Scrittore spagnolo (Oviedo 1880 - Madrid 1962); pubblicò molti romanzi e racconti, fra cui Tinieblas en las cumbres (1907), La pata de la raposa (1912), Troteras y danzaderas (1913), Belarmino y Apolonio (1921). Le tre novelle "poemáticas" Prometeo, Luz de Domingo, La caída de los limones (1916) sono precedute da un'introduzione poetica. In altri due romanzi, ciascuno composto di due parti (Luna de miel, luna de hiel, e Los trabajos de Urbano y Simona, 1923; Tigre Juan e El curandero de su honra, 1926), si riflettono le idee della sua generazione, con motivi di un'autobiografia spirituale. Ammiratore di B. Pérez Galdós, ha però, rispetto a quest'ultimo, una forte tendenza all'umorismo e a creare dei personaggi-simbolo, specialmente nelle opere più tarde, a partire da Belarmino y Apolonio. Nelle sue raccolte di versi (La paz del sendero, 1904; El sendero innumerable, 1916; El sendero andante, 1921), si avvertono gli echi di R. Darío, di M. de Unamuno e di F. Jammes. Scrisse anche saggi di politica (Política y toros, 1918), e saggi di letteratura drammatica (Las máscaras, 1917-19). Dal 1931 al 1936 fu ambasciatore spagnolo a Londra.