PISARI (Piseri), Pasquale
PISARI (Piseri), Pasquale. – Compositore, nato intorno al 1725 a Roma. Si ignorano i nomi dei genitori (il padre sarebbe stato un muratore; cfr. Schilling, 1841, p. 465).
Ragazzo dotato di bella voce, fu forse avviato allo studio del canto da Francesco Gasparini (ibid.); con la muta della voce, da soprano divenne basso. Per la soverchia timidezza, si sarebbe esibito solo di rado e non senza costrizione. A detta di Giuseppe Baini (1828, p. 65), Gasparini e Giovanni Biordi lo addestrarono anche nella composizione. Allo studio delle opere del Palestrina si applicò con tanto successo che Giambattista Martini lo soprannominò il Palestrina del Settecento (Baini, 1828, II, p. 65 n. 513): si sarebbe approssimato all’insigne modello più d’ogni altro compositore coevo. Padre Martini, grazie al sostegno di Luigi Antonio Sabbatini, fece fare un ritratto di Pisari per la propria iconoteca (oggi nel Museo della Musica di Bologna), con una seconda copia per l’archivio pontificio: in esso Pisari tiene in mano un foglio di musica su cui si legge un canone a 12 voci (a 6 voci nella versione della Biblioteca Vaticana, Cappella Sistina, 223, 20) sulle parole «di farmi ritrattar non fu mio voto». Dal 1753 Pisari fece parte della Cappella pontificia, a lungo come soprannumerario; vestiva poveramente e abitava in una piccola stanza, miseramente arredata. Nel 1777, su istigazione dei cantori pontifici, scrisse in aggiunta a quelli già in repertorio un terzo Miserere a nove voci (a detta di Baini venne eseguito nella Cappella Sistina in presenza di Pio VI), che però non corrispose alle aspettative. Quando morì, Pisari stava lavorando per conto del re Giuseppe I del Portogallo, che gli aveva fatto commissionare un Dixit Dominus a 16 voci in quattro cori (eseguito da 150 cantori nella basilica dei SS. Apostoli a Roma) e un Proprium missae a quattro voci per tutto l’anno: ma l’onorario per questi lavori arrivò troppo tardi per Pisari e fu incassato da un nipote, unico erede.
Morì a Roma nel marzo 1778. La data del 27 marzo, ripresa dall’Antologia romana del 1777-78 (IV, p. 400) sarà un refuso, se già il 18 marzo Sabbatini dava notizia a padre Martini della morte del cantore pontificio (Bologna, Museo della Musica, I.016.117).
Opere manoscritte di Pisari sono conservate a Berlino (Staatsbibliothek), Monaco di Baviera (Bayerische Staatsbibliothek), Münster in Vestfalia (Seminario vescovile), Ratisbona (Biblioteca Proske), Oxford (Bodleian Library), Bologna (Museo della musica), Padova (Cappella antoniana), Roma (Biblioteca Casanatense), Città del Vaticano (Biblioteca Apostolica Vaticana).
Pisari, di tutti i compositori che nel Settecento si diedero a imitare lo stile del Palestrina, fu quello che a detta dei contemporanei più vi si sarebbe approssimato. Padre Martini, in morte di Pisari, scrisse a Sabbatini: «egli si era reso così eccellente nel comporre che non ho conosciuto chi si accostasse al Palestrina più di esso» (G. della Valle, Memorie storiche del P. M. G. Martini, Napoli 1785, p. 123).
Nelle diciture dei brani polifonici egli distingue tra «stile armonico» (che designa la scrittura polifonica regolare) e «in concerto» (che allude a una distribuzione tra voci concertate e di ripieno).
In un compositore che come Pisari sapeva collegare organicamente le risorse stilistiche coeve con le tecniche dello stile antico capita d’incontrare lo stile osservato e la prassi moderna gomito a gomito in una stessa composizione. Charles Burney vantò in questi termini un brano policorale di Pisari, una messa a 16 voci: «non avevo visto mai musica di questo genere, costruita in modo così dotto e ingegnoso. Palestrina non scrisse mai musica a più di otto voci, e pochi compositori hanno raggiunto un risultato soddisfacente con altrettante voci; infatti, raddoppiarne il numero significa aumentare la difficoltà assai più del doppio …» (1770; trad. it 1979, p. 352).
L’opera di Pisari lasciò tracce durevoli in Roma: Giuseppe Jannacconi, il maestro di Baini, era stato suo amico; e da Baini promanò la nuova immagine del Palestrina, che nell’Ottocento venne in auge in Italia come in Germania.
Fonti e Bibl.: Ch. Burney, The present state of music in France and Italy, London 1771, pp. 370-372 (trad. it. a cura di E. Fubini, Torino 1979, pp. 352 s.); G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di G.P. da Palestrina, Roma 1828, I, p. 246 n. 350, II, pp. 65 s. n. 513, 197 n. 578, 316 n. 636; Musikalisches Conversations-Lexicon. Encyclopädie der gesammten Musik-Wissenschaft, a cura di A. Gathy, Hamburg 18402, p. 360; Encyclopädie der gesammten musikalischen Wissenschaften oder Universal-Lexikon, a cura di G. Schilling, V, Stuttgart 1841, p. 465 s.; J.-A. de La Fage, Essais de diphtérographie musicale, II, Paris 1864, pp. 106-113; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, VII, Paris 18672, p. 62; F.X. Haberl, Bibliographischer und thematischer Musikkatalog des Päpstlichen Kapellarchivs im Vatikan zu Rom, Leipzig 1888, p. 160 s.; R. Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon, VII, 1902, pp. 457 s.; K.G. Fellerer, Der Palestrinastil im 18. Jahrhundert, Augsburg 1929, pp. 219-233; Id., Palestrina-Studien, Baden-Baden 1982, pp. 324-328; Id., Geschichte der katholischen Kirchenmusik, II, Kassel 1976, pp. 36, 89, 129, 181; J.M. Llorens, Capellae Sixtinae Codices musicis notis instructi sive manu scripti sive praelo excussi, Città del Vaticano 1960, pp. 542, 269-271, 295, 335 s., 375; S. Gmeinwieser, Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon, VII, Herzberg 1994, col. 639; Kataloge Bayerischer Musiksammlungen, V, 3: Katalog der Musikhandschriften Collectio musicalis Maximilianea, a cura di B. Wackernagel, München 1981, pp. 65 s.; XIV, 2: Bischöfliche Zentralbibliothek Regensburg [d’ora in poi: BZR], Sammlung Proske, Manuskripte des 18. und 19. Jahrhunderts …, a cura di G. Haberkamp - J. Reutter, München 1989, pp. XXX, 77, 131; XIV, 6: BZR Bibliothek Franz Xaver Haberl, a cura di J. Hoyer, München 1996, p. 193; XIV, 7, BZR Thematischer Katalog der Musikhandschriften, Bibliothek Franz Xaver Haberl, a cura di D. Haberl, München 2000, p. 184; XIV, 8, BZR Thematischer Katalog der Musikhandschriften, Bibliothek Franz Xaver Haberl, a cura di D. Haberl, München 2000, pp. 440 s.; XIV, 9: BZR Thematischer Katalog der Musikhandschriften Sammlung Mettenleiter, a cura di G. Haberkamp, München 1998, p. 315; C. Stadelmann: Fortunatissime Cantilene! Padre Martini und die Tradition des gregorianischen Chorals, Eisenach 2001, pp. 135-141; J. Heidrich, Protestantische Kirchenmusikanschauung in der zweiten Hälfte des 18. Jahrhunderts, in Abhandlungen zur Musikgeschichte, a cura di U. Konrad - H.J. Marx - M. Staehelin, Göttingen 2001, p. 95 n. 36; L’archivio musicale della Basilica di San Giovanni in Laterano, Catalogo dei manoscritti e delle edizioni (secc. XVI-XX), a cura di G. Rostirolla, Roma 2002, I, pp. XXV, 5897 s.; The New Grove of music and musicians (ed. 2001), XIX, pp. 785 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, 2005, coll. 630 s.