GUAITOLI, Paolo
Nacque il 24 nov. 1796 a Sozzigalli (allora frazione di Carpi, oggi di Soliera), nel Modenese, da Giuseppe e Giovanna Furgieri, in una famiglia di umile condizione.
Preso in cura da uno zio paterno, Domenico, cappellano a Quartirolo nel contado di Carpi, il G. attese con profitto agli studi inferiori, a conclusione dei quali, nel novembre 1817, fu ammesso al corso di filosofia nel seminario vescovile di Modena, dove per un triennio seguì gli studi ecclesiastici.
Il versatile ingegno e il grande amore per lo studio lo portarono a farsi uditore presso l'Università di Modena di varie discipline (logica, metafisica, eloquenza, storia, geometria, algebra) e anche a iscriversi nel 1818 alla scuola di architettura presso la R. Accademia atestina di belle arti.
Insieme con G. Grimelli nei periodi di vacanza si spostava a piedi da una università all'altra (soprattutto Bologna e Padova) al fine di ascoltare le lezioni dei più celebrati docenti del tempo. Versato per le discipline umanistiche fu quindi più per gratitudine nei confronti dello zio, il quale desiderava per lui una brillante carriera ecclesiastica, che per intima vocazione, che il G. portò a termine gli studi di teologia.
Ordinato sacerdote il 3 ott. 1819, celebrò la sua prima messa solenne nella parrocchia di Quartirolo. Sebbene non fosse votato alla cura delle anime (ma fu sempre pronto a slanci di carità, come quando, nell'agosto 1836, nonostante la gracile costituzione fisica, si offrì di assistere i colerosi qualora il male fosse comparso nel territorio della diocesi), "mantenne sempre […] onorata la dignità di prete" (A. Caprari, in Memorie storiche… Carpi, VII, p. XI), tanto da essere nominato nel 1825 padre spirituale della Confraternita di S. Bernardino. Più importante fu per il G. l'esperienza dell'insegnamento. Preziosa risultò la sua opera di insegnante (nominatovi nel 1828) di grammatica inferiore al ginnasio carpigiano, come pure quella di precettore dei tre figli del nobile M. Vellani, uno dei quali, Giovanni, amico e collaboratore di C. Menotti, svolse il ruolo principale nell'insurrezione carpigiana del 3 febbr. 1831.
L'amicizia con Vellani e con alcuni coetanei ed ex compagni di scuola che avevano preso parte attiva al moto rivoluzionario attirò sul G. i sospetti della polizia ducale. All'indomani della cosiddetta congiura estense fu infatti inviata al ministero della Pubblica Istruzione un'informativa negativa sul suo conto. Invitato a dimettersi, il G. oppose un netto rifiuto proclamandosi innocente, ma nell'ottobre 1831 fu rimosso dall'insegnamento.
Questo fatto lo costrinse a una vita di sacrifici: per molti anni fu ospite del parroco P.P. Righi nella canonica di Quartirolo, poi di G. Grimelli e del conte G. Bonasi (podestà del Comune di Carpi), che gli erano amici fraterni, e quindi della nobile famiglia Vellani. Quando poté riprendere una vita più serena, il G. fu totalmente assorbito (al punto da rimanere quasi estraneo al processo di formazione dello Stato unitario) dagli studi storici, ai quali dedicò l'intera esistenza, dando vita a una produzione storiografica sterminata, rimasta in gran parte inedita.
L'esame rigoroso dei documenti e la profonda conoscenza delle fonti fecero del G. un sicuro punto di riferimento per gli studiosi che si rivolgevano a lui. Ne sono testimonianza il ricco carteggio con storici, letterati ed eruditi di diverse parti d'Italia. Dotato di una solida cultura letteraria, filosofica e geografica, eccelleva in tutte le discipline erudite, dalla paleografia all'archeologia, dalla filologia alla numismatica e alla genealogia.
Tale sua erudizione era il frutto di una immane opera di raccolta e di trascrizione di documenti, di un sistematico spoglio dell'Archivio notarile di Carpi dal 1261 al 1700, dell'Archivio comunale dal 1504 al 1772 e dell'Archivio Pio dal 1400 sino al 1525.
Da questo punto di vista il G. rappresentò una fra le voci più autorevoli della cultura carpigiana dell'Ottocento. A lui pertanto fece ricorso l'amministrazione comunale per la stesura di una storia dei luoghi pii laicali e, dopo il varo della legge 7 luglio 1866 sulla soppressione degli ordini religiosi, per la precisazione dei diritti spettanti al laicato carpigiano a seguito della rivendicazione dei beni "caduti in potere delle mani-morte". Con acribia riuscì a determinare, risalendo a lontanissime origini, la genealogia delle famiglie interessate (oltre 140: non solo quelle di Carpi, ma anche delle località limitrofe, in specie di Mirandola) a tal punto che negli uffici demaniali le sue note genealogiche erano considerate veri e propri documenti.
Sempre per incarico del Comune di Carpi, il G. illustrò la genealogia del musicista A. Tonelli e determinò con precisione, con il supporto di prove documentarie, i confini tra il Comune di Carpi e quello di Novi. Malgrado la ritrosia a pubblicare i risultati dei propri studi, le insistenze di amici ed estimatori indussero il G. a dare alle stampe i Diari sacri degli anni 1839-1842 per la città e diocesi di Carpi. A essi fecero seguito i Cenni sull'origine di Carpi e la Descrizione del castello murato di Carpi nell'anno 1472 (pubblicati rispettivamente nella Strenna carpenseper l'anno 1844, Modena 1843, pp. 5-16, e per l'anno 1845, ibid. 1844, pp. 5-66). Quindi compilò per la casa editrice Vallardi di Milano una preziosa raccolta di Notizie statistiche, storiche e letterarie della città di Carpi, pubblicata nel secondo volume (pp. 448-454) del Dizionario corografico dell'Italia, a cura di A. Amati, edito a partire dal 1867; ma i numerosi refusi e gli arbitrari tagli apportati spinsero il G. a riprodurla correttamente e nella sua interezza col titolo Bibliografia storica carpigiana nel periodico carpigiano Alberto Pio (1871).
Postumi apparvero altri saggi: Della città e del Comune di Carpi. Cenni statistici e storici e Memorie sulla vita di Alberto III Pio, l'ultimo signore di Carpi, nelle Memorie storiche… Carpi, I (1887).
La considerazione derivatagli dall'attività di ricerca valse al G. la nomina nel 1848 a membro della commissione municipale per il riordinamento delle scuole carpigiane, di quella che doveva stabilire una reggenza provvisoria di governo e, nell'aprile 1850, della commissione incaricata di predisporre un piano per risolvere il problema dell'accattonaggio.
Dopo l'annessione del Ducato di Modena al Regno di Sardegna fu nominato membro attivo della Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi (18 febbr. 1860) e il 4 maggio 1861 socio "attuale" della Accademia modenese di scienze, lettere e arti, poi socio corrispondente della Commissione di storia patria e belle arti di Mirandola e il 13 ag. 1870 presidente di quella di Carpi. La salute cagionevole non gli impedì intanto di continuare le sue ricerche, che lo portarono a illustrare gli Statuta Civitatis Carpi anno MCCCLIII e a occuparsi di svariate vicende riguardanti la storia millenaria non solo della sua città, ma anche di quella di Correggio, Novellara e di altre località limitrofe, mostrando uno speciale interesse per le memorie di Mirandola, segnatamente per le strette relazioni che mantennero le dinastie dei Pico e dei Pio.
Del suo incessante lavoro è testimonianza l'archivio che porta il suo nome e che contiene una quantità ingentissima di documenti, originali o in copia (decisamente impressionante è la mole delle trascrizioni eseguite), manoscritti, memorie e appunti raccolti in oltre mezzo secolo di operosità. Dopo essere stata ulteriormente arricchita dal lavoro di scavo di un nipote del G., Policarpo Guaitoli, tale documentazione fu acquistata, su proposta della Commissione di storia patria, dal Municipio di Carpi e catalogata negli anni 1897-98 da A.G. Spinelli.
Il G. morì a Carpi il 3 sett. 1871.
Fonti e Bibl.: Sozzigalli, Arch. parrocchiale, Libro IV dei battezzati, n. 172, p. 260; Carpi, Arch. stor. comunale, Archivio Guaitoli, bb. 127 (Docc. personali), 128-134 (Materiali di studio), 137-138 (Lettere di letterati moderni a P. G.), 139 (Lettere a P. G. e ad altri). Necrologi in Il Panaro, 5 sett. 1871; La Scuola Pico, n. 19-20, 9 sett. 1871; LaCiviltà cattolica, s. 10, 1877, vol. IV, pp. 460-468.
A. Caprari, Cenno biografico del sacerdote don P. G. di Carpi, Carpi 1871; B. Praudi, Il sacerdote G. don P. di Carpi, Modena 1871; Rimembranze, strenna carpense per l'anno 1876, Carpi 1875-76, pp. 11-34; A. Campori, Saggio di biografia modenese, Modena 1877, p. 44; Mem. storiche e documenti sulla città e sull'antico Principato di Carpi, Carpi 1877-88, I, pp. 3-11, 13-50, 59-100, 133-313; II, pp. 113-116; III, pp. XII-XVI; IV, pp. 5-81; Catalogo sommario dell'Archivio Guaitoli per la storia carpense, a cura di A.G. Spinelli, ibid., VII, ibid. 1897, pp. 5-352; A.G. Spinelli, Relazione della solenne commemorazione in Carpi di don P. G., in Atti e mem. della Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi, s. 4, IX (1899), p. XXVII; Id., G. P.: bibliografia, ibid., X (1900), pp. 261-266; Mem. storiche e documenti sulla città e sull'antico Principato di Carpi, XI, Carpi 1931, pp. 5-8; A. Morselli, La rivoluzione a Carpi dal 3 al 6 febbr. 1831, Carpi 1931, pp. 215-232; A. Barbieri, Carpigiani illustri, Modena 1973, p. 66; M. Cassoli, Carpi. Gli uomini e le opere nel tempo, Carpi 1981, p. 94; Id., Epigrafia carpigiana, in Quaderni carpigiani, 1981, n. 3, pp. 24 s.; A. Garuti, Una giovanile corrispondenza inedita tra don Felice Ceretti e don P. G., in La Bassa Modenese, 1985, n. 8, pp. 81-86; Id., Carpi. Museo Civico "G. Ferrari". I dipinti, Bologna 1990, pp. 104, 106; Id., L'ingegner Achille Sammarini (1827-1899) architetto a Carpi, Carpi 1995, p. 119; A. Beltrami, Quartirolo. Appunti per una storia, Finale Emilia 1999, pp. 35 s.