DE COL, Pellegrino (Dei Col, De Colle)
Nacque a Belluno il 30 apr.; 1737, da Giovanni e Maria Galante (Pellegrini, 1892). Il padre, secondo la testimonianza del sacrista del duomo di Belluno (riportata in Alpago Novello, 1941), era "mistro", cioè un artigiano: viene così a cadere il dubbio sull'eventuale origine nobiliare dell'artista, che in numerose occasioni si era pretenziosamente firmato "de Colle". Non è chiaro dove sia avvenuta la sua formazione di incisore, poiché la proposta più accreditata, quella cioè di individuare il suo maestro in Niccolò Cavalli (presso il quale lavorerà più tardi a Venezia), non trova riscontri documentari. là d'altronde probabile che il D., da giovane, abbia operato nella celebre calcografia Remondini di Bassano (Bertarelli-Prior, 1981), ma i cataloghi della stamperia con l'indicazione dei suoì lavori vennero pubblicati diversi anni dopo 0785, nn. 278 s.).
Si tratta di dodici stampe, attualmente non rintracciabili, derivate "dagli Originali di Vincenzo Scozia" con sei Personaggi del Vecchio Testamento e sei Santi e Sante del Nuovo Testamento (sic): queste ultime incisioni, secondo il catalogo Remondini, vennero eseguite in collaborazione con Crescenzio Rizzi (o Ricci).
Il 1778 è la prima data certa nell'attività del D.: è l'anno in cui l'artista, approdato a Venezia, pubblicava presso l'editore Wagner le stazioni IV e X della Via Crucis, tratte da Giuseppe Angeli. Subito dopo, probabilmente, iniziò la sua lunga attività "ap. N. Cavalli Venetiis", come recitano quasi tutte le sue stampe.
Nel folto gruppo di opere dell'artista (centoventiquattro secondo l'elenco redatto dall'Alpago Novello, 1941, più altre trentadue aggiunte da Pallucchini, 1968) eseguite per la bottega veneziana - tutte opere di traduzione, tanto da convincere la critica successiva che la capacità tecnica del D. non era unita ad una pari creatività originale - si nota una spiccata preferenza per le scene pastorali e i paesaggi, ripresi da artisti contemporanei quali Maggiotto, Vernet, Novelli, Zuccarelli e altri. Le scene di soggetto religioso provengono invece tutte da opere più antiche di Pietro da Cortona, Sassoferrato e Carlo Maratta, mentre quelle profane derivano da dipinti di Angelika Kauffmann. Quattro incisioni, infine, illustrano la cattedrale e la basilica dei Santo di Padova.
Intensa è stata anche l'attività del D. per le illustrazioni di alcuni libri: un'edizione delle Opere di Metastasio (Venezia 1781-82, ed. Zatta, voll. IV, VI, VII, VIII) presenta sette lavori del D. - su disegno di P. Novelli -, e pochi anni dopo (1794) venne pubblicato a Venezia il libro Oracoli, Augurj, Aruspici..., con le figure di Saturno Proteo, e Serapide incise dal De Col. L'Alpago Novello (1941, p. 629) cita inoltre il libro Picturae Peristyli Vaticani manu Raphaelis Sanci edito nel 1801, dove sarebbero comparse dodici tavole del D., ma il libro è irreperibile, mentre le Tragedie di F. Ringhieri, citate da Maria Lanckoronska (1950, p. 21 n. 24) tra i libri con incisioni dell'artista, non risultano avere, nell'edizione e nell'anno indicato dalla studiosa, alcuna immagine.
Il D. mori a Venezia nel 1812.
Fonti e Bibl.: Catalogus recens in varias classes distributus librorum tam peculiarum... apud Iosephum Remondini, et filios, Venetiis 1785, nn. 278 s.; Oracoli, Augurj, Aruspici, Indovini della Religione Pagana tratti da antichissimi monum. delineati dal celebre J. Guarana ed incisi in ramedai più esperti veneziani..., Venezia 1792, pp. non num.; Catal. delle stampe tanto in nero che a colori... della calcogr. Vallardi, Milano 1824, pp. 17, 19 ss., 24, 38 s., 44, 53; Catalogo delle stampe incise della ditta Giuseppe Remondini e figli, Bassano 1842, p. 9; P. Zani, Enc. metodica... delle belle arti, I, 4, Parma 1820, p. 276; A. Buzzati, Bibliografia bellunese, Venezia 1890, pp. 284, 805 s.; F. Pellegrini, Catal. cronologico degli scultori ed incisori bellunesi, Belluno 1892, pp. non num.; R. Protti, Brevi cenni intorno a N. Cavalli, Belluno 1909, p. 9; G. Moschini, Dell'incisione a Venezia, Venezia 1926, pp. 109, 122, 140 s., 143; L. Alpago Novello, Giunte alla Bibliografia bellunese di A. Buzzati, estr. dalla Miscell. d. R. Deput. di storia patria per le Venezie, s. 4, V, IX (1931), pp. 125 n. 321, 134; A. Petrucci, Il volto segreto dell'incis. ital. del Settecento, in Boll. d'arte, XXXI (1938), pp. 541, 543 s., 558 n. 7; L. Alpago Novello, Gli incisori bellunesi, in Atti del R. Istit. veneto di scienze lettere ed arti, XCIX, (1941), 1, pp. 627-644; R. Gallo, L'incis. nel '700 a Venezia e Bassano, Venezia 1941, pp. 53 s.; G. Fabbiani, Nuove notizie su incisori bellunesi, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XIX (1941), p. 1259; R. Pallucchini, Mostra degli incis. bellunesi del '700, Venezia 1941, p. 103 n. 515; G. Morazzoni, Il libro illustrato venez. del Settecento, Milano 1943, pp. 163, 237, 243; M. Lanckoronska, Die venez. Buchgraphik des XVIII. Jahrh.s, Hamburg 1950, p. 21 nn. 133, 156 s., 214; T. Gasparrini Leporace, Il libro illustrato del '700 a Venezia, Venezia 1955, pp. 22 n. 44, 23; Mostra dei Remondini calcografi stampatori bassanesi, Bassano 1958, p. 27; R. Pallucchini, M. Ricci e gli incisori bellunesi del '700, Belluno 1968, n. XIV; G. Dillon-R. de Tos, Aspetti dell'incis. veneziana del '700, Venezia 1976, p. 38, tavv. 117 s.; A. Bertarelli-H. Prior, Il biglietto da visita italiano, Bergamo 1981, pp. 75 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., VII,p. 215 (con ult. bibl.; sub voce Colle, Pellegrino dal).