BOMBACE, Pace di Maso
Nato a Forlì circa nel 1440, è ricordato come testimone in contratti notarili dal 1482 al 1499; il 22 sett. 1497 detta il proprio testamento e muore a Forlì il 22 maggio 1500 (v. Calzini 1897, pp. 5 s.).
Le scarne notizie che è possibile raccogliere intorno all'attività ed alla vita di questo architetto e ricamatore derivano tutte dalle Cronache forlivesi di Andrea Bernardi, detto il Novacula, che gli fu quasi contemporaneo.
Fu allievo del padre Tommaso, lui pure architetto a quanto dicono le fonti, ma la cui opera è altrimenti sconosciuta. La attività di ricamatore del B. va intesa non nel senso che egli manualmente si dedicasse a tali lavori, ma che piuttosto abbia fornito disegni eseguiti poi da altri. Di questo aspetto dell'operosità dell'artista non rimane tuttavia - al di fuori della testimonianza della cronaca, ripresa in maniera pedissequa dagli autori posteriori - nessuna possibilità di verifica.
Due testimonianze certe ci rimangono dell'attività di architetto del B.: la cappella della canonica del duomo di Forlì e, nella stessa città, la chiesa di S. Sebastiano.
La cappella, conservata nonostante i rifacimenti ottocenteschi, fu costruita intorno al 1490, durante i lavori di rinnovamento della cattedrale, alla quale era annessa, benché sia stata avanzata l'ipotesi che ne fosse separata (Buscaroli); è legata da strettissime analogie con la chiesa di S. Sebastiano, che, costruita sui resti di altra già dedicata allo stesso santo per conto della compagnia dei Battuti Bianchi, è ancor oggi la testimonianza più valida e più utile per capire la personalità del B. ed è databile all'ultimo periodo della sua attività artistica.
Le analogie struttive - cupola ottagonale, volte in vista, accentuazione mediante lesene e cornicioni delle strutture esterne - permettono di riconoscere, oltre che una stessa intelligenza costruttrice, anche legami culturali ben precisi. Sotto questa luce possono assumere un qualche significato i rapporti, anche se non di lavoro, del B. con Melozzo da Forlì (v. Calzini, 1897), come pure l'ipotetico viaggio romano, per indicare e chiarire i termini di una cultura legata alla misura albertiana e a quelle esperienze che si venivano compiendo, o erano state già compiute, in Toscana.
Il tentativo di aggiungere (C. Cesari, in Rassegna d'arte, IX [1909], pp. 167 s.) al catalogo delle opere del maestro forlivese la chiesa di S. Maria delle Grazie di Fornò è da scartarsi; opera, questa, di un maestro toscano e costruita anteriormente alla possibile data d'inizio dell'attività del B., che potrebbe aver avuto tuttavia incidenze sulla sua formazione artistica.
Fonti e Bibl.: A. Bernardi, Cronache forlivesi, a cura di G. Mazzatinti, in Monumenti istorici pertinenti alle prov. dellaRomagna, s. 3, I, parte 2, Bologna 1896, p. 304; E. Calzini, L'arte in Forlì al tempo di Pino III Ordelaffi, in Atti e Mem. d. R. Dep.di storia patria per le prov. di Romagna, XII (1894), pp. 136 s.; Notizie inedite di Melozzo da Forlì, a cura di E. Calzini-G. Mazzatinti, in Boll. d. Soc. fra gli Amici dell'Arte per la prov. diForlì, I (1895), VI). 34 ss.; E. Calzini, L'ex oratorio di S.Sebastiano in Forlì e P. di M. "del Bombase..., in Atti e Mem. d.R. Dep. di storia patria per le prov. di Romagna, XV (1897), pp. 1 ss.; E. Casadei, La città di Forlì e i suoi dintorni, Forlì 1928, pp. 394, 413 s., 540; E. Servadei Mingozzi, Il Duomo di Forlì, Forlì 1935, pp. 29-35; R. Buscaroli, Forlì, Bergamo 1938, pp. 27 s., 34 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 259 (con bibl.).