LAGERKVIST, Pär
Poeta svedese, nato a Växjö il 23 maggio 1891. È la figura più rappresentativa della nuova generazione letteraria.
Da giovane soggiornò per qualche tempo a Parigi e si affermò subito come fautore di un movimento espressionistico in letteratura, corrispondente a quello contemporaneo delle arti figurative (v. il saggio Ordkonst och bildkonst, Arte della parola e arte figurativa, 1913; e le raccolte: Motiv, 1914, e Järn och människor, Ferro e uomini, 1917). Poi la sua natura mistica e pensosa prese sempre più il sopravvento nei volumi di liriche, che seguirono: Ängest (Angoscia, 1916); Det eviga leendet (L'eterno sorriso, prose liriche, 1920); Den lykkligesv äg (La via dell'uomo felice, 1921). Dopo avere rivendicato la tuttora persistente modernità dell'ultimo Strindberg (Teater, 1918), ne continuò la tradizione in una serie di drammi: Himlens hemlighet (Il mistero del cielo, 1919); Den osynlige (L'invisibile, dramma in versi, 1923); Han som levde om sitt liv (Colui a cui fu dato di rivivere la sua vita, 1928). Nelle liriche come nei drammi, come anche nelle opere narrative (v. Onda Sagor, Male leggende, 1924, Kämpande ånde, Spiriti combattenti), la tonalità della poesia, prima cupa, diviene a poco a poco più chiara, illuminata di bontà verso la vita; e il L. stesso ha dato rilievo alla sua evoluzione spirituale in alcuni scritti filosofici autobiografici: Gäst hos verkligheten (Ospite nella realtà, 1925), e Besegrade livet (La vita superata, 1927).
Bibl.: G. M. Bergman, P. L.s dramatik, Stoccolma 1928.