PACINO, Alfred James, detto Al
Attore statunitense, nato a New York il 25 aprile 1940 da una famiglia di origine siciliana. Ha vissuto l'infanzia nel Bronx avendo il cinema come sola apertura verso il mondo. Dopo la scuola primaria, la passione per la recitazione l'ha portato a iscriversi alla High school of performing arts di Manhattan, che ha lasciato nel 1957 per mettersi a fare i mestieri più vari. Ha seguito poi i corsi di recitazione dello Herbert Berghof Studio diretto da Ch. Laughton e lavorato nel teatro d'avanguardia. Ammesso nel 1966 all'Actors Studio, è stato premiato nel 1968 con un Obie (miglior attore off-Broadway) per il ruolo di bullo sadico in The Indian wants the Bronx di I. Horowitz, e nel 1969 con un Tony Award (miglior attore non protagonista) per Does a tiger wear a necktie? di M. Schultz. Fra le sue interpretazioni di rilievo: Camino real (1970), La mouette, The connection, Hello out there, Tiger at the gates, The basic training of Pavlo Hummel (1977, Tony Award come miglior attore), Richard III (1973 e 1979), American Buffalo (Broadway 1981, Londra 1984), Julius Caesar. È stato anche condirettore artistico dell'Actors Studio (1982-84).
Ha debuttato sullo schermo con un piccolo ruolo in Me, Natalie (1969) di F. Coe, si è segnalato con il personaggio di drogato disperato in Panic in Needle Park (Panico a Needle Park, 1971) di J. Schatzberg e ha raggiunto il successo impersonando Michael Corleone, erede di don Vito, in The godfather (Il padrino, 1972) di F. F. Coppola.
Di bassa statura, con un fisico quasi anonimo, P. sfrutta al massimo la carica di angoscia, fedeltà e smarrimento che promana dal suo sguardo. Consapevole dei propri mezzi, sa gestirli con maestria, creando il giusto equilibrio fra personalità e figura fisica. È eccellente nei ruoli di vittima spregevole. Fra le sue interpretazioni di alto livello segnaliamo: il barbone in Scarecrow (Lo spaventapasseri, 1973) di Schatzberg, l'onesto e meticoloso poliziotto in Serpico (1973) di S. Lumet, il maturo Corleone in The godfather, Part II (Il padrino, parte ii, 1974) di Coppola, il gangster omosessuale in Dog day afternoon (Quel pomeriggio di un giorno da cani, 1975) di Lumet, il corridore automobilista in Bobby Deerfield (Un attimo una vita, 1977) di S. Pollack, l'avvocato idealista in ... And justice for all (... E giustizia per tutti, 1979) di N. Jewinson, l'attore drammatico abbandonato dalla moglie e sovraccarico di figli in Author! Author! (Papà, sei una frana, 1982) di A. Hill. Non significativa la sua interpretazione in Scarface (1983) di B. De Palma e in Revolution (1985) di H. Hudson. Il particolare talento di P. anche per la commedia, rivelato con il personaggio del boss del crimine in Dick Tracy (1990) di W. Beatty, è sfruttato con successo in altri due film, Frankie & Johnny (Paura d'amare, 1991) di G. Marshall e Scent of woman (Profumo di donna, 1992, rifacimento del film di D. Risi del 1974; premio Oscar come miglior attore) di M. Brest. La sua vena drammatica ha peraltro continuato a esprimersi al meglio in The godfather, Part III (Il padrino, parte iii, 1990) di Coppola, in Glengarry Glen Ross (Americani, 1992; tratto dal dramma di D. Mamet) di J. Foley e in Carlito's way (1993) di De Palma.
Bibl.: I. Zuckerman, The godfather journal, New York 1972; M. Puzo, The making of the godfather, Greenwich (Connecticut) 1973; C. Godard, in Le Monde, 1° aprile 1976; A. Rémond, in Telerama, 29 settembre 1976; P. Newhouse, in Premiere, 11 novembre 1977; D. Thomson, in Take One, maggio 1978; L. Strasberg, in Photoplay, aprile 1980; B. Williamson, Al Pacino, in The movie star, New York 1981; A. Yule, Life on the wire: the life and art of Al Pacino, ivi 1991. Interviste: in Time Out, 6 settembre 1984; Ciné Revue, 30 gennaio 1986; Inter/View, febbraio 1991; Guardian, 3 dicembre 1991.