CASALI, Paolo
Figlio di Michele e della romana Antonia Caffarelli, nacque a Bologna in data imprecisabile. Si trasferì a Roma con la famiglia all'inizio del sec. XVI e, rimasto ancora giovane orfano del padre, fu avviato alla vita ecclesiastica. Clemente VII lo nommò suo cameriere segreto ed egli si trovò al servizio diretto del pontefice nel 1527 quando l'armata imperiale prese e devastò Roma. Il C. successivamente seguì Clemente VII nella sua fuga da Roma, dapprima ad Orvieto e quindi a Viterbo. Ritornato a Roma, nel 1529 fu inviato alla corte di Enrico VIII, in qualità di nunzio.
La guerra civile scoppiata in Ungheria tra Ferdinando d'Austria e il voivoda della Transilvania Giovanni Szapolyai che si contendevano il regno, aveva favorito l'intervento nella lotta di Solimano che progettava la conquista di Vienna. Occupata Buda, nel settembre del 1529 il sultano pose l'assedio alla capitale asburgica. Il pericolo che la caduta di questa città avrebbe rappresentato per l'intera Europa occidentale, suscitò un vasto allarme: Clemente VII non lesinò gli aiuti finanziari all'imperatore e, sollecitato da questo, inviò ambascerie nelle principali corti europee per incitare i sovrani ad una concreta solidarietà contro il pericolo turco.
Il C. fu incaricato di recarsi alla corte inglese ove poteva contare buone aderenze, in considerazione del fatto che i suoi fratelli Giambattista e Gregorio si trovavano da anni al servizio di Enrico VIII.
Nell'ottobre del 1529 giunsero al C., che si trovava a Parigi, le credenziali inviate dal Wolsey e il mese successivo egli aveva già raggiunto la corte inglese. Carlo V approfittò della missione del nunzio pontificio per affiancargli un proprio ambasciatore, Claudio di Mingoval, con l'analogo compito di sollecitare un contributo inglese nella guerra contro Solimano. Per Enrico VIII l'aiuto da concedere agli Asburgo non comportava tuttavia una scelta puramente solidaristica ma investiva altresì i difficili rapporti anglo-imperiali. In quegli stessi mesi il sovrano inglese era impegnato nel tentativo di ottenere dalle maggiori università europee un parere favorevole alla sua richiesta di divorzio per condizionare il giudizio di Clemente VII. Al suo divorzio si opponeva decisamente Carlo V e pertanto Enrico VIII approfittò del momento di debolezza della casa d'Asburgo e diede al C. e al Mingoval una risposta evasiva, per tentare di forzare l'intransigenza dell'imperatore. Contemporaneamente egli inviò al convegno bolognese lord Wiltshire (Tommaso Boleyn, padre di Anna), l'arcivescovo di York Eduardo Lee e il vescovo di Londra Giovanni Stokesley, per offrire a Clemente VII e a Carlo V la sua disponibilità per una lega generale anti-turca, contro un parere favorevole al suo divorzio. Il rifiuto deciso dell'imperatore irrigidì ulteriormente Enrico VIII che incaricò il C. di comunicare a Roma il rifiuto del Parlamento inglese ad offrire aiuti contro Solimano per il timore che questi fossero spesi in Italia.
Nell'aprile del 1530 il C. venne inviato a Venezia dal sovrano inglese per unirsi al fratello Giambattista che si adoperava per ottenere dall'università di Padova un parere favorevole alla causa di divorzio del sovrano.
La missione ebbe successo: lo Studio padovano, che in un primo tempo si era mostrato riluttante ad esprimere un giudizio esplicito, quando giunsero i pareri della Sorbona e di Bologna, favorevoli a Enrico VIII, abbandonò l'atteggiamento dilatorio suggerito dalla Signoria e diede il proprio suffragio alle tesi inglesi.
Secondo il Gams Clemente VII avrebbe destinato il C. al vescovato di Boiano. Ma la cosa non ebbe seguito per la morte del C. sopravvenuta in Inghilterra nel dicembre del 1531.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. univ., ms. 770: A. F. Ghiselli, Memorie antiche di Bologna, XIV, c. 469; ms. 4207: L. Montefani-Caprara, Famiglie bolognesi, XXIV, c. 119v; Letters and papers, foreign and domestic, of the reign of Henry VIII, a cura di J. S. Brewer, IV, 1-2, London 1872, ad Indices; V, ibid. 1880, ad Indicem;M. Sanuto, Diarii, XLVI, Venezia 1897, col. 434; G. N. Pasquali-Alidosi, Li sommi pontefici..., Bologna 1621, p. 70; A. Masini, Bologna perlustrata, II, Bologna 1666, p. 105; P. S. Doffi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 250; C. Fatta, Il regno di Enrico VIII d'Inghilterra, I, Firenze 1938, p. 595; G. Sitoni, Clarissimae Casaliorum familiae... chronogenealogica monumenta, s. l. 1731, p. 22; P. Litta, Le famiglie celebri ital., s. v. Casali di Cortona, tav. III; P. B. Gams, Series episcoporum Ecclesiae catholicae, p. 860; G. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica, III, Monasterii 1923, p. 136.