Affezione scheletrica caratterizzata da rammollimento delle ossa sì che esse non sono più capaci, senza deformarsi, di sostenere il peso del corpo o di resistere alle trazioni cui i muscoli le sottopongono. Le ossa che maggiormente si deformano sono la colonna vertebrale e il bacino. La causa risiede in un complesso disturbo delle correlazioni ormoniche tra tiroide, ipofisi, surrene e ovaio, con conseguente alterazione del metabolismo del calcio. La patogenesi dipende da un difetto nella deposizione di sali di calcio e fosforo nel contesto della matrice ossea. L’o. si manifesta con dolori, impotenza funzionale, astenia intensa, deformazioni ossee progressive. Radiologicamente si nota che le ossa si presentano a contorni meno netti, sfumati, più trasparenti, con canale midollare più ampio. Nel sangue si ha ipocalcemia e ipofosforemia.
Clinicamente si distinguono una forma infantile, una forma puerperale, una forma presenile e senile, una da carenza alimentare e una da rachitismo. La terapia è diversa secondo la causa. Essa mira a correggere eventuali squilibri endocrini, carenze vitaminiche (soprattutto di vitamine A e D), quelle di sali minerali, e in altri componenti alimentari (proteine). La dieta, in particolare, deve fornire un elevato apporto di calcio e fosforo, in equilibrio quantitativo fra loro.