Figlio (Pietroburgo 1754 - ivi 1801) di Pietro III e di Caterina II. Ebbe una giovinezza inquieta, amareggiata dagli intrighi della madre stessa. Salito al trono nel 1796, ripudiò la politica di Caterina II in tutti i campi: in politica interna, cercò di limtare il potere della nobiltà e di rafforzare l'autorità imperiale; in politica estera assunse, inizialmente, un atteggiamento conciliante, ma dopo la presa di Malta da parte di Napoleone, entrò in guerra contro la Francia. Morì assassinato da ufficiali della guardia imperiale.
Crebbe, nei primissimi anni, sotto le cure dirette dell'imperatrice Elisabetta; ma nel 1760 la sua educazione e istruzione fu affidata a N. I. Panin, e per sua influenza P. concepì ben presto l'aspirazione a salire al trono appena maggiorenne, escludendone la madre. Caterina vi si oppose risolutamente ed ebbe con lui rapporti molto tesi, che divennero reciproca repulsione e ostilità. Nel settembre 1773, P. sposò la Guglielmina di Darmstadt (in Russia Natalia Alekseevna), morta nel 1776. Sposò allora Sofia Dorotea di Württemberg (Maria Fedorovna). Caterina II sottrasse a P. l'educazione dei figli maggiori, Alessandro e Costantino, rendendo con ciò ancora più tesi i suoi rapporti col figlio. Nel 1781 P. e sua moglie, sotto il nome di conti del Nord (Severnyj), visitarono l'Austria, l'Italia (Venezia, Napoli, Roma, Firenze e Torino), la Francia, i Paesi Bassi, la Svizzera e la Germania meridionale; sembra che P. mai nascondesse, nei suoi incontri con regnanti esteri, la sua disapprovazione della politica materna. Tornato in Russia si allontanò completamente dalla corte di Caterina, stabilendosi a Gatčina, dove egli fece vita a sé, con la sua corte e i suoi soldati.Tenuto lontano dagli affari dello stato, egli dava corso qui alle sue simpatie per il regime militare prussiano: gli esercizi militari e le riviste erano e rimasero le sue occupazioni predilette. Impedito da Caterina II di partecipare alla spedizione contro la Turchia nel 1787, poté tuttavia trovarsi nel 1788 nella guerra con la Svezia. Diventato imperatore il 6 novembre 1796 (incoronato il 5 aprile 1797), si volse subito contro tutto ciò che era collegato con l'opera di Caterina: concesse un'amnistia ai Polacchi, limitò le corvées (ma insieme aumentò il numero dei servi della gleba), si mostrò contrario alle carte di privilegio conferite alla nobiltà e alle città; emanò il giorno dell'incoronazione una legge che escludeva le donne dalla successione al trono, favorì la Chiesa ortodossa senza alienarsi quella cattolica, ma rese più difficili i rapporti di cultura con l'Occidente europeo. Due accademie furono aperte sotto il suo regno, e la scuola ecclesiastica fu sostenuta da elargizioni dello stato; al tempo stesso prese sotto la sua suprema protezione l'Ordine dei cavalieri di Malta. Vietò l'ingresso in Russia degli stranieri e fece ritornare dall'estero tutti i giovani che facevano i loro studi in Europa; in ultimo vietò l'importazione dei libri e della musica dall'Europa. Nei rapporti con l'estero P. si propose inizialmente una politica di pace. E pace concluse con la Persia; revocò la deliberazione di inviare un esercito ausiliario contro la Francia rivoluzionaria, presa da Caterina; fece ritornare le navi russe, mandate in aiuto all'Inghilterra. Si indusse, tuttavia, a dichiarar guerra ai Francesi (1798) solo quando Napoleone prese Malta (i cui Cavalieri lo elessero gran maestro, nonostante fosse un sovrano ortodosso). La Russia occupò le Isole Ionie (che le rimasero sino al 1807), e, grazie ad A. V. Suvorov, cacciò i Francesi dall'Italia settentrionale. Dopo il 18 brumaio P. entrò in trattative di alleanza con Napoleone e pensò a una spedizione contro il dominio inglese in India. Ma ormai intorno a lui si era creata una profonda ostilità: nella notte fra l'11 e il 12 marzo 1801, consenziente il figlio ed erede Alessandro, alcuni ufficiali, penetrati nel castello Michajlovskij a Pietroburgo, dove egli si trovava, allo scopo di costringerlo ad abdicare, durante la violenta discussione lo uccisero.