ČAADAEV, Petr Jakovlevič
Pensatore e scrittore russo, nato nel 1794, morto nel 1856. Di nobile famiglia, ebbe un'eccellente educazione per opera di maestri stranieri: Buhle e Christian von Schloezer che esercitarono profonda influenza su di lui, inculcandogli ammirazione per l'Occidente. Nel 1812 partecipò alla battaglia di Borodino; fu poi in Francia coi reggimenti russi. Al ritorno entrò in una loggia massonica da cui uscì nel 1818. Nel 1821 lasciò la vita militare. Nel 1823 iniziò un lungo viaggio all'estero, sia per motivi di salute, sia anche per distrarsi dalle preoccupazioni politiche che gli venivano dai suoi rapporti con coloro che preparavano l'insurrezione del dicembre 1825. Ritornò in patria quando la tempesta era già passata. Dal 1826 al 1831 visse una vita quasi di eremita, in contrasto con quella brillante della giovinezza. Nel 1836 pubblicò la prima delle sue famose Lettere filosofiche, nel "Telescopio" di Nadeždin. Conseguenza fu per Nadeždin l'esilio e per Čaadaev la dichiarazione ufficiale della sua pazzia. Scrisse allora l'Apologia di un pazzo.
Il "nazionalismo ufficiale" che caratterizzò il regno di Nicola I ebbe in lui un avversario. La prima delle Lettere filosofiche mirò ad annientare la famosa formula dell'Uvarov: "Ortodossia, autocrazia e nazionalità", in base a un apprezzamento, nuovo in Russia, della vita occidentale. Il suo occidentalismo non è solo ammirazione per la cultura europea, ma riconoscimento che in essa la palma spetta al cattolicismo. Da questo atteggiamento discende il pessimismo dello scrittore nei riguardi della Russia e la deduzione che solo avvicinandosi all'Europa occidentale essa potrà uscire dal suo isolamento e dare un suo contribnto alla civiltà universale. Nonostante tutti i lati negativi (mancanza di una tradizione, di una cultura propria, sconnessione e sconclusionatezza nelle proprie idee, ecc.) i Russi hanno anche delle qualità positive: la loro intelligenza è vergine, libera cioè dai pregiudizî e schemi ai quali l'Occidente è pure legato.
Personalità originale, pensatore certamente non sistematico, ma acuto e profondo, e soprattutto caldo appassionato patriota che nello sciovinismo del tempo vedeva un male per la Russia, egli era, assai più di quanto credesse, legato al mondo intellettuale che negava, e rappresentava perciò il più caratteristico prodotto di questo periodo della storia spirituale russa. Nel rinnegare ogni valore attivo a buona parte del passato patrio egli non è né il primo né l'ultimo, ché anzi con lui proprio s'inizia l'"occidentalismo moderno" russo; e non è né il primo né l'ultimo nel profetizzare alla Russia una particolare missione. Ma egli è il primo che alle sue convinzioni cerchi una giustificazione, il primo che tenti di costruire in Russia una storia dello spirito. Per far questo occorreva una potente fede, sia pure iconoclastica, e questa fede fu caratteristica di Č. L'ulteriore sviluppo della storia russa mostrò quanto egli avesse ragione proprio in quella contraddizione essenziale che mentre lo faceva il più acerbo nemico della formola di Uvarov, salvava quelle caratteristiche dello spirito russo che il contatto dell'Europa doveva non distruggere, ma aiutare a rapidamente intender sé stesse.
Notevole fu l'influenza che le idee di Č. esercitarono nel mondo intellettuale russo, ma la sua personalità si rivelò solo in parte negli scritti. Uomo di mondo, egli influì direttamente, col fascino della propria parola. I contatti frequenti ed intimi con gli spiriti migliori del tempo fecero sì che nessuno di essi restasse esente del tutto da questa sua febbre iconoclastica e adoratrice insieme.
Edizioni delle opere e delle lettere di Č.: Sočinenija i pisma P. J. a Č. a cura di M. Geršenzon, Mosca 1913, voll. 2. In francese: P. Tchaadaieff, Øuvres choisies, Parigi-Lipsia 1862.
Bibl.: Opere principali, su Čaadaev o nelle quali l'opera di Čaadaev è trattata ampiamente: A. N. Pypin, Charakteristiki literaturnych mnjenij ot 20-cyh do 50-ch godov (Caratteristiche delle opinioni letterarie dal venti al cinquanta), Pietroburgo 1873; P. Miljukov, Glavnyja tečenija russkoj istoričeskoj mysli (Le principali correnti del pensiero storico russo), 3ª ed., Pietroburgo 1913; M. Geršenzon, P. Ja. Čaadaev, Zizn' i myšlenie (P. Ja. C. La vita e il pensiero), Pietroburgo 1908 (contiene anche le lettere).
In italiano: B. Jakovenko, Filosofi russi, Firenze 1927; id., in Russia, I (1920), e in Europa Orientale, 1922; E. Lo Gatto, Storia della letteratura russa, III, Roma 1929.
In tedesco: Peter Ja. Tschaadaev, Schriften und Briefe, a cura di E. Hurwicz, Monaco 1921; M. Winkler, Peter Jakovlevič Čaadaev, ein Beitrag zur russischen Geistesgeschichte des 19. Jahrh., Berlino 1927. Cfr. anche: Th. Masaryk, Russland und Europa, Zur russischen Geschichts-und Religionsphil., voll. 2, Jena 1913 (trad. it. di E. Lo Gatto, Roma, Ist. Europa Or., I, pp. 203-216); H. Ehrenberg, Östliches Christentum, Monaco 1925.