ORMEA (A.T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Cuneo (Piemonte), a 730 m. s. m., situata nell'alta valle del Tanaro, sulla sponda sinistra del fiume: l'abitato è disposto lungo un tratto della carrozzabile, che ne costituisce la via principale. Contava, nel 1931, 1730 ab. È centro di notevole interesse turistico, con dintorni ameni, costellati di ville, ricchi di prati, di campi e di boschi. È servita dalla ferrovia, che la unisce con Ceva (km. 36), sulla Torino-MondovìSavona, e dalla rotabile di grande comunicazione, che, risalendo la valle del Tanaro, porta al Col di Nava (m. 934) e a Pieve di Teco con le successive diramazioni per Albenga, Imperia e Ventimiglia. Un servizio automobilistico collega Ormea con Imperia. Il comune ha una superficie di 124,20 kmq. e una popolazione presente al 1931 di 4681 ab. (38 ab. per kmq.). Tra le frazioni sono notevoli Ponte di Nava (m. 840 e 353 ab.) e Viozene (m. 1245 e 210 ab.), borgata pittoresca in mezzo a boschi di castagni e di conifere. Nel 1927 Ormea aveva una cartiera con oltre 300 operai occupati.
I marchesi di Ormea. - Il feudo di Ormea, comprato nel 1665 dal re Carlo Emanuele II, fu da Vittorio Amedeo II, il 27 settembre 1722, venduto a Carlo Vincenzo Ferrero di Roasio (v.) che ne ricevette l'investitura, col titolo di marchese, il 3 ottobre. Morto questi nel 1745, fu investito del feudo il figlio Alessandro Marcello Vincenzo Ferrero il quale, percorsa la carriera militare fino al grado di generale, fu anche gentiluomo di camera e scudiero di Carlo Emanuele III. Partecipò anch'egli alla guerra di successione austriaca, fu governatore di Casale, di Novara e di Torino, nonché collare dell'Annunziata. Premorti a lui i suoi due figli maschi, Carlo Emanuele e Carlo Vincenzo Augusto, ebbe il marchesato il primogenito di Carlo Emanuele, al quale successe il secondogenito Paolo Cesare Vincenzo, che lasciò un figlio di nome Tancredi.
Bibl.: Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia. Narrazioni, I, Torino 1841.