Samuelson, Paul Anthony
Economista teorico e applicato statunitense (Gary, Indiana, 1915 - Belmont, Massachusetts, 2009). Allievo di J.A. Schumpeter (➔) e A. Hansen (➔) alla Harvard University, ha insegnato al Massachusetts Institute of Technology (MIT) dal 1947, combinando l’attività di studio a quella di consulente per le amministrazioni J.F. Kennedy e L.B. Johnson.
Nel ristretto novero dei più influenti economisti del 1900, è stato il caposcuola dell’indirizzo neokeynesiano; lo si ricorda quale grande artefice della sintesi neoclassica (➔ neoclassica. economia), che ha permesso di riallineare la teoria keynesiana, ritenuta efficace per condurre il sistema alla piena occupazione, a quella neoclassica, a sua volta strumento interpretativo più appropriato allo studio delle situazioni di equilibrio. Il suo nome è legato a notevoli contributi nel campo della teoria dinamica (applicò all’economia il principio dell’equilibrio termodinamico), della teoria del benessere (condizioni di Lindahl-Bowen-Samuelson) e del commercio internazionale (effetto Balassa-Samuelson); a lui si devono anche il modello dei prestiti di consumo intergenerazionale, la teoria delle preferenze rivelate (➔ rivelate, preferenze) e i teoremi di non sostituzione.
Presidente dell’American Economic Association (1961), nel 1970 fu insignito del premio Nobel per l’economia. Tra le opere: Foundations of economic analysis (1947), Economics: an introductory analysis (1948) e di Linear programming and economic analysis (1958, con R. Dorfman e R.M. Solow). La sua produzione è stata raccolta in The collected scientific papers of P. A. S. (7 voll., 1966-2011).