ONORE (lat. Honos)
Una delle divinità astratte, care all'ideazione religiosa dei Romani, appartenente, insieme con l'affine Virtù (Virtus), al ciclo di Marte; divinità dunque cara ai soldati e che in seguito a vittorie militari vide sviluppare il suo culto e i suoi templi.
Il tempio più antico era fuori della Porta Capena, innalzato da Q. Fabio Verrucoso, su una località già sacra all'Onore, nel 233 a. C. dopo la vittoria sui Liguri. M. Claudio Marcello, dopo le vittorie di Clastidio e di Siracusa, rinnovò il tempio dedicandolo all'Onore e alla Virtù, e poiché i pontefici dichiararono non potersi dedicare un solo tempio a due divinità, fece costruire una cella a parte per la Virtù, conservando un solo complesso architettonico (205 a. C.). Questo secondo tempio, abbellito dalle spoglie di Siracusa, bruciò nell'incendio neroniano e fu riedificato da Vespasiano. Di qui moveva la parata dei cavalieri (transvectio equitum) del 15 luglio. Un altro tempio, pure a Onore e Virtù, sorgeva sul declivio di una collina di una località imprecisata (l'area capitolina?), dedicato da C. Mario con le spoglie dei Cimbri e dei Teutoni; un terzo sul fastigio del teatro di Pompeo; un quarto, al solo Onore, fuori della Porta Collina.
Onore era raffigurato giovanile, stante, con la cornucopia nella sinistra e la lancia nella destra: secondo Plutarco (Quaest. rom., 13) gli si sacrificava con il rito greco. Augusto ne fissò la festa al 29 maggio.