GIZZI, Pasquale Tommaso
Cardinale, nato a Ceccano il 22 settembre 1787, morto a Lenola (Fondi) il 3 giugno 1849. Abbracciata la carriera ecclesiastica ed entrato in diplomazia, fu dapprima uditore di nunziatura a Monaco, a Berna, a Torino, a Vienna, a Bruxelles. Più tardi, nunzio a Torino, dovette lasciare l'ufficio per grave malattia. Fu proclamato cardinale il 22 gennaio 1844 col titolo di S. Pudenziana e inviato a reggere la legazione di Forlì. Qui si fece amare per l'affabilità dei modi e la saggia prudenza del governo, e per non aver voluto nella sua provincia la commissione straordinaria per i sospetti politici. Venuto a Roma, il G., che era di salute cagionevolissima, si ammalò di nuovo e in quelle condizioni di salute entrò nel conclave del 1846. A lui, lodato da M. d'Azeglio negli Ultimi casi, molti guardavano come a possibile papa (e la voce della sua elezione corse il 16 giugno, provocando il giubilo dei liberali). Chiamato a far parte della commissione consultiva creata da Pio IX, fu l'8 agosto nominato segretario di stato. La simpatia popolare, però, non lo sorresse, quando alcune sue circolari (come quella del 26 agosto 1846 sull'educazione del popolo e l'altra dell'8 ottobre contro le dimostrazioni), suscitando dissensi e polemiche, sminuirono il suo prestigio. Privo di vera esperienza politica, il G. apparve inadeguato ai tempi nuovi e difficili. Presidente del Consiglio dei ministri creato dal motu-proprio del 12 giugno 1847, proibì il 22 giugno 1847 le dimostrazioni, dando un nuovo colpo alla propria popolarità. Dopo l'istituzione della guardia civica, da lui giudicata concessione pericolosa, si dimise (7 luglio 1847). Il suo nome restò legato alla creazione della Consulta di stato. Quando il papa lasciò Roma rifugiandosi a Gaeta, il G. lo raggiunse colà l'11 dicembre 1848.