partita doppia
Metodo che è alla base della rappresentazione contabile della realtà aziendale e che porta alla costruzione del bilancio di esercizio e consolidato (➔ anche ragioneria); esso è costituito quindi da un insieme di regole che permettono di registrare le operazioni aziendali e analizzarne successivamente gli effetti. Per poter osservare gli esiti che le operazioni hanno sull’andamento della ricchezza aziendale (reddito e capitale) per un determinato periodo di tempo, è necessario infatti utilizzare un sistema che consenta di isolare i fenomeni da osservare e di raccogliere, classificare, elaborare i valori finanziari ed economici che scaturiscono dalle operazioni medesime.
Per applicare il metodo è necessario l’utilizzo del conto, uno strumento capace di registrare nel tempo i dati relativi a un determinato oggetto. La p. d. è stata utilizzata per la prima volta nelle società mercantili, si presume a partire dalla fine del 1200. In tale ambito, però, questo metodo veniva impiegato per determinare le posizioni di credito/debito verso clienti/fornitori e i soci e la consistenza anche quantitativa (in termini fisici) delle merci. Ai nostri giorni, invece, la p. d. viene usata per misurare la situazione economica, patrimoniale e finanziaria. L’oggetto quindi attorno a cui ruotano le scritture contabili si è evoluto nel tempo; tuttavia, la p. d. ha mantenuto inalterata la sua efficacia ed è impiegata da aziende operanti in tutto il mondo.
Il metodo della p. d. si compone di 3 regole. In base alla prima, detta ‘funzionamento antitetico delle sezioni dei conti’, questi ultimi sono composti da due sezioni, dare e avere, che accolgono variazioni di segno opposto. Ogni operazione deve poi essere osservata congiuntamente da due prospettive diverse: i cambiamenti del denaro e dei suoi sostituti e la relativa causa (aspetto originario e derivato). Questa seconda regola prende quindi il nome di ‘duplicità dell’aspetto di osservazione’. In terzo luogo, i conti appartenenti a due classi diverse funzionano in modo antitetico, per cui le variazioni positive dei conti finanziari sono registrate nella sezione dare, mentre le variazioni positive dei conti aventi natura economica devono essere iscritte in avere. Tale regola è denominata ‘funzionamento antitetico delle classi di conti’.