ALBIZZI, Piero
Figlio di Filippo di Orlando e di Contessa di Sinibaldo Donati; visse a Firenze nel sec. XIV. Dal 1342 è ricordato come membro di numerose ambascerie, a Roma, a Napoli, alla corte imperiale, a Pisa, a Milano, a Siena, per trattare gli affari della Repubblica; altri incarichi ebbe anche in Firenze e nel dominio. La sua influenza politica si accrebbe negli anni del conflitto con i Ricci, quando l'A. fu contro di loro l'ispiratore della corrente oligarchica. Egli prese spunto dalla proposta fatta nei consigli (1356)da Uguccione de' Ricci, il quale tendeva a far rivivere il Capitanato di parte guelfa caduto in oblio, per servirsi del potere di ammonizione, proprio di quella magistratura, contro gli avversari. L'A. favori l'approvazione della proposta, ma usò delle norme riportate in vigore contro la fazione avversa. Il timore di un tentativo signorile da parte dell'A spinse la signoria ad approfittare delle discordie tra lui e il Ricci, privando del diritto alle cariche pubbliche i membri delle due famiglie rivali per il periodo di cinque anni (1372). L'A. si recò alla corte di Napoli, presso Giovanna d'Angiò, che lo nominò giustiziere di Abruzzo; ma, pur lontano dalla patria, egli non cessò di influire sugli affari interni di Firenze attraverso gli amici ed i parenti non condannati dalla Signoria. Terminato il periodo dell'esilio, ritornò a Firenze (1377), riprendendo il suo posto tra i capitani di parte guelfa e riaffermando il suo potere personale. Fu questo il motivo delle violenze esercitate dai Ciompi contro di lui e la sua famiglia. L'A. riuscì a fuggire, ma fu bandito come ribelle e confinato per un anno a Venezia; i suoi figli e discendenti furono equiparati ai magnati e quindi esclusi dalla vita politica. Tornato a Firenze, egli fu accusato di complotto contro il regime popolare e arrestato; la folla ne chiese la morte e la Signoria cedette, condannandolo alla decapitazione (23 dic. 1379). I consorti accusarono gli Alberti della sua fine e ne trassero vendetta quando ritornarono al potere. Dalla moglie Margherita di Pinaccio Strozzi aveva avuto Luca, Filippo, Tancia, Francesca, Tommasa, Andrea, Nera, Paolo, Contessa e Niccolò.
Fonti e Bibl: Per la lotta politica del tempo v., oltre alle opere di storia fiorentina, L. Simeoni Le Signorie,I, Milano 1950, p. 291 ss.; per la biografia, cfr. P. Litta, Fam. cel. ital., Albizzi di Firenze,tav. XII; V. Spreti, Encicl. stor. nobiliare ital.,I, p. 345.