DE L'ORME (o Delorme), Philibert
Architetto, nato a Lione verso il 1510-15, morto a Jory l'8 gennaio 1570. Figlio di un capomastro si formò un'estesa cultura letteraria e scientifica. Andato a Roma (1533) si dedicò allo studio delle antichità più che a quello dell'architettura contemporanea; e ritornato a Lione (1536) costruì in Rue de la Juiverie una palazzina con piccolo loggiato ionico, usandovi elementi tolti soltanto dall'antico, in modo nuovo allora per l'architettura francese e che ricorda il Bramante. Forse nella stessa epoca diede il disegno del portale di Saint-Nizier e senza dubbio nel 1540 il cardinale Du Bellay, suo protettore, gli affidò la costruzione del castello di Saint-Maur-des-Fossés, opera che offrì un primo esempio d'uno stile nuovo ispirato veramente all'antichità. Nello stesso anno lavorava a Fontainebleau alla costruzione della scala della corte del Cavallo Bianco. Nel 1544 (secondo il Berty nel 1552) cominciò per Diana di Poitiers i lavori del castello di Anet di cui restano la porta, la cappella, coperta da una cupola sferica, e parte della facciata (riedificata nella Scuola di belle arti a Parigi).
Nominato architetto reale (1547) gli fu commessa la tomba di Francesco I a Saint-Denis in cui s'ispirò agli archi trionfali antichi, e l'aveva quasi compiuta (1559) quando fu chiamato il Primaticcio a terminarla. Durante quindici anni fu occupato da diversi lavori per le dimore reali di La Muette, Saint-Germain-en-Laye, Madrid, Villers-Cotterets, Chenonceaux, finché, nel 1564, diede inizio alla sua opera principale: il castello delle Tuileries per caterina de' Medici, capolavoro che non poté terminare e che fu distrutto nel 1871. Di quelle, e di altre opere, rimane pochissimo; ma si può integrare la conoscenza del De L'orme nei suoi scritti e nei disegni del Ducerceau: Les plus excellents bâtiments de France.
Il De L'Orme pubblicò nel 1561 le sue Nouvelles inventions pour bien bâtir et à petits frais (altre edizioni: Parigi 1568 e 1578) in cui espone un nuovo sistema d'armatura; nel 1567 Le premier tome de l'architecture (altre edizioni: Parigi 1576,1626; Rouen 1648). In questo, che è il maggiore trattato francese del sec. XVI, dà conto di molte novità tecniche; descrive la colonna "francese" da lui ideata con ornamenti anulari per dissimulare le giunture; formula una teoria dell'architettura che, pur facendo parte considerevole all'antichità e al Rinascimento italiano, non trascura la tradizione nazionale; e studia gli ordini architettonici. Il primo tomo doveva essere seguito da un secondo contenente piante e schizzi.
Il fratello Jean, anch'egli architetto, l'accompagnò a Parigi e l'aiutò nei lavori, specie nel 1556-58 a Chenonceaux e a Fontainebleau, attendendo alla costruzione di case private. Fu un ingegnere e un pratico. Nel 1552 fu nominato direttore generale dei lavori per le fabbriche reali. Nel 1533 lavorò in Italia a opere di fortificazione e nel 1570 successe al fratello nei lavori in corso.
Bibl.: De L'Orme, Øuvre reproduite en fac-simile, Parigi 1894; Flacheron, Éloge de Ph. de L'O., Lione 1814; Chevalier, Lettres et devis de Ph. de L'O., Parigi 1864; L. C. Colomb, Ph. de L'O., Parigi 1882; M. Vachon, Ph. de L'O., Parigi 1887; H. von Geymüller, Die Baukunst d. Renaiss. in Frankr., Stoccard 1898; H. Clouzot, Ph. de L'O., Parigi 1910; A. Roux, Le château d'Anet, Parigi s.a.; H. Vollmer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII; M. Roy, Artistes et monuments de la Renaissance en France, Parigi 1929, pp. 157-390.