Almodóvar, Pedro
Regista e sceneggiatore cinematografico spagnolo, nato a Calzada de Calatrava (La Mancha) il 24 settembre 1951. Verso la metà degli anni Settanta ha collaborato con alcune riviste underground come El víbora e Star. Nello stesso periodo ha realizzato i primi cortometraggi: Dos putas (1974); Caída de Sodoma (1974); Sexo va sexo viene (1980). È stato scoperto dalla critica internazionale con Mujeres al borde de un ataque de nervios (1988; Donne sull'orlo di una crisi di nervi) in cui è riuscito con estrema efficacia a tracciare un ritratto irriverente della società madrilena.
Il suo esordio nel lungometraggio era avvenuto con Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón (1980; Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio), in cui si era già distinto per l'audacia dei contenuti e per la voluta trasgressione delle forme cinematografiche classiche. Una forte propensione per i toni grotteschi tendenti a dissacrare le basi del perbenismo spagnolo si manifesta nelle opere successive: Laberinto de pasiones (1982; Labirinto di passioni); Entre tinieblas (1983; L'indiscreto fascino del peccato); ¿Qué he hecho yo para merecer esto? (1984; Che ho fatto io per meritare questo?).
Quello di A. è un campionario umano di perversioni e diversità: individui socialmente instabili si muovono nei diversi contesti ambientali e artistici della movida madrilena, resi attraverso giochi cromatici dai forti contrasti. Con Matador (1986) e La ley del deseo (1987; La legge del desiderio) il suo cinema si è spostato verso una personale ricostruzione delle forme del melodramma, indagando maggiormente nell'istintiva passionalità dei suoi personaggi e nelle loro mutevoli forme di desiderio. La struttura da telenovela, l'influenza del mondo della Pop Art, del teatro, della moda s'insinuano in un impianto melodrammatico sempre più collaudato che tende spesso a fondersi con le forme del giallo erotico (¡Átame!, 1990; Légami), del poliziesco-reportage (Kika, 1993) e con intermezzi comico-grotteschi (Tacones lejanos, 1991; Tacchi a spillo). La flor de mi secreto (1995; Il fiore del mio segreto) e Carne trémula (1997) portano i segni di un'ulteriore evoluzione espressiva. In questi ultimi film la sua scrittura si fa più asciutta e amplifica il lato romantico dei suoi personaggi, evidenziando anche il loro rassegnato pessimismo. Nel 1999 ha realizzato Todo sobre mi madre (Tutto su mia madre), che ha ricevuto il premio per la miglior regia al festival di Cannes. Il film, opera al femminile di rara intensità, rappresenta uno dei vertici più alti della sua carriera. Vedi tav. f.t.
bibliografia
N. Bouza Vidal, El cine de Pedro Almodóvar, Madrid 1988.
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Folle folle folle Pedro! Il cinema di Pedro Almodóvar, a cura di S. Naitza, V. Patanè, Cagliari 1992.
D. Aronica, Pedro Almodóvar, Milano 1994; Pedro Almodóvar, a cura di E. Imparato, Roma 1994.
P.J. Smith, Desire unlimited. The cinema of Pedro Almodóvar, London-New York 1994.
F. Strauss, Il cinema secondo Almodóvar, Milano 1995.