PELEO (Πηλεύς, Peleus)
Eroe greco, eponimo del monte Pelio in Tessaglia e della città di Pelio o Pelia (che si può supporre corrispondesse a un dipresso a Demetriade) situata alle sue falde. Suo padre è l'eroe eginetico Eaco, il quale appartiene però in origine anch'esso alla Tessaglia, come vi appartiene pure la moglie Endeide, figlia di Chirone (divenuta poi figlia di Scirone megarese solo in una leggenda seriore, dopo il trapiantamento di Eaco dalla Tessaglia ad Egina). Ha come fratello Telamone (a cominciare da Pindaro, più anticamente P. e Telamone erano solo amici). È anche suo fratello, ma figlio di un'altra madre (Psamate), Foco, che Peleo e Telamone uccidono o perché lo vedono preferito dal padre o per invidia della sua superiorità agonistica o perché aizzati dalla gelosia di Endeide o infine anche involontariamente per un mal riuscito lancio del disco. Comunque, in seguito all'uccisione di Foco, P. e Telamone vengono da Eaco banditi da Egina: Telamone va a stabilirsi in Salamina, P. si reca in Tessaglia. Quivi, a Ftia, è purificato da Eurizione che egli però ha la disavventura di uccidere involontariamente a caccia; ripara allora in Iolco presso Acasto che lo purifica del nuovo involontario delitto e lo accoglie ospitalmente; ma qui gli accade un nuovo guaio, benché di genere assai diverso. E cioè la moglie di Acasto, Creteide o Ippolita o Astidamia, s'innamora di lui e poiché egli, indignato, la respinge, lo calunnia presso il marito. Acasto non vuole uccidere colui ch'egli ha purificato, ma durante una caccia fa ch'egli resti abbandonato senz'armi in un luogo deserto; i centauri o le fiere lo torranno di mezzo. Ma gli dei vengono in aiuto al casto P. inviandogli per mezzo di Ermete un gran coltello da caccia. Riuscito così a salvarsi, P. prende la città di Iolco e vi uccide Acasto e la moglie e si trasferisce poi a Ftia dov'è festosamente accolto.
La vicenda più interessante della vita di P. è costituita dalle sue nozze con Tetide. Intorno alle quali vi furono due tradizioni. Secondo l'una l'eroe del Pelio cerca di conquistare la recalcitrante dea della prossima costa marina e la ottiene solo dopo di averla vinta nella lotta (probabilmente determinò il sorgere di questa forma della leggenda la connessione di P. con πάλη). Più comune e nota l'altra tradizione secondo la quale P. ottiene Tetide come sposa in seguito a una decisione degli dei. E cioè tanto Zeus quanto Posidone desiderano le nozze della bella nereide, ma Temide predice che di Tetide dovrà nascere un figlio più forte del padre; la si lasci dunque sposare da un mortale. Zeus e Posidone, benché a malincuore, si rassegnano, e il fortunato mortale è P. prescelto appunto per la sua virtù. La mitologia greco-romana fonde poi le due versioni in quanto Tetide non si vuole rassegnare al verdetto degli dei, e P. deve conquistarla con la forza. Ma Tetide si cangia in ogni sorta di fiere, e anche in fuoco e in acqua, e P. non riuscirebbe a domarla senza il consiglio di Chirone, che lo esorta a tenerla stretta fra le braccia qualunque forma sia per prendere; alla fine essa si stancherà e riprenderà le sembianze umane: segno che allora si darà per vinta. Le nozze fra P. e Tetide si celebrano sul monte Pelio con grandissima solennità e alla presenza degli dei: Apollo vi suona la cetra e il coro delle Muse lo accompagna. Cospicui sono i doni degli dei; in particolar modo si parla della formidabile lancia che dal padre passerà poi al figlio Achille, ma in taluna fonte si menzionano pure i cavalli Xanto e Balio, e poi un'aurea coppa da parte di Afrodite, un vestito da Era, un flauto da Atena, ecc.
A tutte le più grandi e audaci imprese dell'età eroica P. prende parte; così ai ludi funebri in onore di Pelia; così alla caccia del cinghiale calidonio; così alla spedizione argonautica; e ancora alla spedizione di Eracle contro Troia e alla lotta di Eracle contro le Amazzoni. La vecchiaia di P. generalmente fu rappresentata (in particolare sotto l'influsso della tragedia) come misera e triste; una leggenda fa che egli, cacciato dalla Tessaglia, venga a finire i suoi giorni a Cos. Dopo la morte egli raggiunge l'Eliso dove si trova con Cadmo (Pindaro, Olmpica II).
Numerosissime le pitture vascolari riferentisi alle varie vicende di P., in particolare alla sua lotta con Tetide.
Bibl.: Bloch, in Roscher, Ausführliches Lexikon der griechischen und römischen Mythologie, III, ii, Lipsia 1909, coll. 1827-1845; L. Preller, Griechische Mythologie, 4ª ed., a cura di C. Robert, II, i, Berlino 1920, pp. 65-83.