BONINSEGNI, Pasquale
Nacque a Rimini il 10 ott. 1869 da Raffaele e Maria Tosi. Nonostante le disagiate condizioni della sua famiglia, poté proseguire gli studi grazie all'aiuto finanziario di uno zio materno e del conte Gaetano Battaglini di Rimini. Nel 1894 si laureò in matematica presso l'università di Bologna. Risalgono all'epoca degli studi universitari la sua adesione al partito socialista e l'esordio nell'attività politica, con conferenze che gli valsero una discreta fama e l'amicizia di molti capi socialisti, in particolare dell'avvocato Francesco Bonavita di Forlì. Nel 1894 fu assegnato a domicilio coatto. A Roma, dove si trasferì qualche tempo più tardi, emerse come uno dei capi più attivi del partito socialista locale, svolgendo un'intensa attività di propaganda e organizzando un congresso regionale socialista tenuto nel 1896. Si dedicò inoltre all'organizzazione economica e politica dei contadini della provincia romana, dirigendo una serie di agitazioni e istituendo a Marino un circolo socialista prima e una cooperativa di consumo poi, ambedue disciolti per ordine delle autorità.
Un profondo malcontento si era diffuso nelle campagne romane in seguito alla legge del 1888 che prevedeva l'abolizione entro breve tempo di tutti gli usi civici esistenti nelle province ex pontificie. In reazione a questo provvedimento, si erano verificate numerose invasioni di terre da parte dei contadini. Particolarmente intensa fu l'agitazione che il B. diresse durante l'estate del 1897 nelle località di Frascati, Ariccia, Monteporzio e Montecompatri (Roma, Arch. Centrale dello Stato, Casellario politico centrale, B. 342, fasc. Boninsegni Pasquale).
Nel 1899 assunse per qualche tempo la direzione del settimanale L'Asino, in sostituzione di Guido Podrecca, rifugiatosi in Svizzera. In questa qualità venne condannato a un anno e sei mesi di reclusione per diffamazione a mezzo di stampa, con sentenza del 29 dic. 1900.
Nel frattempo egli si era trasferito a Losanna. L'allontanamento dall'Italia segnò una svolta radicale nell'esistenza del Boninsegni. Venuto a contatto con Vilfredo Pareto, di cui acquistò rapidamente la stima e l'amicizia, egli abbandonò definitivamente l'attività politica per dedicarsi agli studi di economia matematica. Un primo risultato delle sue indagini in questo campo fu un saggio su Il principio della convenienza economica e la scienza della quantità, nel Giornale degli economisti (maggio 1901, pp. 470-84), scritto in polemica con il metodo arbitrario di alcuni economisti nel ridurre enti non definiti a quantità calcolabili. In tutti gli scritti, anche quelli più tardi, il B. rimase fedele alla teoria economica paretiana, alla quale apportò non trascurabili perfezionamenti.
Si può ricordare a questo proposito uno scritto che egli pubblicò sulla Vita internazionale del gennaio e febbraio 1903, in polemica con Alfredo Niceforo. In esso l'autore affermava, in armonia con la teoria di Pareto, che "la formazione, la decadenza, e la successione delle élites non sono la risultante di un fattore puramente economico, ma qualcosa di più complesso, e lo si intende, sono la risultante di un fenomeno sociale di cui l'economico non è che un fattore".
Dal 1906 fu incaricato di sostituire Pareto alla cattedra di economia politica dell'università di Losanna. Nel 1928 fu promosso professore ordinario e un anno più tardi fu nominato direttore della scuola di scienze sociali di quell'università. Iscrittosi nel frattempo al fascio di Losanna, non mancò di manifestare in riunioni pubbliche i suoi sentimenti di fedeltà al fascismo (Arch. Centrale dello Stato, ibid.). Fu tra i membri della delegazione dell'università di Losanna che nel 1937 si recò a Roma per conferire la laurea honoris causa a Mussolini. Due anni più tardi fu nominato senatore del Regno.
Tra gli scritti più importanti del B. dobbiamo ricordare - oltre ai già menzionati - I fondamenti dell'Economia pura, in Giornale degli economisti, febbraio 1902, pp. 106-133; Un nuovo trattato di Economia matematica,ibid., aprile 1903, pp. 327-337; Tentativi di ricerca sulle funzioni di domanda e di offerta nel caso del baratto,supposte le ofelimità elementari lineari, ibid., settembre 1904, pp. 210-236; nonché i volumi Précis d'économie politique (Lausanne 1909), Traité d'économie politique (ibid. 1925), rimasto incompiuto, e Manuel élémentaire d'économie politique (ibid. 1930), considerati utili introduzioni allo studio dell'economia scientifica. Gli scritti e la biblioteca del B. vennero donati dalla vedova alla Biblioteca comunale di Rimini.
Il B. morì a Losanna il 19 ott. 1939.
Fonti e Bibl.: Arch. Centrale dello Stato, Casellario politico centrale, B.342, fasc. B.P.; V.Pareto, Lettere a Maffeo Pantaleoni (1890-1923), a cura di G. De Rosa, Roma 1960, ad Indicem; Scritti paretiani. Con 47 lettere ined. di V. Pareto ad A. de Pietri-Tonelli, a cura di P. De Pietri Tonelli, Padova, 1961, pp. 67, 73; necrologio, in Archivio storico della Svizzera italiana, XV (1940), pp. 120 s.; G. Sensini, P. B. e la sua opera nel campo dell'economia matematica,ibid., pp. 142-145; Id., Ancora sull'opera scientifica di P. B.,ibid., XVI (1941), pp. 233-34; I. De Begnac, L'Arcangelo sindacalista: F. Corridoni, Milano 1943, pp. 222, 795; J. Griziotti-Kretschmann, Storia delle dottrine economiche, Torino 1954, p. 383; C. Cicerchia, Le origini delle leghe di resistenza nei Castelli romani, in Movimento operaio, n.s., VII (1955), pp. 587-588.