BAGATTI VALSECCHI, Pietro
Nacque a Milano il 15 apr. 1802, da Giuseppe Bagatti e da Cristina Anelli; fu adottato nel 1824 dal barone Lattanzio Valsecchi (1755-1836), secondo marito della madre, rimasta vedova nel 1808, con l'obbligo di assumerne il cognome accanto a quello paterno. Si laureò presso la facoltà di matematica e fisica dell'università di Pavia, ma si dedicò interamente alla pittura praticando tutte le tecniche e specializzandosi, mediante studi severi svolti all'estero (Parigi, Ginevra), nella miniatura su avorio, smalto, vetro, metallo e porcellana, tecniche assai poco trattate, particolarmente in Italia.
La sua capacità dovette raggiungere presto notevoli risonanze se, già nel 1832, l'ingegnere Gio. Alessandro Majocchi gli dedicò un suo Manuale di geometria per le Arti e pei Mestieri, stampato a Milano presso Antonio Fontana.
Partecipò a quasi tutte le più importanti mostre d'arte del suo tempo a Milano, Venezia, Londra, e Parigi, dove espose al Salon des Beaux Arts nel 1837 gli smalti aventi come soggetto Maria Stuarda che sale al patibolo, La partenza di Cristoforo Colombo, La famiglia di Pietro Rossi si oppone alla sua partenza per Venezia, un soggetto tratto da Romeo e Giulietta e varie altre opere fra cui il dipinto su porcellana Lo studio di Raffaello, raccogliendo grande successo di critica.
Con decreto 4 marzo 1842 gli fu conferita per meriti artistici la nobiltà dell'impero austriaco, e l'imperatore acquistò la pittura su porcellana avente come soggetto Raffaello e la Fornarina.
Negli anni intorno al 1845 eseguì alcuni lavori alla villa reale di Racconigi; per l'occasione fece omaggio a Carlo Alberto di uno smalto raffigurante Il riposo di Diana da un quadro di Pelagio Palagi.
Fu dal 1842 al 1856 consigliere comunale di Milano.
Morì a Milano il 27 nov. 1864.
Assai numerosi dovettero essere i dipinti e le miniature eseguiti dal Bagatti Valsecchi. Sono conservati tuttora svariati schizzi e bozzetti preparatori che testimoniano la sua fecondità artistica; inoltre numerose miniature furono eseguite per collezionisti privati e di esse si è persa la traccia, mentre altre sono andate perdute: difficile quindi è ricostruire un catalogo esatto e ci si dovrà accontentare di citare le opere più importanti che di lui si conoscono: Ritratto di Pelagio Palagi, 1838 (Museo municipale di Torino); Maria Stuarda che sale al patibolo, miniatura su avorio da un dipinto di Francesco Hayez, dove sono rappresentati numerosi personaggi del mondo milanese dell'epoca (collez. Bagatti Valsecchi, Milano); La toletta di Giunone, miniatura su avorio (ibid.); Ritratto di Pelagio Palagi (Museo del Castello, Milano); serie di 20 miniature donate alla Biblioteca Ambrosiana di Milano dai figli Fausto e Giuseppe (fra cui le porcellane: L'apoteosi di Napoleone, Eva coi figli, Lo studio di Raffaello da un quadro di Francesco Podesti [cfr. A. R. Willard, History of modern Ital. Art, London-New York-Bombay 1898, p. 327], La Maddalena nel deserto); Ritratto di Giuditta Pasta, smalto donato dall'autore alla Società del Giardino di Milano; sei vetrate, su disegno del pittore Carlo Bellosio, illustranti la Vita di s. Alberto,eseguite per la villa reale di Racconigi (prima dei 1847); due vetrate raffiguranti Episodi della vita di s. Carlo Borromeo,sudisegno di Mauro Conconi, per la chiesa di San Carlo al Corso di Milano (distrutte); Lucia Mondella che in abito da sposa attende alla finestra l'arrivo di Renzo, grande vetrata su disegno di Eliseo Sala (1856; Biblioteca Ambrosiana, Milano); Gesù Redentore del mondo, grande vetrata eseguita per la chiesa di S. Fedele a Milano (distrutta); S. Tecla nell'arena dei leoni, grandissima vetrata su disegno del pittore Mauro Conconi, commissionata nel 1857, posta in opera sulla facciata del duomo di Milano il 10 genn. 1861; serie di vetrate esistenti nella villa già Bagatti Valsecchi, ora De Ferrari, a Vizzago di Merate (prov. di Como); serie di dipinti a vetrate, fra cui un autoritratto del 1836, riuniti nella villa Bagatti Valsecchi a Varedo (prov. di Milano).
Bibl.: Milano e il suo territorio, Milano 1844, p. 286; A. Caimi, Delle arti del disegno... di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 132; G. Maugeri, L'arte in Milano, Milano 1872, p. 153; F. Calvi, Il patriziato milanese, Milano 1875, pp. 178 s., Annali della Fabbrica del Duomo, VI, Milano 1885, pp. 380, 387; U. Monneret de Villard, Le vetrate del duomo di Milano, Milano 1918, I, p. 165; A. Bruschetti-P. Madini-M. Magistretti, Il palazzo Spinola e la Società del Giardino in Milano, Milano 1919, p. 127; A. M. Comanducci, I Pittori italiani dell'Ottocento, Milano 1934, p. 30; P. Mezzanotte-G. C. Bascapè, Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948, p. 206; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 353.