MALACCA, Penisola di (A. T., 95-96)
La penisola di Malacca o malese, forma l'estremità sud-orientale del continente asiatico. Il territorio posto sotto l'influenza britannica si estende dall'isola di Singapore (i° 10′ N.) a un punto situato a circa 6° 50′ N. dove incontra il territorio siamese. Ma geograficamente la penisola si stende maggiormente verso nord, abbracciando parte del regno del Siam e la zona più stretta dell'istmo di Kra, che congiunge la penisola al continente. Per la parte dipendente dal Siam, v. questa voce.
Al territorio britannico si dà generalmente il nome di Malaya, essendo caduto in disuso fra gli Anglosassoni quello di Malacca, derivato dai vecchi stabilimenti della costa occidentale. La superficie totale della Malacca ammonta approssimativamente a 132.000 chilometri quadrati e la sua divisione politica e amministrativa è assai complicata. In primo luogo viene la Colonia della Corona, conosciuta col nome di Stabilimenti dello Stretto (v.), che comprende le isole di Singapore e di Penang e alcuni distretti della terraferma. Il resto del territorio è diviso tra gli Stati Malesi Federati e fra varî altri stati non compresi nella federazione. L'area e la popolazione dì essi sono le seguenti:
Ad O. la penisola è separata, mediante lo stretto di Malacca, dall'isola di Sumatra. La linea di costa si sviluppa per oltre 1900 km.; la lunghezza della penisola è di 700 km., la larghezza massima di 320 km.
Esplorazione. - Fin dal sec. III a. C. le imbarcazioni che trasportavano le spezie provenienti in massima parte dalle Molucche, passavano per lo Stretto di Malacca, tra la penisola malese e Sumatra. Nel Medioevo, poi, aumentando in Europa la richiesta delle spezie, lo stesso itinerario fu percorso dai commercianti arabi ed europei e la penisola divenne il centro di raccolta e distribuzione delle spezie provenienti dalle Molucche e avviate verso l'India e l'Europa. In tal modo le sue coste occidentali divennero ben conosciute, mentre l'interno e le coste orientali rimasero relativamente poco note. Nel 1292 Marco Polo visitò Sumatra, perché a quel tempo i porti di scalo più comuni dello Stretto di Malacca si trovavano sulla costa di Sumatra. In quest'isola i commercianti arabi avevano già introdotto l'islamismo e nel sec. XIV l'introdussero sulle coste della penisola malese, dove, sotto il loro influsso, Malacca divenne la principale stazione commerciale. La prima spedizione portoghese per impossessarsi di Malacca fu condotta da Diogo Lopes de Siqueira nel 1508 e fallì; ma tre anni dopo Malacca fu presa e da allora è rimasta sempre in dominio di Europei.
L'impulso principale all'esplorazione particolareggiata della penisola è stato dato dalla ricerca di minerali, specialmente lo stagno, nel sec. XIX; varie spedizioni hanno avuto anche per compito lo studio delle popolazioni della giungla nel quale, fra i molti scienziati di diverse nazioni (Annandale, Martin, Schebesta), va ricordato il ligure G. B. Cerruti, commerciante da prima, poi residente del governo britannico in uno dei distretti dell'interno.
Morfologia e geologia. - Il rilievo è vario, con zone montuose o collinose e alcune assai vaste pianure. In luogo del supposto massiccio montano centrale, l'esplorazione topografica ha mostrato una successione di sette catene parallele, disposte da N. a S. e quindi obliquamente rispetto alla penisola, lo spartiacque principale rimanendo spostato verso la costa occidentale. I movimentì orogenetici che generarono il rilievo sembra siano cessati alla fine del Mesozoico; da quest'epoca la regione si è stabilizzata, formando un massiccio compatto nel quale prevalgono i graniti e le quarziti. Per conseguenza è anche relativamente esente da terremoti e priva di vulcani attivi o da poco estinti, offrendo in questo un forte contrasto con le più giovani regioni circostanti: Sumatra e Borneo.
Le catene montuose della Malacca hanno le altezze massime dai 1500 ai 2000 m. La principale, biforcata verso il nord e stendentesi fino a Malacca, ha 5 vette sopra i 2000 m., la maggiore essendo Korbu o Kerbau (2180 m.). La cima più alta della penisola è però il Gunong Tahan (2190 m.) notevole per la scarsezza della vegetazione. Le regioni situate fra queste catene di monti sono, in genere, molto basse e alcuni luoghi assai interni raggiungono appena i 100-150 m. s. m. Lungo le coste si allargano pianure alluvionali, che sono usate per la coltivazione del riso, oppure, soprattutto nella parte occidentale più riparata, della palma da cocco e del caucciù. Nel cuore della penisola, sui confini del Perak e del Pahang, a 1500 m. d'altitudine, s'apre una larga vallata, conosciuta col nome di Cameron's Highlands.
Un aspetto particolare della penisola, specie del lato occidentale, è nelle colline calcaree che sorgono improvvisamente dal piano con fianchi verticali o quasi, provviste di numerose e grandi caverne, usate spesso come templi o abitazioni.
Le rocce sedimentarie della penisola appartengono a due serie: a) una inferiore, in gran parte calcarea, di età carbonica; b) una superiore, di scisti intercalati con quarziti, in maggior parte del periodo triassico. I duri nuclei di quarzite di questa serie emergono ora fra tutte le altre rocce e formano le vette delle catene. Fra i terreni sedimentarî si sono intruse forti masse granitiche, appartenenti, come pare ormai accertato, a due o tre fasi distinte: pre-carbonica, cretacica superiore ed eocenica inferiore. Il gruppo più interessante è quello del Cretacico, per gli abbondanti depositi di stagno e di altri minerali che contiene. Si può ritenere, dal complesso dei fatti accennati, che il ripiegamento principale della penisola malese si effettuò fra il tardo Cretacico e il Terziario inferiore. In epoche posteriori, notevoli sedimenti si raccolsero in alcune depressioni della regione e in questi depositi lacustri si sono accumulati giacimenti di petrolio e di carbone, uno dei quali, nel Selangor, ha una produzione sufficiente a tutta la rete ferroviaria malese.
Il clima della regione favorisce la formazione di laterite, che si trova su vasta scala.
Clima e idrografia. - Il clima si può dire equatoriale, con alta temperatura quasi uniforme, durante l'anno, scarsissima differenza tra il giorno e la notte e abbondanti precipitazioni regolarmente distribuite. La maggior parte della pioggia cade nel pomeriggio durante temporali, ma risalendo al nord di Singapore si nota l'esistenza di una stagione relativamente secca, onde il massimo di precipitazione, sotto l'influenza dei monsoni, corrisponde, lungo la costa occidentale, al periodo indiano delle piogge (estate) e sulla costa orientale, invece, ha luogo fra novembre e marzo. Le precipitazioni annuali raggiungono i 2500 mm., che in zone esposte possono toccare anche i 6500. La grande umidità produce nebbie mattutine fittissime, che poi il sole disperde; il caldo allora sembra più intenso, sebbene il termometro segni, in generale, 32° e non sia mai salito sopra i 37°. La temperatura media mensile varia a Singapore fra 25° (gennaio) e 27° (maggio); a Penang tra 25° (dicembre) e 27° (aprile).
Numerosi sono i fiumi, ricchi d'acqua e ancora largamente usati come vie di comunicazione. Sulla costa occidentale abbondano plaghe paludose infestate dai coccodrilli. Su quella orientale le condizioni sono differenti e si hanno lunghe spiagge sabbiose rinfrescate dalla brezza del Mar della Cina. Il fiume maggiore della penisola è il Pahang (320 km.), secondo viene il Kelantan, entrambi navigabili per lunghi tratti. Il Perak (270 km.) attraversa una regione collinosa e ha molte rapide. Sulla costa occidentale molte foci di fiumi formano buoni porti, ma su quella orientale non vi sono che lagune fra isolette di sabbia.
Fauna. - La fauna della Malacca fa parte del complesso faunistico malaiano della regione orientale. La penisola di Malacca, per quanto separata dalle isole di Sumatra e di Borneo da considerevoli bracci di mare, possiede una fauna fondamentalmente identica a quella di queste isole e di essa mostra in genere tutti i caratteri particolari. Anzi, l'uniformità è così evidente che riesce difficile trovare qualche gruppo importante che possa differenziare queste faune. Tra le Scimmie, l'orango vive a Sumatra e Borneo, manca nella Malacca, mentre tra i Carnivori una viverra è comune a Sumatra e alla Malacca, altre specie di Pipistrelli e Rosicanti sono proprî di Sumatra e Borneo e mancano nella Malacca, oppure sono comuni. Notiamo ancora la presenza del gibbone, di varie specie di Carnivori tra i quali diversi gatti, l'orso malaiano, la tigre, ecc. Per gli Uccelli la penisola di Malacca sembra non abbia generi peculiari, ma possiede generi indiani e cinesi, che non sono peraltro diffusi nelle isole. Le considerazioni zoogeografiche nell'affinità faunistica della penisola di Malacca e delle isole malesi sono soprattutto fondate sullo studio della distribuzione dei Mammiferi e degli Uccelli. La fauna degl'invertebrati, per quanto ricchissima per numero di specie e varietà di forme e di colori, in particolare fra gl'Insetti, non offre ancora dati sufficienti ai fini zoogeografici.
Flora. - La vegetazione naturale della Malacca è essenzialmente la foresta vergine, che si può stendere dalle cime più alte al mare. Si distinguono: le foreste litoranee, a mangrovie o di tipo asciutto (casuarina e altre essenze) e le foreste interne, anch'esse di tipo paludoso o asciutto. Vi sono inoltre zone erbacee conosciute come lalang e zone di foreste di legno dolce, nei tratti abbandonati dalle coltivazioni indigene. I boschi più importanti sono quelli delle pianure interne, costituiti per più di metà da Dipterocarpacee di cui si trovano nella penisola almeno cento specie. Nelle foreste montane esse sono poi sostituite dalle conifere. La flora è molto ricca; quasi un terzo delle 9000 specie note sono alberi e tra le innumerevoli epifite vi sono 700 specie solo di orchidee.
La popolazione. - La notevole ricchezza d'oggetti neolitici trovati nella penisola dimostra l'antichità dell'insediamento.
Nel sultanato di Perak si trovarono, in caverne e ripari sotto roccia, tracce d'abitazione umana e anche scheletri dei quali non si può determinare la razza. Nella grande pianura alluvionale che forma la provincia di Wellesley e nel Kedah meridionale (costa occidentale) sono numerosi cumuli di conchiglie (avanzi di pasti): altri oggetti preistorici trovati in molti luoghi sono le asce di pietra chiamate "pietre del fulmine" dai Malesi, il cui tipo predominante dimostra strette relazioni con il Neolitico dell'Indonesia occidentale.
Lo strato più antico della popolazione attuale è formato dai Negriti, rappresentati dai Semang nel Perak, Kedah e Kelantan, e dalle tribù "veddoidi" dei Senoi nelle montagne centrali, a S. dei Semang. Tutti e due questi popoli sì sono molto mescolati con una popolazione paleo-malese molto antica, che vive nella parte meridionale della penisola e nella quale si intravvede ancora una cultura primitiva dì cacciatori e raccoglitori. A questa appartengono i Jakun (a Johore), i Mantra (territorio di Malacca), i Blandas e Besisi (Selangor meridionale). Entro questa stessa fase di civiltà, gli Orang Laut ("gente dell'acqua") occupano una posizione particolare; senza sede fissa sulla terra, essi vivono praticamente su imbarcazioni e con queste si sono estesi dalle coste meridionali, che erano probabilmente la loro patria originaria, verso N. fino alla Birmania (Mauki delle isole Mergui) e verso S. e E. sulle coste dell'arcipelago malese. A essi appartengono gli Orang Sletar, i Beduanda Kallang e gli Orang Rayat ("sudditi") di Singapore e Johore. Sotto l'influenza degl'immigrati malesi, i Jakun, Mantra, Besisi e Blandas si sono dati in gran parte all'agricoltura, mentre il vecchio abbigliamento di scorza d'albero è stato sostituito da stoffe malesi e la capanna a forma d'alveare dalla casa su palafitte dei Malesi. I Malesi (v. indonesia, XIX, p. 143) avevano raggiunto, sotto l'influenza indiana, un grado di civiltà assai notevole, quando vennero da Sumatra nella penisola. Nel 1160 fondarono Singapore, nel sec. XIV la città di Malacca e, dopo la conquista di questa da parte dei Portoghesi nel 1511, si estesero più in là sulla costa in quanto che nuovi emigrati insoddisfatti vi fondarono altri regni. L'islamismo, introdotto fin dal 1200, sostituì l'antico induismo, ma, per lo più, non è che un sottile velo che copre un animismo molto primitivo, e una diffusa credenza nella magia. Sotto il dominio britannico immigrarono negli stati malesi in gran numero Indiani e Cinesi; questi ultimi specialmente costituiscono, con il loro attivo senso del guadagno, una concorrenza terribile per i Malesi d'indole più pigra. Oggi, nei Malesi abitanti i protettorati della Malesia, vi sono già 650.000 Cinesi e 370.000 Indiani.
Gli Europei erano, nel 1931, 17.768; britannici in grande maggioranza; ad essi si aggiungevano quasi altrettanti Eurasici, alcuni Giapponesi e Arabi. La popolazione complessiva è aumentata molto nell'ultimo ventennio, in tutte le regioni, principalmente a Johore, e per tutte le razze, specialmente per la cinese, ma soprattutto nelle città, come risulta dallo specchietto seguente:
Produzione forestale e agricola. - La foresta in generale dà poco che sia di utilità immediata: tra i legni duri è comune il "chengal". Legname relativamente dolce è dato da alcune specie di Shorea e la legna da ardere dai mangli. Prodotti minori sono le canne (rotang e malacca), la guttaperca (dal Palaquium oblongifolium) che però va scomparendo, la dammara (resina prodotta dall'albero omonimo) e il "jelutong", richiesto ora in America per la produzione del "chewing gum".
In generale le parti basse della Malaca sono molto fertili. Gl'indigeni, però, dovettero lottare molto per difendere il terreno dai rovesci d'acqua che, a volte, distruggevano raccolto e campo. La coltivazione si concentrò nelle vallate della costa occidentale dove il riso, alimento principale, poteva essere facilmente coltivato. Anche le vallate orientali e la pianura vennero coltivate. Oltre a questa, l'agricoltura comprende anche altre coltivazioni, quasi completamente in mano ai Cinesi e ai Malesi. Tutte le grandi città sono fornite di verdura dai Cinesi, che hanno portato con sé i loro modi di coltivazione e hanno introdotto nuove colture: l'ananasso, la tapioca, il tabacco, il gambier e il pepe. I Malesi mancano dell'organizzazione e dell'industria dei Cinesi, e la loro agricoltura è limitata al riso, a qualche frutto indigeno, e alla negligente coltivazione d'una moltitudine di prodotti minori che includono le droghe, il tabacco, il cocco e le fibre tessili. La produzione del riso non è del resto sufficiente ai bisogni, sebbene le piogge siano dappertutto abbastanza abbondanti. Le noci di cocco si hanno specialmente nelle regioni costiere dell'occidente, essendo la costa orientale troppo ventosa; è stato anche introdotto l'olio di palma africano che va aumentando in quantità.
Il caucciù è il prodotto agricolo principale della Malacca, del quale vien fatta anche larga esportazione. Gli alberi vennero introdotti la prima volta nel I877-78, ma la prima piantagione importante fu fatta nel 1895. Dopo il 1905 l'area s'ingrandì molto; nel 1920 vi erano 316.000 ettari coltivati a caucciù, ma le piante devono avere almeno sette o otto anni prima di dare il prodotto; nel 1925 gli ettari erano già 911.000. Gli animali usati per l'agricoltura sono principalmente il bufalo e il bue indiano.
Produzione mineraria. - Del carbon fossile si è già detto; si estrae anche un po' d'oro e monazite. Le miniere più importanti sono però quelle di stagno. Lo stagno fu lavorato fin dal sec. XV e più tardi gli Olandesi continuarono l'estrazione. Un progresso notevole si ebbe dopo l'intervento britannico. Il minerale grezzo è cassiterite (ossido di stagno) generalmente tratto dalle alluvioni. I giacimenti più ricchi sono nell'occidente, da dove il materiale è mandato a Singapore. Tra il 1900 e il 1908 Malacca produsse press'a poco 50.000 tonnellate di stagno (più di metà della produzione mondiale), scese più tardi a 30.000 per la concorrenza della Bolivia. Solo nel 1928 raggiunse il massimo: 60.000 tonnellate.
Comunicazioni e commercio. - La regione è servita da molti piroscafi europei e i suoi porti principali sono Singapore, Penang, Malacca e Port Swettenham, ai quali fa capo tutto il commercio estero della penisola. Il servizio passeggeri e merci è molto efficiente sulla costa occidentale, meno su quella orientale, specialmente da novembre a marzo, periodo dei monsoni di NE. La socied Federated Malay States Railways gestisce tutto il traffico ferroviario della penisola, una rete di quasi 2160 km., che si collega poi con quella siamese. Malacca possiede inoltre circa 8000 km. di magnifiche strade rotabili, forse il miglior sistema stradale dei tropici. Vi sono alberghi e numerosi "Rest Houses" governativi. Le foreste dell'interno restano difficilissime a penetrare. Solo dal 1922 si hanno statistiche generali sul commercio esterno per l'intero territorio. La maggior esportazione è data dal caucciù e dallo stagno (90%) poi vengono i prodotti della palma del cocco. L' importazione comprende il riso e una grande varietà di merci confezionate.
Amministrazione. - La colonia degli Stabilimenti dello Stretto (v.) è retta da un governatore assistito da un consiglio esecutivo. Gli Stati Malesi Federati (F. M. S.) formano un gruppo di quattro stati sotto il protettorato britannico: il governatore degli Stabilimenti dello Stretto ne è ex officio, alto commissario. Ciascuno stato è governato da un sultano assistito da un residente britannico. Negri Sembilan è, in realtà, uno stato complesso formato dall'insieme di nove piccoli stati (1889) ai quali venne aggiunto Bungai Ujong nel 1895. Il protettorato inglese data dal 1874. La Federazione si formò quando venne firmato un trattato fra il governo britannico e i quattro stati. protetti. Kuala Lumpur è la città principale e il centro commerciale.
Gli stati non federati sono cinque: Johore firmò un trattato con l'Inghilterra nel 1885; gli altri quattro, meno importanti, sono posti lungo il confine siamese e il protettorato su di essi venne stabilito col trattato anglo-siamese del 1909. In ciascuno stato il sultano è assistito da un consiglio locale e da un consigliere inglese.
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