BUSSI, Papirio
Nato a Viterbo nel 1685 0 1686, il B., ascritto in giovane età tra i cavalieri di Malta, entrò in servizio nella marina pontificia e nel 1715, quale capitano della galera "S. Benedetto", partecipò alle operazioni della squadra romana contro la flotta turca nel mar Ionio e contro alcuni legni corsari barbareschi che minacciavano le coste adriatiche e tirrene dello Stato pontificio. L'anno seguente, fu preposto alla galera "S. Pio", varata in marzo, e prestò servizio di sorveglianza contro i corsari lungo la costa tirrenica da Civitavecchia a Ponza. Nel 1717 prese parte, con l'intera squadra pontificia, alle operazioni nei pressi del capo Matapan contro la flotta turca; nel 1718 contribuì alla brillante azione contro Dulcigno, sulla costa dalmata.
Nel 1722, il B. fu nominato comandante della squadra pontificia, incarico che terrà sino al 1752. Nell'anno stesso della nomina guidò la squadra in diverse azioni contro i legni corsari presso Giannutri, il capo d'Anzio e l'Argentario. Nel 1723 catturò al largo di Astura un grosso sciabecco tripolino; nella primavera del 1724 costrinse alla resa un pinco tunisino nelle acque di Palo e nell'autunno ne catturò un altro della stessa nazionalità presso Anzio. Nel 1726 ebbe l'incarico di scortare dalla foce del Tevere al porto di Livorno il carico della biblioteca del cardinal Fabroni lasciata in eredità alla città di Pistoia.
Negli anni seguenti il B. dirige e coordina l'attività delle galere pontificie nei viaggi di scorta, nelle azioni contro i corsari e nella difesa costiera, avendo quale collaboratore, fra gli altri, il congiunto Domenico Bussi, capitano della fanteria da sbarco.
In occasione del riordinamento della squadra pontificia, decretato da Benedetto XIV il 1º giugno 1741 il B. fu confermato comandante; nel 1747, benché l'attività della squadra fosse in declino, fu varata a Civitavecchia, alla presenza del papa, una nuova galera, ch'ebbe nome "Benedetta" sulla quale lo stesso B. andò in crociera nel Tirreno.
Nel settembre 1752 fu nominato vicecastellano di castel Sant'Angelo, carica che ricoprì sino alla morte, avvenuta a Roma il 19 luglio 1766.
Un antenato del B. dello stesso nome, del quale non ci è nota la data di nascita, dopo aver militato fra i cavalieri di S. Stefano, era entrato nella marina pontificia, prestando servizio quale capitano; nel 1605, fu preposto da Paolo V alla marina pontificia, con il titolo di luogotenente, mentre fungeva da soprintendente generale il cardinale Scipione Borghese.
Nel settembre 1606 guidò la capitana pontificia di conserva con altre navi cristiane nell'azione contro quattro galere dei corsari tunisini che vennero catturate nel mare di Calabria; alla squadra pontificia affiancò una galera di sua personale proprietà con la quale condusse brillanti imprese contro i corsari. Nel 1607, in uno scontro sfortunato in mare o forse in uno sbarco a terra sulle coste barbaresche, cadde prigioniero e venne condotto ad Algeri. Tornato in patria con una fuga avventurosa, non si hanno altre notizie su di lui dopo questo episodio, che alcuni autori peraltro antepongono al suo servizio pontificio.
Bibl.: A. Guglielmotti, Gli ultimi fatti della squadra romana da Corfù all'Egitto, Roma 1884, pp. 47, 77, 155; C. Manfroni, La marina pontificia durante la guerra di Corfù, in Arch. della Soc. romana di storia patria, XIV (1891), pp. 305-363; E. Rodocanachi, Le Château Saint-Ange, Paris 1909, pp. 232 ss.; P. Pagliucchi, I castellani del Castel S. Angelo di Roma..., II, Roma 1928, pp. 146-151. Sul Bussi del XVII sec.: V. Coronelli, Bibl. universale sacro-profana, VI, Venezia 1706, coll. 1582 s.; G. V. Marchese, La galeria dell'onore…, Forlì 1735, II, pp. 561 s.; M. N. Torelli, Storia della chiesa e convento della Quercia presso Viterbo, Viterbo 1827, p. 162 s.; G. Guglielmotti, La squadra permanente della marina romana, Roma 1882, pp. 179-196; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, II, 2, Viterbo 1940, p. 403.