DELLA CASA, Pandolfo
Nacque a Firenze il 19 luglio 1461, figlio di Giovanni di ser Ludovico e di Marietta di Piero di Cardinale Rucellai.
Le notizie su di lui sono assai limitate e solo in parte è possibile ricostruire i momenti salienti della sua biografia. Certamente la sua famiglia, oltre ad avere notevoli proprietà mobili ed immobili - il padre era immatricolato nell'arte della seta -, era in stretto rapporto con l'attività commerciale dei Medici. Due zii del D., Antonio e Ruggeri, furono rispettivamente direttore del banco mediceo di Roma dal 1435 al 1438 e direttore di quello di Ginevra. Inoltre, nel 1439, Antonio aveva impiantato a Roma, insieme con Iacopo Donati, una propria organizzazione commerciale autonoma, ma non in concorrenza con quella dei Medici. Il D. fu anch'egli indirizzato ben presto all'attività mercantile, come si può dedurre, fra l'altro, da una lettera scrittagli a Firenze dal cugino Francesco Della Casa da Lubecca nel 1491, rimasta unica testimonianza (a quel che risulta) di un più ampio carteggio intercorso fra i due.
Delle vicende familiari del D., riferibili a questo periodo, conosciamo il matrimonio con Lisabetta di Giovanfrancesco Tornabuoni, probabilmente nel 1497, la nascita del primo figlio Giovanni (futuro arcivescovo di Benevento e nunzio apostolico) il 28 giugno 1503, e quella di Francesco, avvenuta il 18 sett. 1505 (nel 1538 o 1539 Francesco sposò Cosa di Raffaello Girolami, e morì a Roma nel 1541). Ai primi anni del secolo XVI risalgono sicuramente anche le nascite delle quattro figlie del D.: Marietta, che nel 1516 sposò Carlo Strozzi, Dianora che nel 1522 sposò Luigi di Cardinale Rucellai, Lisabetta che nel 1539 sposò Leonardo Corbinelli e Agnoletta che forse nel 1535 sposò Maso dei Nerli.
Dopo la nascita del figlio Giovanni, il D. fu costretto, probabilmente per le difficoltà politiche del momento, ad abbandonare Firenze, e trovò rifugio prima a Bologna - dove lasciò Giovanni - e poi a Roma nel 1504, dove rimase per alcuni anni.
Qui il D. intraprese una nuova attività mercantile e bancaria, sempre legata al commercio della seta, favorito sia dall'organizzazione che faceva capo alla sua famiglia, sia dai rapporti con la filiale dei Medici. A Roma il D. prese in enfiteusi lo stabile che apparteneva alla famiglia di Marco Buzzi nel rione Ponte, sulla riva sinistra del Tevere, dove si concentrava l'attività commerciale dei Medici e in genere degli altri mercanti fiorentini. Con uno strumento notarile rogato dal notaio Sabba Vannucci il 29 genn. 1505, il D. fondò un proprio banco, la cui attività ebbe sicuramente un notevole impulso con l'elezione al pontificato del cardinale Giovanni de' Medici: la corte papale di Leone X fu in quegli anni un mercato di primaria importanza per i commercianti di seta fiorentini.
A Roma, il 19 giugno 1510, morì la moglie del D., che fu sepolta nella chiesa di S. Gregorio. Non sappiamo se in seguito il D. sia rimasto a Roma o sia tornato a Firenze. Sta di fatto che il 4 marzo 1512 fu iscritto tra le matricole dell'arte della seta, sulla base del beneficio goduto dal padre Giovanni, anch'egli membro della stessa arte. Comunque tornò sicuramente a Roma: nel 1516 fu infatti eletto console della nazione fiorentina, carica istituita da Leone X, che, a causa del moltiplicarsi delle banche fiorentine, volle dare un riconoscimento ufficiale al loro tribunale mercantile, composto da un console e due consiglieri eletti per un anno. Di questo periodo rimane una lettera indirizzata dal D. alla Signoria fiorentina, in data 24 luglio 1516, che fa riferimento alle incombenze derivanti dalla sua carica.
Fra le altre poche notizie che conosciamo, è attestata la partecipazione del D. e dei figli Giovanni e Francesco allo squittinio del 1524, a Firenze, per il gonfalone Leone d'oro del quartiere S. Giovanni. Pandolfo fu ritenuto abile alla carica del priorato per le sette arti maggiori mentre i figli furono esclusi da questo beneficio. Negli anni successivi il D. dovette tornare nuovamente a Roma: lo dimostra, ad esempio, una lettera del 1529 con la quale chiamava presso di sé il figlio Giovanni.
Non è noto l'anno esatto della morte del D., che dovette avvenire alla fine del 1533 o ai primi del 1534, a Firenze; fu sepolto nella tomba della sua famiglia fatta, costruire dalla madre di lui, Marietta, nel 1513 nella chiesa di S. Lorenzo a Firenze.
Fonti e Bibl.: Ad esclusione dei libri contabili della famiglia che si trovano nell'archivio dell'Ospedale fiorentino degli Innocenti, la limitata document. relativa al D. è conservata, quasi integralmente, nell'Archivio di Stato di Firenze. In partic., notizie generali sulla famiglia si trovano in: Carte Pucci IV, 26; Manoscritti 380, 34; Carte Ceramelli Papiani 1268; Carte Sebregondi 1360; Priorista Mariani V, 1236; Arte della seta 30, c. 48v; Catasto 923, cc. 916-918; Catasto 1017, cc. 950-952. I dati anagrafici relativi a Pandolfo e ai membri della sua famiglia si ricavano da: Tratte 40, c. 298r; Tratte 443 bis, c. 13v; Cittadinario. San Giovanni 1-2, c. 19r; Manoscritti 348, cc. 805v-808v, 810r-812r (per il matrimonio del D. questa fonte e altre successive danno una data chiaramente errata, 1527); Manoscritti 354, cc.708v-711r; Manoscritti 358, c. 223r; Manoscritti 360, cc.130v, 190rv; Manoscritti 361, c.247v; Tratte 43, cc. 317v, 333v. Le notizie sulla sua attività mercantile sono conservate in Mediceo avanti il principato 60, 76; Arte della seta 10, c. 186v; Signori. Carteggio. Responsive originali 35, cc. 196-197; Archivio Segreto Vaticano, Diversorum 75, c. 206; Roma, Archivio di S. Giovanni dei Fiorentini, Hospitale consolato, p. 535. Per lo squittinio del 1524, Archivio di Stato di Firenze, Tratte 53, cc. 427r, 436rv; Manoscritti 354, c. 709r; la sepoltura è ricordata nel sepoltuario di S. Lorenzo, nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, Archivio S. Lorenzo 2186, p. 176. Cfr. inoltre G. B. Casotti, Notizie intorno alla vita e alla nuova edizione dell'opere di M. Giovanni Della Casa, Firenze 1707, passim; Elogi degli uomini ill. toscani, III, Lucca 1771, p. 135; Biografia univers. antica e moderna, IX, Venezia 1823, p. 197; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edifici di Roma, II, Roma 1870, p. 103; B. Gnoli, Censimento di Roma sotto Clemente VII, in Arch. della Soc. romana di storia patria, XVII (1894), pp. 427 ss.; P. Romano, Roma del Cinquecento. Ponte. V Rione, I, Roma 1941, pp. 73 s.; C. Belloni, Diz. stor. dei banchieri italiani, Firenze 1951, p. 61; J. Delumeau, Vie économ. et sociale de Rome dans la seconde moitié du XVIe siècle, I, Paris 1957, pp. 209, 370; R. De Roover, Il banco dei Medici, Firenze 1970, ad Indicem.