PHYLE (Φυλή, Phyle)
Castello fortificato in Attica, a 20 km da Atene. Il demo di Ph. è noto per la sua possente fortezza, situata sulle pendici del Parnete a m 683 di altezza, al confine con la Beozia, a difesa della strada Atene-Tebe (Strab., Geogr., ix, 404).
Per la sua posizione può considerarsi una testa di ponte insieme a Panakton, Oinoe, Dekeleia e Aphidna, del sistema difensivo dell'Attica. L'antica fortificazione pisistratea fu occupata da Trasibulo con 70 partigiani nel 404, quando tentò di rovesciare i 30 Tiranni (Diod., Hist., xiv, 32; Xen., Hell., ii, 4, 2 ss.). Resti della fortificazione pisistratea si trovano a N-E della nuova cinta e sono in opera poligonale. L'attuale fortezza è degli inizî del IV sec. a. C., ed è mirabilmente conservata, soprattutto lungo i lati E, N-E e S-E. La pianta è quella di un pentagono; l'opera in pietra calcarea aveva uno spessore di 3 m e raggiungeva un'altezza di ben 16 assise; il sistema dei muri è rustico, ma i filari sono isodomici ed hanno faccia squadrata con qualche irregolarità. L'intera cinta oggi visibile è difesa da 5 torri: 2 agli angoli del lato N (1 rotonda a N-E e 1 quadrata all'angolo S-O) e 3 quadrate al centro dei lati N, S ed E. Due entrate (una a E, a settentrione della torre quadrata, e l'altra a S) davano accesso all'interno; la sistemazione delle porte era tale che l'attaccante offrisse sempre il fianco non difeso dallo scudo. All'interno della cinta, sul lato S, sono alcuni resti di una costruzione non identificabile. La fortezza fu abbandonata nel III sec. a. C. Presso la cinta, ma a maggiore altitudine, sempre sulle falde del Parnete, è stata rinvenuta la grotta dedicata al culto di Pan e delle ninfe.
Bibl.: D. Levi, in Enc. Ital., XV, 1932, p. 279 s., con fig.; J. Wiesner, in Pauly-Wissowa, XX, i, 1941, c. 1011 ss., s. v., n. i; W. Wrede, in Ath. mitt., XLIX, 1924, p. 153 ss., tavv. II-XVI; id., Attische Mauern, Atene 1933, pp. 28 s., 55, 63, figg. 66-67; G. Saeflund, in Op. Arch., I, 2, 1935, p. 87 ss.; R. L. Scranton, Greek Walls, Cambridge 1941, p. 177; U. Kahrstedt, in Ath. Mitt., LXVII, 1932, p. 18 ss.; E. Kirsten-W. Kraiker, Griechenlandkunde, Heidelberg 1955, pp. 110; 113 s., figg. 31-32. Per la grotta di Pan: A. N. Skias, in ᾿Εϕημ. ᾿Αρχ., 1918, p. i ss. Per le icrizioni: A. Wilhelm, in Öst. Jahresh., XXV, 1929, p. 54 ss.