BELLONI (Bellone), Paolo
Nacque a, Valenza (Alessandria) nel 1573 da Luigi e da Angelica Rosa. Discendente dall'antica e nobile famiglia dei conti Montù-Beccaria originaria di Pavia, che già annoverava tra i suoi membri giureconsulti e magistrati insigni, studiò con Francesco Cicerio, Flavio Torti e Giambattista Costa, acquistando una buona preparazione sia giuridica sia letteraria.
Divenuto professore dell'università di Pavia nel 1597, vi tenne dapprima la "lectura institutionum", passando poi nel 1600 alla "lectura iuris civilis ordinaria" e nel 16 13 alla "lectura iuris canonici". Nello stesso periodo fece parte, sempre in Pavia, dell'Accadernia degli Intenti col nome di Inquieto, e fu consultore del tribunale del Santo Uffizio. Lasciò quindi quella città e l'insegnamento nel 1619 per trasferirsi con la moglie Aurelia Viscardi e i figli a Milano, ove era stato nominato senatore. Dopo essere stato nel 1621 anche presidente del Senato milanese fu pretore e poi podestà di Cremona dal 1622 al 1624. Morì a Milano il 20 apr. 1625 e fu sepolto nella chiesa di S. Fedele.
Il B. godette di una certa fama tra i contemporanei come "iurisconsultus eruditissimus", oltre che per le sue qualità di oratore e per la sua familiarità con le lingue latina e greca. La sua opera più notevole, De potestate eorum, quae incontinenti fiunt vel ex intervallo, (in due volumi pubblicati dapprima separatamente: Pavia 1618 in folio, e Milano 1621 in quarto; poi assieme: Milano 1623 in quarto), sipresenta come una trattazione alquanto vasta di quegli istituti in cui assume particolare rilevanza la produzione o immediata (incontinenti) o differita (ex intervallo) degli effetti giuridici. In realtà l'opera non presenta alcuna impostazione sistematica e consta d'un insieme di capitoli di contenuto assai vario, privi di concatenazione tra loro, o connessi attraverso esteriori riferimenti che il B. stesso viene via via ponendo casualmente; si passa così dal mutuo alla simulazione, dall'azione di spoglio all'omicidio. L'interesse pratico dei B. si rivela palesementeín alcuni capitoli: trattando "de monetae auginento", ad esempio, egli discute "quodnam tempus inspici debeat in facienda solutione", qualora sia variato il valore intrinseco della moneta del tempo della stipulazione dei contratto.
Altre opere del B. sono: De Georgio Ripa J. c. Acudemico Arrivato Intento Senatore creato. Oratio habita in Intentorum Academia, Pavia 1598; In titulum de testamentis ordinandis, Ticini 1601; In laurea doctorali Antonio Ferno collata Oratio, 1 Ticini 1610; Oratio habita in tempo Mediolani maximo, VII Idus Iunii Anni 1621, s.l. né d.; In funere potentissimi Philippi III Hispaniarum Regis vere Catholici, s.l. né d.
Alcune poesie del B. sono contenute nei Componimenti diversi nel dottorato di leggi dell'abate Francesco Serbelloni (Pavia 1599).Si deve, inoltre, al B. la pubblicazione del trattato De Iure sui del fratello Fabio, (Ticini 1617) e del De artis in mortis articulo commentarii di Polidoro Ripa, s.l. (1624).
Bibl.: G. Ghilini, Teatro d'huomini letterati, I, Venezia 1647, pp. 183 ss.; A. Fontana, Amphiteatrum legale, I, Parmae 1588, coll. 88, 89; F. Argelati, Biblioteca scriptorum Mediolanensium, Mediolani 1745, col. 2066; A. M. Bandini, Commentariorum de vita et scriptis Io. Bapt. Doni... libri quinque, II, Firenze 1754,II. XXI, XXII; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 701 ss.; Valle, Storia d'Alessandria, IV, Torino 1854, p. 211; Mem. e docum. per la storia dell'università di Pavia...,I, Pavia 1878, p. 86; c. Dionisotti, Storia della magistratura piemontese, II, Torino 1881, p. 249; A. Manno, Patriziato subalpino, II, Firenze 1906, p. 235; J.-L.-G. Michaud, Bibl. univ., III, p. 589.