PELLANDA (fr. houppelande)
La pellanda (o opelanda o anche pelarda) sembra fosse così chiamata perché foderata di pelli; tuttavia se essa trasse la sua origine dalla houppelande francese, fu poi veste tipicamente italiana, e durante i secoli XIV e XV fu comune agli uomini e alle donne, specie in Lombardia e nell'Italia settentrionale. Apparsa in Francia verso la metà del sec. XIV, rimane in voga sino alla fine del regno di Carlo VI (1422) nella sua forma primitiva: veste ampia, da portare sopra altre vesti, aperta davanti e spesso anche ai lati, con maniche larghe e lunghissime, e in genere ornata di ricami e foderata di pelliccia. L'inventario di Carlo V (1380) menziona gran numero di pellande, alcune di velluto azzurro foderato di ermellino, altre di broccato d'oro con fodera di zibellino; in un solo inventario della corte di Ferrara al tempo di Niccolò III (1393-1442) figurano 36 pellande; nei conti della metà del sec. XIV si parla di pellande bastarde, a mezza gamba, per cavalcare; la pellanda ha sempre un suo cappuccio analogo ma non fisso, da portare in caso di pioggia; solo alla fine del sec. XV il cappuccio viene attaccato del tutto alla pellanda maschile; questa veste fu portata senza cintura fino ai primi del sec. XV, poi venne stretta alla vita da una cintura ricca d'ornamenti; la pellanda delle classi alte, lunga sino ai piedi, è veste da cerimonia e ha carattere di vestito serio e importante; raramente è portata dai giovani; spesso una specie di bavero di stoffa diversa orma il collo e le spalle. Verso il 1430 la pellanda francese viene imbottita sulle spalle: ha maniche aperte lateralmente e chiuse al polso; nelle classi medie questa veste è di lana, foderata di pelle di scoiattolo o d'agnello. Al principio del sec. XV la pellanda per cavalcare è lunga e ampia, mentre alla fine dello stesso secolo è cortissima, con maniche larghe e cappuccio. Nel costume femminile la pellanda è veste ricchissima: nel sec. XIV è una sopravveste lunga e ampia in fondo e più stretta ai fianchi, aperta davanti e foderata di pelliccia, con o senza cintura, con maniche aperte e immense e con un lungo strascico; nel sec. XV, specie in Lombardia, ha la vita cortissima e ampia gonna a gran pieghe: scompare in Italia e in Francia alla fine del Quattrocento, sostituita dalla soca. In Francia (sec. XV) la pellanda è molto scollata e di stoffe ricchissime con gran strascico rialzato da appositi ganci che formano panneggi.
Bibl.: B. Cecchetti, La vita dei Veneziani, Venezia 1886, p. 80; A. Racinet, Le costume historique, Parigi 1888; L. A. Gandini, Saggi degli usi e costumanze della corte di Ferrara al tempo di Niccolò III, Bologna 1891, p. 17; C. Merkel, Tre corredi milanesi del '400, Roma 1893, p. 48 segg.; F. Malaguzzi-Valeri, La corte di Ludovico il Moro, Milano 1913, pp. 217, 424; L. Chiappelli, La donna pistoiese del tempo antico, Pistoia 1914, p. 66; E. Polidori Calamandrei, Le vesti delle donne fiorentine del '400, Firenze 1924.