PEDALE
. Musica. - I. Elemento applicato ad alcuni strumenti (organo, pianoforte, arpa, ecc.) per ottenere effetti diversi da strumento a strumento: nell'organo, per es., esso (disposto in serie) ha funzioni analoghe a quella dei tasti del manuale, mentre nel pianoforte serve a prolungare o ad arrestare la risonanza e nell'arpa a modificare l'altezza dei suoni (v., a questo proposito, le voci relative a tali strumenti).
II. Procedimento armonico che ha preso nome dal mezzo strumentale, con cui venne da principio effettuato. La costruzione primitiva degli organi, imperfetta e disagevole, rendeva comodo al suonatore fermare talvolta un suono della pedaliera (generalmente quello che corrispondeva alla nota base della tonalità) per intesservi sopra le altre parti della polifonia.
Questo procedimento - che fu normale nell'antichissima forma dell'organum (v.), e che è storicamente provato anche dall'esistenza di strumenti a bordone (cornamusa e ghironda) - costituisce l'origine del pedale armonico. Questo può definirsi come un suono più o meno prolungato, sul quale si svolgono armonie, anche lontane dalla base tonale da cui il pedale proviene.
Il pedale, per la sua posizione nel contesto armonico, può essere: basso (se posto nella parte più grave), centrale (se in parte mediana), acuto (se nella parte più elevata); per la sua consistenza fonica può essere: semplice (di un solo suono), doppio (di due suoni); v'è infine una specie di pedale fiorito da suoni tonalmente vicini che si dice pedale figurato. I gradi della scala, che, per la loro importanza nella gerarchia tonale, si scelgono più spesso per la funzione di pedale, sono la tonica e la dominante; ma nell'arte moderna non mancano esempî di pedale che traggono ragioni di vaghezza dal fondarsi su gradi secondarî della scala stessa. L'uso del pedale è entrato assai presto a far parte della composizione polifonica, in cui frequentemente esso è chiamato all'ufficio di fondamento dei riepiloghi tematici. Un tale ufficio è normale nella fuga - dove il pedale prende posto di solito alla fine degli stretti, presso la chiusa - e nei componimenti di stile fugato.
Infine il pedale può compiere funzioni tipicamente espressive e però integranti, in musiche il cui carattere precipuo risieda in una calma sognante, per es., la Berceuse op. 57 di Chopin. Un gigantesco pedale figurato dell'accordo di mi bemolle maggiore, descrivente la primordialità dell'elemento acqueo, può considerarsi l'intero preludio dell'Oro del Reno di R. Wagner.