente e generosamente al repertorio del mercante lionese J. M. Benaven, Le caissier italien, I-II, Lyon 1787. Una sua lettera del 9 genn. 1787 al celebre medico e collezionista Leonardo Targa in risposta a dieci quesiti numismatici, rimasta inedita, sembra assai notevole, tra l'altro per i primi esatti chiarimenti sul vittoriato romano (v. B. Borghesi, Oeuvres complètes, II, Paris 1864, pp. 286-290). La sua descrizione dell'importantissimo ripostiglio di seimila denari repubblicani, scoperto a Roncofreddo nel 1756, fu più volte citata dal figlio Bartolomeo e infine edita e sistematicamente utilizzata nella fondamentale opera di C. Cavedoni, Ragguaglio storico archeologico de' precipui ripostigli antichi..., Modena 354 (specialmente pp. III, 2-3, 28-30). Compose in latino il catalogo delle monete imperiali romane di un collezionista riminese, il conte Federico Sartoni, e ad esso "suas addidit elucubrationes" (si conserva a Rimini nella Biblioteca Gambalunghiana). Ma il lavoro che più di ogni altro testimoniava il suo valore nel campo della numismatica antica, rimasto inedito, era certo la "vasta opera sulle medaglie consolari, che egli aveva compita da molto tempo, ma che non si risolse mai di pubblicare" (così l'anonima biografia in De Tipaldo, III, 175); di questo manoscritto s'ignora la sorte.
Il B. raccolse anche pezzi archeologici di vario genere, di qualche importanza per l'archeologia locale. Il suo interesse ad essa è testimoniato anche dalla notizia di un rinvenimento archeologico sulle rive dell'Uso avvenuto, al tempo della sua giovinezza; un secolo dopo il figlio Bartolomeo ne lasciò memoria, come l'aveva "udita le cento volte da mio padre, che la narrava ai forestieri che venivano a visitare il suo museo", e ne trasse importanti deduzioni per la datazione di antichi bolli laterizi (Oeuvres Complètes VII, Paris, 1872, pp. 559 s.).
Suoi scritti nei periodici del tempo, pubblicati anonimi e ricordati genericamente dai biografi, non sono stati finora identificati. Alla vita culturale del paese natale (dove sembra che sia stato anche segretario di una accademia) spettano alcuni scritti pubblicati con nome altrui o con uno pseudonimo. In parte sua e in parte di Giovanni Turciù è la Risposta d'Ercole Bertelli... cerusico condotto nella civilterra di Savignano ad una lettera del signor Giuseppe Rocchi,speziale..., Pesaro 1755. Alla disputa degli eruditi romagnoli sul vero Rubicone partecipò con uno scritto intitolato Risposta di F. Bariodino Cedicone castaldo della tenuta di Ribano alla Seconda lettera del conte Cesare Masini..., Pesaro 1755; in seguito il Bianchi diresse a lui alcune lettere a stampa sullo stesso argomento (1760-61). Si conoscono, manoscritti e a stampa, suoi versi italiani e iscrizioni latine (una raccolta di queste ultime, per le quali gli era riconosciuta una particolare perizia, messa insieme da E. De Lubelza, si trovava nel 1829 nella Biblioteca pubblica di Savignano, ma ora non è più reperibile).
Seguendo le orme del padre e dell'avo, il B. ebbe molta parte nella vita pubblica di Savignano. In particolare promosse la costruzione del palazzo del Comune, ebbe la carica di deputato alle scuole avendo come collega Giacomo Turchi, intervenne efficacemente per l'accettazione del legato dell'illustre concittadino G. C. Amaduzzi (1792) e per il trasferimento in patria e la sistemazione della sua importante biblioteca.
Il B. ebbe tre mogli e tre figlie, e nel 1781 il figlio Bartolomeo. Morì a Savignano il 28 marzo 1794.
Delle carte del B. fece "una scelta" il figlio Bartolomeo nel 1837 (si vedano i passi di lettere 1837-38 editi dal Cavedoni, Cenni autentici... del conte B. Borghesi, in Opuscoli di Modena, IX, 1860, p. 12 n. 5). Lettere sue rimangono nei carteggi di molti eruditi suoi amici e in varie biblioteche, per esempio a Savignano nei mss. 188 e Amaduzzi 23 e 30 (altre cose nei mss. 74 e Amaduzzi 31). Più importa segnalare, anche perché comunemente ignorato, che il suo vasto carteggio si conservava ancora intatto alla fine del secolo scorso. Se ne ha un'informazione illuminante nel Catalogo degli autografi Manzoni-Borghesi appartenuti al fu conte Giacomo Manzoni, Roma 1894 (vendita G. Sangiorgi, a. IV, cat. 46); sebbene mescolati al carteggio del figlio Bartolomeo e agli autografi raccolti dal Manzoni, oltre cinquanta numeri di quel catalogo, tra quelli descritti nelle pp. 1-68 (cfr. p. II), spettano al carteggio del B., per un numero complessivo di circa 2250 lettere. Solo una parte sono ora nella Bibl. Com. di Forlì, Coll. Piancastelli, Carte Romagna, busta Borghesi P. e buste personali di altri 11 personaggi romagnoli. Nella busta citata sono anche 41 lettere del B., di varia provenienza; vedi anche Carte Romagna, b. 16, fasc. Borghesi Pietro.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, p. 1730; Almanacco del Dipartimento del Rubicone, Forlì 1812, pp. 39-40; L. Nardi, Dei compiti... e dell'antico Compito savignanese in Romagna, Pesaro 1827, pp. 94-100 (antichità del museo B.), 151-152 (biogr.); G. I. Montanari, Elogio di P. B. savignanese,letto... in Savignano il 5nov. 1829, in Giornale arcadico, XLIV (ottobre-dicembre 1829), pp. 323-337; Periardro Elideo [P. V. Aldini], Mem. intorno alla vita di Gioseff'Antonio Aldini, s.l. 1835, pp. 100-101, 137; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri..., III, Venezia 1836, pp. 174 s.; G. I. Montanari, Biografia di P. B. savignanese brevemente descritta, Bologna 1837; G. M[elzi], Diz. di opere anon. e pseud. di scrittori ital., I, Milano 1848, pp. 112, 128; II, 1859, p. 272; B. Borghesi, Oeuvres complètes, I, Paris 1862, pp. 514 s. (carteggio col p. A. Benedetti); G. Rocchi, Elogio di Pietro e di Bartolommeo B. letto in Savignano…, Bologna 1874, pp. 3-8 (poi in Scritti vari, Bologna 1928, pp. 18-22); C. Tonini, La coltura letter. e scient. in Rimini, II, Rimini 1884, p. 538 (catal. della coll. Sartoni); F. Rocchi, Alcuni scritti, Imola 1910, pp. 55-57 (tre epigrafi del B.), 87-88, 96, 105-106, 116, 122, 199; Lett. ined. di G. Marini, a cura di E. Carusi, I, Roma 1916, pp. 19, 24; II, Città del Vaticano 1940, pp. 1, 109; G. Gasperoni, B. Borghesi minore, in Atti e mem. d. Dep. di st. patria per l'Emilia e la Romagna, I (1935-36), pp. 131-137 (saggi delle lettere all'Amaduzzi); Id., Settecento italiano, I, Padova 1941, p. 347 (Indice). Sulle origini della famiglia: B. Borghesi, Oeuvres cit., VII, Paris 1872, p. 440 (lettera a E. Repetti); A. Pecci, La famiglia del celebre archeologo B. Borghesi oriunda da Verucchio, in Giornale araldico, XV (1887).