ROYER-COLLARD, Pierre-Paul
Pensatore e uomo politico francese, nato a Sompuis (Champagne) il 21 giugno 1763, morto a Châteauvieux il 4 settembre 1845. Avvocato, fu dapprima partigiano della rivoluzione sino al periodo robespierriano; sotto il Direttorio fu eletto al consiglio dei Cinquecento, ma dopo il 18 fruttidoro, annullata la sua elezione, si dichiarò apertamente monarchico e presiedette il comitato monarchico di Parigi.
Rimasto nell'ombra, politicamente, durante il dominio napoleonico, acquistò invece grande importanza nel periodo della restaurazione. Deputato, in ultimo presidente della camera, fu il capo del partito dei cosiddetti "dottrinarî", cioè di quei monarchici moderati i quali, pur accettando e sostenendo la Carta di Luigi XVIII del 1814, erano tuttavia contrarî alla tendenza dei reazionarî, degli ultras di far dipendere la costituzione esclusivamente dal beneplacito del re. Per il R.-C. la sovranità spettava invece alla "ragione universale". Viceversa, in contrasto con i liberali, il R.-C. sostiene la dipendenza del ministero dal re e non dal parlamento. Così in molte altre questioni il R.-C. cerca di attuare una soluzione di compromesso fra le esigenze determinate dal periodo rivoluzionario e i sogni di ritorno al passato dei reazionarî: monarchico, ma sostenitore di una monarchia limitata da un sistema di garanzie politiche; cattolico, ma avverso al clericalismo. Dopo la rivoluzione del 1830 la sua attività pubblica perdette quasi ogni rilievo.
Dal 1811 al 1814 insegnò storia della filosofia alla Sorbona, dove propugnò una dottrina "spiritualistica" che gli derivava dai filosofi scozzesi e che era in contrasto con le dottrine allora imperanti del Condillac.
Bibl.: A.-G. P. Barante, 4ª vie politique de Mr. R.-C., 3ª ed., Parigi 1878; R. Nesmez-Desmarets, Les doctrines polit. de R.-C., Montpellier 1908.