PAPILLA ottica
È la zona di espansione del nervo ottico nel punto in cui questo penetra nell'occhio e si continua nella membrana retinica. Ha l'aspetto di un disco biancastro, rotondeggiante o leggermente ovalare, con il massimo diametro verticale. Essa non corrisponde esattamente al polo posteriore del globo oculare ma, rispetto a questo, è situata un poco all'interno e in basso. La denominazione di papilla lascerebbe pensare che essa sia sporgente mentre, normalmente, è situata nel piano medesimo della retina. Nel centro presenta una depressione imbutiforme, detta escavazione fisiologica della papilla, prodotta dal fatto che le fibre ottiche si separano per aprirsi prima di raggiungere il livello della retina; in corrispondenza di questa escavazione emergono i vasi centrali (arteria e vena) destinati alla membrana nervosa.
Nel fondo di essa si osservano punti scuri i quali sono dati dalle trabecole della lamina cribrosa. L'escavazione fisiologica è, generalmente, limitata alla parte centrale della papilla, solo a volte si estende fino al margine temporale, in nessun caso interessa tutto il disco papillare (ciò si riscontra nel glaucoma); non ha margini tagliati a picco, ma essi si portano leggermente verso il piano retinico. La maggior quantità delle fibre nervose dell'ottico si espande nella retina situata al lato nasale della papilla, perciò i limiti di questa sono, in tale parte, meno netti che dal lato temporale. La papilla è limitata alla periferia da due anelli o archi: il più interno, bianco, corrisponde alla sclerotica, il più esterno, bruno, è dato dall'epitelio pigmentato e impropriamente è amato anello coroideale. Dal punto di vista istologico la papilla risulta costituita esclusivamente dalle fibre del nervo ottico, ridotte allo stato di cilindrassi; dette fibre, per essere prive di mielina, assumono un aspetto grigiastro e traslucido. La papilla ottica è una regione inadatta a percepire i raggi luminosi perché in corrispondenza di essa, tranne i cilindrassi, mancano tutti gli altri strati retinici e, quindi, l'apparecchio recettore specifico degli stimoli luminosi; a essa perciò corrisponde, nel campo visivo, un'area tondeggiante, completamente insensibile alla luce, scoperta nel 1668 da E. Mariotte il quale la chiamò macchia cieca.
La papilla ottica rappresenta il punto di repere nell'esame oftalmoscopico e la ricerca di essa è facile per le speciali caratteristiche che presenta. L'osservazione del disco papillare ha particolare interesse per il fatto che le malattie che vi si sviluppano nel tronco nervoso, nonché alcune localizzate alla retina, dànno alla papilla stessa aspetti speciali i quali hanno importanza come sintomi, spesso di grandissimo valore, per la diagnosi dell'affezione.
Per la localizzazione di lesioni della retina e della coroide si considera come punto di riferimento la papilla ottica e per le dimensioni di esse si usa, come misura; il diametro papillare.