PENTATLO (πένταϑλοξ, quinquertium)
Antichità. - Gara atletica largamente in uso presso i Greci, consistente nel prodursi in cinque esercizî atletici differenti: e cioè la corsa, il salto, il lancio del giavellotto, il lancio del disco, la lotta. I primi tre esercizî erano considerati come facenti parte dell'atletica leggera (κοῦϕα), gli ultimi due come esempî di atletica pesante (βαρύτερα). Nel complesso il pentatlo era considerato un esercizio atletico pesante.
Mitologico inventore del pentatlo sarebbe stato Giasone, durante la spedizione degli Argonauti in Colchide. La gara del pentatlo inaugurata a Olimpia nella 18ª olimpiade (708 a. C.) sarebbe stata poi estesa, ma solo eccezionalmente, ai fanciulli (παῖδες) e agli adolescenti (ἀγένειοι). In taluni casi, nel pentantlo, l'esercizio del pugilato prendeva il posto di quello del giavellotto. Il giuoco del pentatlo veniva celebrato a Olimpia il quarto giorno delle gare, davanti a una giuria composta di tre commissarî.
Le fonti letterarie ed epigrafiche ci forniscono frequenti e abbastanza concordi notizie sugli elementi costitutivi del giuoco e sulla sua popolarità. Ma lasciano tuttavia in discussione due questioni importanti: quella dell'ordine di successione dei diversi esercizî atletici, e quella relativa alle norme per la progressiva eliminazione dei concorrenti. Poiché a Olimpia, come in tutti gli altri centri di vita atletica, vincitore del pentatlo non poteva essere che uno dei concorrenti, il quale poi veniva indicato col nome stesso del giuoco, la gara del pentatlo si apriva sicuramente con la prova della corsa. Seguivano gli altri giuochi, con qualche variante nella successione da luogo a luogo. Ultima delle gare si può ritenere che fosse la lotta. Assai difficile doveva essere considerato il caso che un atleta riuscisse vincitore in tutte e cinque le prove; mentre è da escludere l'ipotesi che esse terminassero senza dichiarazione del vincitore. Un'ipotesi che si appoggia a un passo di Plutarco (Quaest. conviv., IX, 2, 2) è quella che potesse essere dichiarato vincitore colui che avesse riportato la palma in tre delle cinque prove stabilite. Non sappiamo però se per le necessarie progressive eliminazioni le diverse prove fossero tutte considerate alla medesima stregua. Ciò sarebbe da escludere nei riguardi almeno della lotta, che venendo ultima delle prove, era mezzo efficace e sufficiente per differenziare il valore di concorrenti che sino a quel punto fossero rimasti in gara alla pari.
Il giuoco del pentatlo fornisce, nel mondo greco, materia d'ispirazione in tutti i cinque numeri di cui si compone: corsa, salto, lancio del giavellotto, lancio del disco, lotta. Tanto più arduo diventa perciò lo stabilire quali siano i casi di soggetti figurati riferibili propriamente all'esercizio del pentatlo. I vasi attici si adornano frequentemente di scene ginniche ispirate ad uno o ad altro di quegli esercizî. Tali scene figurate sono d'obbligo nelle anfore panatenaiche. Alcuni di questi vasi riuniscono insieme personaggi con gli attributi proprî dei diversi giuochi del pentatlo. Le fonti letterarie ci hanno conservato i nomi di olimpionici vincitori, che perciò avevano ricevuto l'onore di una statua; ma nulla si può dire intorno a queste statue perdute. Non si può garantire, ma non si può neanche del tutto escludere, che, ad esempio, il Discobolo di Mirone, nelle sue varie repliche, e il Discobolo del Museo Vaticano di scultura riproducano statue di vincitori nel pentatlo.
Bibl.: Ph.-E. Legrand, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire, s. v. Quinquertium; E. N. Gardiner, Greek athletic Sports and Festivals, Londra 1910, pp. 358-371; Jüthner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v. Gymnastik, VII (1912), col. 2084 seg.; Fr. Mezö, Geschichte der Olympischen Spiele, Monaco 1930, pp. 109 segg.; Fr. Matz, Katal. d. Bibliothek d. deutsch. archaeol. Instituts in Rom, II, ii, Berlino e Lipsia 1932, p. 1511 seg. (bibliogr. generale); P. Jacobsthal, Diskoi (93. Winckelmannsprogramm), Berlino-Lipsia 1933; W. Woodburn Hyde, Olympic victor monuments and greek athletic art, Washington 1921, p. 210 segg., e bibl. cit. in calce alla trattazione antiquaria della medesima voce.
Epoca moderna. - L'idea di far disputare dallo stesso individuo parecchie gare sportive (allo scopo di valutarne la preparazione atletica generale, indipendentemente dalle eventuali specializzazioni), fu ripresa in tempi recenti (verso il 1886) negli Stati Uniti d'America, dove venne istituito un campionato "All-Around", comprendente 10 prove: corsa piana 100 yards, corsa ad ostacoli m. 110, corsa piana 1 miglio, marcia mezzo miglio, salto in lungo, salto in alto, salto con l'asta, lancio del peso di kg. 7,257, lancio del martello, lancio del peso di kg. 25,400. Nelle Olimpiadi moderne (v. olimpici, giuochi) venne seguito con qualche modifica il criterio americano, e sia il pentatlo (denominazione ufficiale pentathlon) sia il decatlo (decathlon) furono inclusi tra i giuochi olimpici. Il pentatlo moderno comprende: salto in lungo con rincorsa, lancio del giavellotto, corsa piana m. 200, lancio del disco, corsa piana m. 1500. Il decatlo comprende: salto in lungo con rincorsa, corsa piana m. 100, lancio della palla di ferro, salto in alto con rincorsa, corsa piana m. 400, corsa ad ostacoli m. 110, lancio del disco, salto con l'asta, lancio del giavellotto, corsa piana m. 1500. Vincitori del pentatlo e del decatlo nelle Olimpiadi di Los Angeles (1932) furono rispettivamente lo svedese Oxenstierna e l'americano Bausch, che abbassava il relativo record mondiale.