AUBUSSON, Pierre d'
Gran maestro dell'ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, nato a Monteil-au-Vicomte, nel dipartimento della Marche, in Francia, nel 1423, morto a Rodi il 3 luglio 1503. Ben poco di sicuro si sa della sua gioventù: i particolari sulla sua vita come capitano di ventura ai servizî dell'imperatore Sigismondo prima, di Carlo VII di Francia poi, attribuitigli dal suo biografo Bouhours, sono più o meno fantastici. Nemmeno si conosce l'anno e l'occasione della sua entrata nei cavalieri di S. Giovanni fra i quali, del resto, dovette presto farsi notare e avere una posizione eminente. Nel 1476 succedette al Gran maestro Zacosta, e subito tutti i suoi sforzi furono diretti a proteggere Rodi contro l'attacco dei Turchi, che si prevedeva imminente. Questi bloccarono, infatti, l'isola ed assediarono la città il 23 maggio 1480, ma, malgrado la potenza della loro artiglieria, furono costretti a rimbarcarsi l'8 agosto 1480 dopo aver subito molte perdite. Il d'A. stesso, anima della difesa dei cavalieri, fu ferito durante l'assedio e il suo nome corse tutta l'Europa come quello del campione della cristianità. La morte di Maometto II e le contese dei suoi figliuoli Bāyazīd e Gem impedirono che il pericolo si rinnovasse. Anzi d'A. poté sperare di avere in pugno un'altra arma contro il nuovo sultano Bāyazīd, quando l'altro pretendente Gem, fornito di salvacondotto del Gran maestro dell'ordine, si rifugiò a Rodi. P. d'A. ne fece un mercato: si fece dare dal sultano 45.000 ducati annui per impedire al principe Gem di appellarsi contro il sultano presso le potenze cristiane. A questo scopo per 6 anni tenne prigioniero il principe turco nei castelli dell'ordine di S. Giovanni in Francia, poi, cedendo alle pressioni del pontefice Innocenzo VIII, accondiscese che il principe venisse tenuto prigioniero a Roma; in cambio P. d'A. fu creato cardinale (1489).
Cercò negli ultimi anni della sua vita d'interessare i principi europei alla crociata; ebbe molte promesse e nulla più; con i suoi cavalieri fece un vano tentativo contro Mitilene (1501). La morte misteriosa di Gem a Roma e l'indifferenza dell'Europa lo colmarono di delusioni; veduto crollare il suo piano contro i Turchi, credette di trovare uno sfogo perseguitando gli Ebrei di Rodi.
Bibl.: Del d'A. importante la Epistula ad Papam de obsidione insulae Rhodi a Turcis, in I. P. Ludewig, Reliquiae Manuscriptorum, V, Francoforte 1723; quella all'imperatore: De servata urbe, in M. Freher, Rerum Germanicarum Scriptores, 3ª ed. Strasburgo 1717; Bouhours, Histoire de Pierre d'A., Parigi 1676, spesso non regge alla critica; migliore G. E. Streck, Pierre d'Aubusson, Chemnitz-Jena 1872. Per i rapporti fra il d'A. e il principe Gem: L. Thuasne, Djem Sultan, Parigi 1892.