PALLANZA (A. T., 20-21)
Centro della provincia di Novara (Piemonte), situato sulla sponda settentrionale del Lago Maggiore, sulle alluvioni terrazzate, tra le pendici meridionali del M. Rosso (m. 693) e il dosso micascistico della Punta Castagnola; l'abitato si stende sui terreni quaternarî, incisi dal torrente S. Bernardino, sino a congiungersi quasi con l'abitato di Intra (v.). Pallanza, che contava, nel 1931, 5955 ab., è divisa nei tre quartieri di Pallanza Centro (1659 ab.), Pallanza Monte Rosso (410 ab.), Pallanza S. Bernardino (886 ab.): in queste borgate si è sviluppata l'industria, mentre lungo le rive del lago si allineano magnifici alberghi e ville, che alimentano la fiorente attività turistica. Pallanza è servita da una linea automobilistica per Valmara (confine svizzero), dalla tramvia elettrica Omegna-Intra (alla stazione di Pallanza-Fondotoce sulla linea del Sempione), e da linee regolari di navigazione lacuale.
Il comune, ingrandito nel 1927 con l'aggregazione di quelli di Suna e Cavandone, ha una superficie di 14,97 kmq. e una popolazione (1931) di 8707 ab. (5165 nel 1871), con la fortissima densità di 582 ab. per kmq. La popolazione vive, oltre che nel centro di Pallanza, in quelli di Suna (ab. 1835), di Fondotoce (ab. 789) e di Cavandone (m. 450; ab. 128). Dal punto di vista agricolo-forestale si hanno, secondo il nuovo catasto, le seguenti percentuali: seminativi 10%; prati 40%.; boschi 38%; castagneti 3%, colture specializzate 1%; incolto produttivo 8%. Notevole importanza ha poi Pallanza per le industrie (2087 operai impiegati nel 1927); prevalgono le industrie tessili (rayon, con 634 operai; cotonifici, con oltre 500 operai; iutificio, con 250 operai; nastrificio, con 94 operai, ecc.) localizzate di preferenza nella zona alluvionale del S. Bernardino.