pene
Organo riproduttivo maschile e ultimo tratto delle vie urinarie. Il p. è composto da 2 corpi cavernosi e dal corpo spongioso, che contiene l’uretra, del diametro di 7÷10 mm. Queste strutture sono ricoperte distalmente dal glande. Sviluppo. Nell’uomo lo sviluppo del p. ha inizio nel periodo intrauterino intorno all’8a settimana e si conclude nell’età puberale, verso il 14° anno d’età. Il suo accrescimento si concentra però principalmente in due fasi: la prima fra l’8a e la 20a settimana di gestazione e i primi tre mesi della vita neonatale, e la seconda durante l’età puberale. Nella pubertà avviene il maggior accrescimento del p., che rappresenta uno dei caratteri sessuali maschili secondari.
I corpi cavernosi sono inseriti sui rami ascendenti del pube e, portandosi in avanti, convergono finché, a livello dell’arcata sottopubica, vengono in contatto con le loro superfici mediali e decorrono affiancati fino alle loro estremità distali. Sulla superficie superiore è presente una scanalatura superficiale occupata dall’arteria e dalla vena dorsali del pene. Tra le facce inferiori dei corpi cavernosi si forma una scanalatura più profonda occupata dal corpo spongioso dell’uretra. La cute del p., a livello distale, forma una piega, il prepuzio, che ricopre il glande. Ogni corpo cavernoso è racchiuso da una struttura fasciale, la tunica albuginea, e tutti insieme sono circondati da uno spesso rivestimento fibroso (fascia di Buck). La tunica albuginea è relativamente inestensibile e forma un setto tra i due corpi cavernosi che nella metà distale del p. è fenestrato, in modo da garantire la comunicazione tra gli spazi cavernosi dei due corpi. All’interno dei due corpi cavernosi decorrono le arterie profonde del p., o arterie cavernose, che derivano da una ramificazione dell’arteria pudenda. Tra queste arterie e la tunica albuginea si sviluppa un sistema di trabecole fibrose dense e di fibre muscolari lisce che si uniscono a formare una complessa rete. L’arteria cavernosa dà origine alle arterie elicine, che terminano aprendosi direttamente negli spazi cavernosi. Il sangue refluo dai corpi si immette nel plesso venoso sub-albugineo dal quale originano piccole vene sub-albuginee, che attraversano in senso obliquo la tunica albuginea e si gettano nelle vene circonflesse, a loro volta tributarie della vena dorsale del p. o delle vene crurali. L’innervazione del p. arriva dal plesso sacrale attraverso il nervo pudendo e dal plesso pelvico per mezzo dei nervi cavernosi. I rami del nervo pudendo forniscono l’ innervazione sensitiva e motoria somatica del pene. I nervi cavernosi veicolano fibre ortosimpatiche e parasimpatiche.
Il tessuto erettile dei corpi cavernosi è un sistema spugnoso costituito di spazi vascolari di forma irregolare, irrorati dalle arterie afferenti e drenati dalle vene efferenti. Nel p. flaccido gli spazi cavernosi contengono una modestissima quantità di sangue e appaiono come sottili fessure irregolari. Durante l’erezione vi si riversa una grande quantità di sangue sotto pressione, determinando la compressione delle venule sub-albuginee contro la quasi inestensibile tunica albuginea e la drastica riduzione del ritorno venoso. L’aumento dell’afflusso di sangue e la relativa riduzione del suo deflusso determinano la tumescenza e la rigidità del pene. L’erezione (➔) del p. è controllata da un complesso meccanismo nervoso attivato da stimoli sia psichici che tattili. L’attività del sistema parasimpatico si esplica mediante un incremento del flusso sanguigno attraverso il corpo cavernoso e il glande e un rilassamento delle trabecole muscolari lisce degli spazi sinusoidali. Il sistema ortosimpatico, all’inverso, svolge un ruolo nel determinare la successiva detumescenza.