PICROTOSSINA (dal greco πικρός "amaro" e tossina)
Fitotossina della Anamirta cocculus (coccola di levante); di sapore amarissimo e azione convulsivante.
Sono sensibilissimi a questa sostanza gli Anfibî, i Rettili e i Pesci, i quali posti nell'acqua contenente piccolissime quantità di picrotossina ruotano a scatti il corpo sul proprio asse; prendono una posizione verticale o sul fianco e, completamente paralizzati e ineccitabili, galleggiano alla superficie. I Mammiferi avvelenati con picrotossina presentano tremori, allucinazioni, salivazione, midriasi, crampi epilettici con aumento dei riflessi, specie del labirinto, sudore per azione sul centro che lo presiede, iperglicemia che scompare per forti dosi di ergotamina e per il taglio dello splancnico. La morte avviene generalmente durante un accesso convulsivo per paralisi respiratoria. La picrotossina si elimina in parte come tale con l'urina e in parte viene decomposta nell'organismo in picrotina e picrotossinina, alla quale ultima si deve attribuire l'azione tossica della picrotossina (A. Chistoni). Per opera della putrefazione cadaverica la picrotossinina viene facilmente distrutta; più resistente è la picrotina che dà le stesse reazioni chimiche della picrotossina, ma che è biologicamente inattiva. L'importanza di questi fatti per la medicina legale è stata messa in luce da P. Marfori.
La picrotossina ha terapeuticamente scarsa importanza. Alla dose di 1/3-i mg. pro dosi e di 2 mg. al giorno in granuli o in soluzioni per bocca o per via ipodermica viene usata contro i sudori dei paralitici, dei tisici, nelle paralisi del facciale, nelle dispepsie con atonia, nell'avvelenamento acuto da sostanze narcotiche, specialmente come eccitante dei centri bulbari. Per uso esterno si può adoperare con cautela in pomate all'i % in lanolina.