pianeta
pianéta [Der. del lat. pianeta, dal gr. planètes "vagante"] [ASF] (a) Nome dato dagli antichi a certi astri allora noti (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) che non occupavano una posizione fissa sulla volta celeste, spostandosi tra le cosiddette stelle fisse; attualmente, il termine indica un corpo relativ. grande (quelli relativ. piccoli si chiamano pianetini) del Sistema Solare che descrive un'orbita ellittica intorno al Sole e che, privo com'è di luminosità propria, è reso visibile dall'essere illuminato dal Sole (p. solari); essi sono, in ordine di distanza dal Sole: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone (i simb. tradizionali di essi sono mostrati nella fig.; per notizie particolari v. le singole voci e per notizie generali v. Sistema Solare: V 276 d ÷ 280 d); (b) per estensione, corpi oscuri che presumibilmente orbitano intorno ad altre stelle (p. extrasolari). ◆ [FSP] P. artificiale: veicolo spaziale che percorre un'orbita intorno al Sole, com'è capitato per le sonde Pioneer (v. Sistema Solare, esplorazione del: V 286 d). ◆ [ASF] P. esterni (o superiori) e interni (o inferiori): i pianeti solari che hanno orbita, rispettiv., esterna a quella della Terra (Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone) oppure interna a quella della Terra (Mercurio e Venere). ◆ [ASF] P. gioviani, o giganti: in contrapp. a p. terrestri (v. oltre), i p. solari Giove, Saturno, Urano, e Nettuno, relativ. lontani dal Sole, di grandi dimensioni e masse, importante atmosfera gassosa, considerati meno evoluti in quanto più vicini alle condizioni della nebulosa da cui si sarebbe originato l'intero Sistema Solare. ◆ [STF] [ASF] P. medicei: nome che G. Galilei dette, in onore della famiglia dei Medici, ai quattro maggiori satelliti di Giove, da lui scoperti nel 1610. ◆ [ASF] P. terrestri, o tellurici: i p. solari Mercurio, Venere, Terra e Marte, i più vicini al Sole e caratterizzati da un avanzato stato di evoluzione, non grandi dimensioni e masse, relativ. grande densità, crosta solida. ◆ [ASF] Distanza dei p. dal Sole: un fatto sul quale s'è appuntata l'attenzione di vari astronomi è la possibilità di esprimere con formule relativ. semplici la distanza D dei p. dal Sole, espressa in unità astronomiche. La più nota di tali formule è la legge di Bode, in effetti proposta da J.D. Tietz nel 1778: D= 0.4+0.3 2n, con n=-∞ per Mercurio, 0 per Venere, 1 per la Terra, 2 per Marte, ecc. Tale formula ammette infiniti posti vacanti tra Mercurio e Venere, non considera la fascia dei pianetini tra Marte e Giove, e dà valori piuttosto lontani dal vero per Nettuno e Plutone. Più accurata è la formula di Armellini (1921): D=1.53n, con n=-2 per Mercurio, -1 per Venere, 0 per la Terra, 1 per Marte, 2 e 3 per gli asteroidi tra Marte e Giove, 4 per Giove, 5 per Saturno, 7 per Urano, 8 per Nettuno, 9 per Plutone. È da presumere che le leggi ora ricordate siano in relazione con qualche fatto di natura cosmogonica, attinente al processo in virtù del quale i p. si sarebbero originati e poi avrebbero occupato il loro posto attuale nel Sistema Solare, ma non v'è una teoria conclusiva al riguardo. ◆ [ASF] Formazione dei p.: v. Sistema Solare: V 270 d. ◆ [ASF] Perturbazioni secolari dei p.: v. Sistema Solare: V 279 e. ◆ [ASF] Sistema p.-satellite sincrono: v. Sistema Solare: V 275 f. ◆ [ASF] Teorie del moto dei p.: v. meccanica celeste: III 670 d.