Palme
Alberi delle oasi e delle regioni tropicali
La famiglia delle Palme, alberi dal fusto non ramificato tipici dei panorami tropicali, comprende centinaia di specie, alcune delle quali coltivate in Italia e altrove come piante ornamentali. La palma da datteri e la palma da cocco sono tra gli esemplari più noti soprattutto per i loro frutti. Quella nana è l’unica palma spontanea delle regioni mediterranee, testimonianza di epoche passate
Chi non conosce l’aspetto elegante di una palma da datteri o quello di una palma da cocco? Entrambe appartengono alla famiglia delle Palme, Monocotiledoni, che vivono spontaneamente soprattutto nelle regioni subtropicali, ma sono molto diffuse anche in Europa dove vengono coltivate come piante ornamentali.
Le Palme hanno un fusto legnoso dritto e non ramificato, detto stipite, che, prima di iniziare a crescere in altezza, si allarga raggiungendo il suo diametro definitivo. Sulla sommità portano un ciuffo di foglie grandi, ognuna sorretta da un lungo picciolo.
Alcune Palme hanno foglie cosiddette pennate, perché simili alla penna di un uccello, mentre altre hanno foglie a forma di ventaglio. Sono tutte sempreverdi e vivono qualche anno: nuove foglie sostituiscono via via quelle precedenti che, una volta seccate, rimangono attaccate allo stipite proteggendolo. Appena nata la nuova foglia è ripiegata più volte su sé stessa in modo simile a un ventaglio, e soltanto successivamente si sfrangia lungo le piegature e acquista la forma caratteristica che la rende più resistente al vento.
Sullo stipite le numerose incisioni particolarmente evidenti non sono altro che le cicatrici delle foglie più vecchie ormai cadute. Fiori maschili e fiori femminili, riuniti in infiorescenze, si sviluppano alla sommità della pianta avvolti da speciali foglie modificate, dette brattee, che li proteggono. Le brattee servono anche ad attrarre gli insetti (impollinazione) in quelle Palme che non sono impollinate dal vento.
La palma da datteri (Phoenix dactylifera) cresce spontaneamente in Africa settentrionale, ma è coltivata per i suoi frutti e perciò ampiamente diffusa dalle oasi del Sahara fino in India. Ha radici assai sviluppate per assorbire acqua in profondità e uno stipite alto fino a circa 30 m. Dal tronco si ricava un legno usato nelle opere di costruzione e dalla polpa si estrae un latte zuccherino, che una volta sottoposto a fermentazione, fornisce una bevanda dolce. I datteri che produce sono bacche zuccherine molto nutrienti, riunite in grappoli che pendono verso terra, prima rosse e poi brune a maturità.
Anche la palma da cocco (Cocos nucifera) ha uno stipite dritto, alto circa 25 m, da cui si ricava legname. Originaria dell’Asia, si è diffusa su tutte le coste tropicali perché i suoi frutti galleggianti sono trasportati dalle correnti marine, arrivando così in luoghi anche lontani. Questa palma produce il cocco, una drupa pesante fino a 2 kg, il cui seme è il principale alimento delle popolazioni locali che usano anche altre parti della pianta per ottenere prodotti utili. Il seme contiene un liquido lattiginoso e biancastro dal sapore dolce, il latte di cocco, da cui si ricavano sostanze grasse utilizzate per produrre olio, sapone e burro vegetale. Oltre al legno del tronco, si impiegano anche le fibre della parte esterna del frutto per fare corde, cesti, stuoie, tappeti o spazzole.
La macchia a palma nana (Chamaerops humilis), piccola pianta alta non più di 2 m, può estendersi fino a formare un fitto groviglio di cespugli. È comune anche nei giardini perché coltivata come pianta ornamentale. Il suo stipite è molto corto, tanto che le foglie sembrano emergere direttamente dal suolo. Dalle foglie a ventaglio e sorrette da un picciolo spinoso si ottiene il crine vegetale utilizzato per produrre corde, stuoie, scope o imbottiture. È l’unica palma spontanea in Europa: insieme ad altre specie occupava aree ben più vaste durante il Terziario antico, quando sulle terre emerse dominava un clima tropicale caldo e umido. Nel Terziario più recente, quando le temperature hanno cominciato ad abbassarsi, sono sopravvissute poche Palme, tra cui quella nana. Durante le glaciazioni del Quaternario, la palma nana ha trovato rifugio lungo le coste nordafricane per poi colonizzare nuovamente le coste del Mediterraneo.