BIGINELLI, Pietro
Nacque a Palazzolo Vercellese, il 25 luglio 1860, da Giuseppe e da Dorotea Genovese. Si laureò in chimica e farmacia presso l'università di Torino nel 1886, e nel 1896 conseguì la libera docenza in chimica farmaceutica e tossicologica. Svolse la sua prima attività scientifica a Torino sotto la guida di I. Guareschi e poi a Milano sotto quella di G. Körner. Fu assistente a Roma alla cattedra di chimica farmaceutica tenuta da L. Balbiano e successivamente, nel 1901, venne assunto nella stessa città come coadiutore dal Laboratorio chimico della Sanità, dove svolse la sua attività fino a succedere nel 1925 ad E. Paternò nella direzione. Lasciò la carica nel 1928 per limiti di età; morì a Roma il 15 gennaio 1937.
L'opera del B., che consta di una trentina di pubblicazioni, fu soprattutto significativa nel campo della chimica organica. Tra i primi lavori sono da ricordare quelli sulle clorobromo-naftaline, in collaborazione con il Guareschi, e quelli sulla costituzione della frassina e frassetina, in collaborazione con il Körner; alla sintesi di quest'ultima il B. portò poi, da solo, il proprio contributo. Il lavoro che lo rese più noto riguarda la ciclizzazione di aldeidi con urea (o suoi derivati) ed esteri β-chetocarbossilici, in soluzione alcolica, per dare tetraidropirimidine (Ber. der deutschen Chemischen Gesellschaft, XXIV [1891] pp. 1317-1319, e Gazz. chimica ital., XXIII [1893], pp. 360-416). Tale reazione, successivamente applicata e sviluppata specialmente ad opera di autori olandesi, statunitensi e inglesi, è nota come "reazione di Biginelli". Sotto questo nome è conosciuta anche una reazione analitica per l'acido picrico, consistente nella sua riduzione, con zinco o stagno e acido cloridrico, a triamminofenolo, seguita da riossidazione di questo all'aria, in ambiente leggermente alcalino, con formazione di monoamminodiimminofenolo, colorato in azzurro (Annali di chimica applicata, XIV [1924], pp. 209-222); il metodo è applicabile alla ricerca nei liquidi biologici.
Di particolare interesse sono anche i lavori del B. sulla costituzione delle arsine svolte dai colori arsenicali, verdi, per azione di certe muffe; di queste sostanze egli esaminò anche l'aspetto tossicologico. Da ricordare infine alcune sue ricerche sulle basi chinacee e gli studi sui veri e falsi tannati di chinina commerciali, che dimostrò essere dei complessi; in altri studi dimostrò la costituzione dei "tannini artificiali", ottenuti per riscaldamento dell'acido gallico con acido arsenico o con acido antimonico.
Bibl.: D. Marotta,Necrologio, in La Chimica e l'Industria, XIX (1937), p. 217; H. Krauch-W. Kunz,Organic name reactions, New York-London-Sisdney 1964, p. 52.