piccolo (picciolo)
La variante fonetica ‛ picciolo ' è di gran lunga la prevalente (‛ piccolo ' compare solo in Cv I II 9, XI 19, IV XXIII 15); sono inoltre attestati i diminutivi piccioletta (If VIII 15, Pd II 1, X 118) e picciolella (Fiore XLIII 7); è questo, per il poemetto, l'unico esempio del vocabolo, il quale non compare mai nel Detto. Per il singolare maschile i casi di troncamento prevalgono numericamente sulle forme piene. Quando ha funzione di attributo, nella quasi totalità dei casi precede il sostantivo che determina; è posposto solo in If XXVI 102 e 122. Talvolta è riferito a sostantivo non contiguo e già espresso.
Come nell'uso odierno, si contrappone a ‛ grande ', e indica tutto ciò che è inferiore alla misura ordinaria, senza per ciò che questa limitatezza sia sempre sentita come insufficienza o incompletezza: Cv I II 9 ciascuno con ampia misura cerca [" esamina ", " valuta "] lo suo mal fare e con piccola cerca lo bene.
Con riferimento alle dimensioni, è detto di corpi celesti che abbiano dimensioni relativamente limitate, di zone di terreno o rilievi di superficie o di altitudine ridotte o anche, più genericamente, di quanto è non lungo, non largo o non grosso: Cv II XIII 11 Mercurio è la più picciola stella del cielo, e cfr. Pd VI 112; Pg VIII 98 Da quella parte... non ha riparo / la picciola vallea; Rime CI 17 piccioli colli (che si oppone agli altissimi colli del v. 30); If XIV 77 un picciol fiumicello (dove sottolinea la forma diminutiva del sostantivo); XXIX 61 li animali, infino al picciol vermo, / cascaron tutti. Altri esempi in Rime CIV 46, Cv II III 16 (2 volte), XIV 7, If XXXIV 116, Pg XXVIII 26, XXIX 9 (due volte), Pd XVI 125. Con la medesima accezione in If VIII 15 compare il diminutivo piccioletta, riferito alla nave di Flegiàs. Più che minuta conformazione fisica indica moderato sviluppo in altezza, in Fiore XLIII 7 non son troppo grossa né tro' grella / né troppo grande né tro' picciolella.
Come già rilevava l'Ottimo (" In questa parte l'autore... metaforizza, ponendo questa scienza per uno profondo mare, e li piccioli ingegni per picciole barche "), ha evidente valore metaforico in Pd II 1 0 voi che siete in piccioletta barca / ... seguiti / dietro al mio legno che cantando varca, dove tutto il traslato è suggerito dal ravvicinamento della materia da trattarsi a una distesa d'acqua (vv. 7, 13 ss.); analogo tropo in XXIII 67 non è pareggio da picciola barca / quel che fendendo va l'ardita prora. Figurato dev'essere ritenuto anche l'uso di Pg XIV 102 Bernardin di Fosco, / verga gentil di picciola gramigna, in quanto l'immagine dell'umile erba si contrappone idealmente a quella dell'albero genealogico delle famiglie gentilizie; la metafora può essere stata anche suggerita dal valore di " appartenente a famiglie di modesta estrazione, non nobile " con il quale, in senso figurato, il vocabolo compare (v. oltre).
Rispetto alla durata, è sinonimo di " breve " e si riferisce a un fatto o a un fenomeno che si svolge in un limitato periodo di tempo: Cv IV XXIII 15 le ore del dì temporali... sono in ciascuno die dodici, o grandi o piccole secondo la quantitade del sole; III V 19 e VI 2 (due volte); If XXVI 114 e 122 (ma l'orazion picciola di Ulisse, oltre che breve, è anche stringata e concettosa); XXXIII 34 picciol corso (dove all'idea della durata si accompagna quella dell'estensione nello spazio).
Vale " breve ", " rapido ", " di poca durata " anche in Pg VI 141 Atene e Lacedemona... / fecero... un picciol cenno / verso di te, dettero un " modesto " barlume di saggio ordinamento civile in confronto a Firenze: l'espressione, ironica, è ovviamente metaforica. Assai frequenti le locuzioni picciol tempo (Rime C 39, Cv I V 9, II XII 7, If XXVI 8, Pg XIII 134, Pd XII 85), picciolo tempo (Vn IV 1, XXV 4) e picciol varco / di tempo (Pd XVIII 64). In Rime C 39 indica l'età ancora giovanile di madonna; in tutti gli altri esempi, la valutazione della limitatezza della durata è commisurata alle condizioni o alle circostanze, tanto che l'espressione è riferita a periodi assai diversi tra loro: al breve istante durante il quale una donna, divenuta rossa in volto per subita vergogna, riprende il suo colore naturale (Pd XVIII 64), come al lungo spazio di tempo, ma picciol rispetto ai tempi purgatoriali, durante il quale D., dopo la morte, dovrà sostare nella cornice degl'invidiosi (Pg XIII 134).
Può riferirsi anche alla quantità: Cv IV X 5 ‛ belli costumi '... non comprendono ogni formalitade di nobilitade, ma... picciola parte. Vale " poco numeroso " in If XXVI 102 misi me per l'alto mare aperio / sol... con quella compagna / picciola da la qual non fui diserto.
P., in senso figurato, è anche tutto ciò che non è intenso, che ha scarso valore, che non è moralmente grave: l'amore di D. per la filosofia a guisa di fuoco, di picciolo in grande fiamma s'accese (Cv III I 1 ; cfr. anche Pd I 34); all'anima nostra... per non essere esperta né dottrinata, i piccioli beni terreni paiono grandi (Cv IV XII 16); per Virgilio, anche un picciol fallo è amaro morso (Pg III 9); e così pure Cv I XI 19, IV XIII 1, Pg XVI 91. E piccioletta, cioè meno luminosa delle altre, è la luce (Pd X 118) entro la quale ride il settimo tra i dodici sapienti apparsi per primi a D. nel cielo del Sole, né interessa qui determinare se si tratti di Orosio, di s. Ambrogio, di Lattanzio o di altri.
Ha valore di qualifica sociale quando è riferito a persone o a famiglie di modesta estrazione o comunque non nobili; l'uso, correlato a quello di ‛ minore ' riferito ai ceti sociali popolari, è largamente attestato nel linguaggio del tempo (" Fermiamo che non sia ricevuto alla nostra Compagnia... né quelli che prestasse ad usura, né alcuno, grande o piccolo, di mala fama ", Capitoli della Compagnia di S. Gilio, in Schiaffini, Testi 46, rr. 14-17); se ne hanno esempi in Cv IV V 19 uno nuovo cittadino di picciola condizione, cioè Tullio, contra tanto cittadino quanto era Catellina la romana libertade difese; Pd XVI 118; e si veda anche Pg XIV 102 (già citato). Né molto diversa accezione ha in If XXII 87 [frate Gomita] barattier fu non picciol, ma sovrano, anche se, più che alludere all'origine familiare e alla posizione sociale del vicario di Nino Visconti, il vocabolo sembra contrapposto all'eccellenza della sua astuta abilità di barattiere.