Shelley, Percy Bysshe
Il grande poeta inglese (1792-1822) aveva qualche conoscenza delle opere di D. anche prima del soggiorno italiano (1818-1822) e aveva già tradotto il sonetto Guido, i' vorrei nel 1816, ma fu solo in Italia che cominciò ad avere una vera e profonda ammirazione per il poeta italiano che soleva studiare nascosto dietro l'altare maggiore del duomo di Milano.
Dapprima condivise l'opinione corrente in Inghilterra, che D. fosse stravagante, crudele e lugubre, cioè il poeta delle pene dell'Inferno, ma ben presto comprese la sua vera grandezza. Sentì fortemente, in ispecie, l'ispirazione lirica della Vita Nuova, del Purgatorio e del Paradiso. Nel suo saggio A Defence of Poetry scrisse: " La Vita Nuova è sorgente inesauribile di purezza di sentimenti e di lingua: è la storia idealizzata dell'epoca e del periodo della vita di D. che furono dedicati all'amore. L'apoteosi di Beatrice nel Paradiso e il crescere a grado a grado del suo amore e della bellezza di lei durante la salita al trono di Dio creatore è l'immaginazione più splendida della poesia moderna. I critici più penetranti hanno giustamente invertito l'ordine di preferenza volgare per le cantiche della Commedia, cioè Inferno, Purgatorio, Paradiso. Il Paradiso è inno perpetuo dell'amore sempiterno ".
Non fu neanche solo il lirismo di D. a destare l'ammirazione dello S.; egli considerò D. il secondo grande poeta epico del mondo dopo Omero: " quegli le cui creazioni ebbero un rapporto preciso e intelligibile con le conoscenze, i sentimenti e la religione dell'epoca loro e degli anni seguenti ".
L'influenza di D. sulla poesia dello S. fu importante. Epipsychidion, Prometheus Unbound, The Triumph of Life non soltanto contengono reminiscenze di specifici versi danteschi ma riflettono il tono e il pensiero del poeta italiano. Le traduzioni fatte dallo S. (Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete; Guido, i' vorrei [e, del Cavalcanti, Io vengo il giorno a te]; l'episodio di Matelda) indicano la sua preferenza per D. lirico, poeta dell'amore idealizzato.
Bibl. - O. Kuhns, D. and the English Poets from Chaucer to Tennyson, New York 1904; J. Giesen, P.B.S. als Übersetzer aus dem Italienischen, Bonn 1910; A.R. Halley, The Influence of D. on Nineteenth Century English Poets, tesi di laurea (manoscritto), Cambridge, Mass., 1922; W.P. Friederich, Dante's Fame abroad, Roma 1950, 258-266; J. De Palacio, S. and D.-An Essy in Texutal Criticism, in " Revue de Littérature Comparée " XXXV (1961) 105-112; ID., S. traducteur de D.: le chant XXVIII du Purgatoire, ibid. XXXVI (1962) 571-578; J. Raben, Milton's influence on Shelly's translation of Dante's ‛ Matilda gathering flowers ', in " Review of English Studies " XIV (1963) 142-156.