orecchio (orecchia)
Per designare l'organo dell'udito D. usa al singolare sempre la forma ‛ orecchia ', mentre al plurale sono attestati tanto il maschile ‛ orecchi ' quanto il femminile ‛ orecchie ', senza alcuna differenza di significato. È da notare che il singolare femminile ricorre o in rima (Pd XVII 43 come viene ad orecchia / dolce armonia da organo, mi viene / a vista il tempo che ti s'apparecchia) o nella clausola finale del verso, ed è accompagnato da un attributo (If XVI 105, XXVIII 66), sicché la preferenza accordatagli potrebbe essere attribuita al rispetto dell'obbligo della rima e non a una scelta linguistico-lessicale. Nel plurale, ‛ orecchi ' è la forma di gran lunga più attestata ed è anzi la sola ricorrente in prosa: Vn III 2, Cv III XV 18, If XV 94, XVII 71, XXIV 142, XXV 131, XXIX 45, XXXII 52; la forma femminile compare invece in If VIII 65 ne l'orecchie mi percosse un duolo.
Forma maschile e femminile sono ugualmente attestate dalla tradizione manoscritta per If XXV 126, così concordemente letto dal Moore, dalla '21 e dal Petrocchi: quel ch'era dritto [Buoso, mutatosi di serpente in uomo]... trasse [il muso] ver' le tempie / e di troppa macera ch'in là venne / uscir li orecchi de le gote scempie; com'è noto, il testo così letto ha dato luogo a varie interpretazioni a seconda del significato attribuito all'aggettivo scempie; accettando invece la variante le orecchie, e riferendo scempie a questa parola, unica interpretazione possibile sarebbe " uscirono fuori le orecchie divise, sporte dalle guance ", con un esplicito riferimento alla mancanza dell'o. esterno nel muso del serpente.
In alcune delle occorrenze già riferite il vocabolo indica il padiglione auricolare: Pier da Medicina non avea mai ch'una orecchia sola (If XXVIII 66); Camicione dei Pazzi avea perduti ambo li orecchi (XXXII 52; e così XXV 126 e 131, XXIX 45). In tutti gli altri esempi si fa riferimento più o meno diretto alla funzione auditiva: il rombo provocato dalla cascata del Flegetonte 'n poc'ora avria l'orecchia offesa (If XVI 105); le sue parole si mossero per venire a li miei orecchi (Vn III 2); altri esempi in Cv III XV 18, If VIII 65, XV 94, XVII 71, XXIV 142, Pd XVII 43.