ONFALE (᾿Ομϕάλη, Omphale)
Regina di Lidia, figlia di lardano e moglie del re Timolo. Dopo la morte del marito O. assunse il regno. Eracle venne al suo servizio e da lui O. ebbe uno o più figli, dai quali si faceva discendere la dinastia dei re di Lidia.
La schiavitù di Eracle alla corte di O., è raffigurata assai di rado, pare, nella pittura vascolare, poiché è incerto se sull'hydrìa àpula di Berlino n. 3291 e su altri vasi sia rappresentato questo mito. L'unico vaso su cui senza dubbio sono da riconoscere Eracle e O. è la pelìke lucana del Louvre K 545, databile verso il 350-330 a. C. La leggenda ispirò limitatamente la scultura, fu in favore sulle gemme, ma soprattutto nella pittura ellenistica, come appare dalle fonti e da una serie di pitture parietali pompeiane. La sua più antica rappresentazione è su un rilievo arcaico in piombo di Taranto, ora nel Museo Naz. di Atene, con O. stante e con il capo e il corpo coperti dalla leontè. Tra le pitture, quella della Casa di M. Lucrezio, che deriva da un insigne originale di scuola asiatica, occupa il primo posto per l'eccellenza con cui il dramma dell'avvilimento dell'eroe è concepito, nel contrasto fra Eracle in panneggi e ornamenti femminili, umiliato, ebbro, stordito dal timpano di una menade e dalla tibia di un erote, e O. con la pelle leonina sul capo e la clava nella sinistra, che ostenta il suo trionfo. Fra le pitture con i busti di Eracle e O., un medaglione deve attribuirsi, per stile e concezione, alla mano del medesimo artista. Diversa come spirito, composizione e anche qualità è una serie di pitture pompeiane che risalgono, con poche varianti, a un medesimo prototipo, in cui Eracle ebbro giace a terra, mentre eroti giocano con le sue armi alla presenza di Onfale. In una di tali pitture è rappresentato anche il thìasos bacchico. In queste raffigurazioni il dramma si è trasformato in uno scherzo giocoso, di cui ritroviamo l'atmosfera in alcuni mosaici, con tutta probabilità derivanti da una pittura ellenistica, la cui attribuzione al mito è, però, molto incerta, mancandovi le figure di O., che manca anche in un'altra pittura di Pompei, e anche di Eracle: il mosaico di Anzio ora nel Museo dei Conservatori, con il possente leone incatenato e beffeggiato dagli eroti (Eracle che fila in abiti femminili è un restauro moderno) e in mosaici del Museo Naz. di Napoli e del British Museum. Ritroviamo Eracle nella muliebre occupazione di filare sotto gli occhi di O. in un'altra pittura di Pompei e anche in un interessante mosaico trovato a Liria, ora a Madrid, in cui la scena è circondata da una fascia a riquadri con le dodici fatiche d'Eracle. In una pittura pompeiana Eracle è seduto accanto a O. che sta in piedi con l'arco.
Più rare sono le sculture in marmo e i bronzetti, sia di Eracle ed O., in gruppo, sia isolati. Mentre nelle pitture O. appare in ricchi abbigliamenti, nelle sculture è ignuda, salvo la leontè. Solitamente O. regge la clava, mentre Eracle indossa vesti muliebri. È da menzionare anzitutto il gruppo nel Museo Naz. di Napoli, in cui Eracle regge il fuso, simbolo del suo asservimento alla regina che l'osserva compiaciuta. Di un'altra copia del medesimo gruppo, che risale alla fine dell'età ellenistica, è conservato il solo Eracle nella Gliptoteca Ny Carlsberg (n. 265). Nella stessa raccolta è forse una statua di Eracle in abiti femminili, il n. 266, ritenuta però dal Lippold una statua femminile rielaborata dal restauratore. Altra replica è l'O. acefala in una collezione privata di Parigi, attribuita allo stesso maestro che scolpì l'Afrodite di Girene. Una statuetta di O. danzatrice, che proviene dal santuario delle divinità dolichene sull'Aventino, ora nel Museo Capitolino, deriva probabilmente da una pittura o da un rilievo ellenistico. La parte inferiore (la superiore è tutta di restauro), di una statua di O., che è però panneggiata, a differenza degli esempî già riferiti, è a Leningrado nell'Ermitage. Nella Gliptoteca Ny Carlsberg è la statua-ritratto della prima età imperiale di una bimba nelle sembianze di O., che per il suo atteggiamento doveva essere rappresentata in gruppo con un Eracle fanciullesco. Una dama romana con acconciatura di Giulia Domna si è fatta ritrarre quale O. in una statua conservata nei Magazzini dei Musei Vaticani. Si ha inoltre una bella testa di Eracle con acconciatura femminile nell'Albertinum di Dresda, ed è forse di O. una testa del Louvre; a Copenaghen in un'erma doppia con le teste di Eracle e O., pare si debbano ravvisare ritratti. Tra i bronzetti sono da menzionare: nella Bibliothèque Nationale di Parigi, una statuina di O. seduta, con la leontè, che agita la clava contro un'erma forse di Eracle; nel Louvre, proveniente da Pierre, un'altra statuina di O. vestita di tunica e himòtion. Erme di Eracle e O. ornano un bel candelabro in bronzo rinvenuto ad Efeso e un altro di Pompei.
Tra i rilievi marmorei, tre di Afrodisiade raffigurano la testa di O. con leontè. Un solo sarcofago, trovato nella catacomba di Pretestato, ora nei Musei Vaticani, inedito, rappresenta, per quel che consta, il mito di O. ed Eracle: questi, con il capo coperto da un drappo, sta seduto su una roccia e pare suoni la lyra, in presenza di O., che indossa la leontè, mentre eroti giocano con le armi dell'eroe. Su un puteale di Capri nel British Museum, Eracle in abiti femminili afferra per le braccia O., alla quale cade in terra la leontè di cui si era impadronita. In un rilievo del Museo Naz. di Napoli, del II sec. d. C. circondato, come il mosaico di Liria, da una fascia con le fatiche di Eracle, O. poggia la sinistra sulla spalla dell'eroe che ha ancora la clava e la leontè, però davanti a O. sono rappresentati l'arco e la faretra e davanti a Eracle il cesto della lana e il fuso. Eracle e O. sono contrassegnati con i nomi, ma le teste sono ritratti. Probabilmente il rilievo era funerario, come anche quello di Venezia in cui un erote attrae verso Eracle O., con acconciatura traianea e rivelante sul volto intenti ritrattistici. Simile, ma con Eracle seduto, è un frammento di rilievo da Capua nel Museo Naz. di Napoli. In un rilievo in avorio da Aquincum O. nuda, con leontè, dava e arco sta tra Eracle in abiti femminili e un'altra donna, forse Deianira. Tra i rilievi occupano un posto a sé tre vasi aretini, probabilmente ispirati a una pittura ellenistica: un cratere del Louvre, un vaso di Boston e un frammento di Dresda. Dànno tutti la rappresentazione di un corteo in cui avanzano, sdraiati ciascuno su un carro, Eracle, barbato ma in abito femminile e O., nuda con la leontè. In altri rilievi, O. è sola o con eroti. Su una phiàle d'argento del Tesoro di Berthouville è il grazioso motivo di O. che giace addormentata sulla pelle di leone circondata da eroti. Corrisponde a questa scena, rappresentata anche su lampade fittili, in una delle quali l'iscrizione convalida la identificazione, quella di Eracle che riposa ebbro, sdraiato sulla leontè, attorniato da eroti, di cui si hanno esempî su un disco fittile del British Museum, su un medaglione in terracotta del museo di Nîmes e sul candelabro di Efeso già menzionato. Dubbio è che l'émbleema d'argento trovato in Siria, ora nella Collezione Czartoryski, e lo specchio in bronzo della Collezione Stathatos rappresentino O. con Eracle. Il motivo di O. sola, con eroti, non più giacente ma in piedi, si ritrova in alcune lastre fittili appartenenti a sime. Sul manico di una patera in bronzo di NeuvyPailloux nel Louvre e su un rilievo fittile del museo di Székesfehérvàr è O. con la clava sulla spalla e la leontè. Teste di O. a rilievo si hanno su un medaglione d'oro di Kerč, conservato nell'Ermitage, in cui O. ha un erote sulla spalla, in un disco fittile di Pompei, sulla ceramica calena e forse su un elmo bronzeo del Louvre.
Numerose sono le pietre incise, senza contare, ovviamente, le molte falsificazioni, con O. che ha i consueti attributi, sia rappresentata con la sola testa sia a figura intera: particolarmente bella quella, di cui esistono molte repliche, in cui O., con la testa inclinata, avanza nuda reggendo con tutt'e due le mani la dava sulle spalle. In un cammeo di Pietroburgo O., con l'aiuto di Eros, pettina e lava Eracle.
In una moneta di elettro datata al V-IV sec. a. C., della Focea (Ionia), è la testa di O. di profilo. Il tipo delle monete imperiali romane di Meonia, Sardi e Aureliopoli (Lidia) è da riconnettere con quello delle gemme.
Monumenti considerati. - Hydrìa di Berlino, n. 3291: K. A. Neugebauer, Führer Vasen, ii, Berlino 1932, p. 154. Pelìke del Louvre: K. Schauenburg, in Rheinisches Museum für Philologie, N. S., ciii, 1960, p. 73, fig. 3. Rilievo da Taranto: Arch. Ephemeris, 1899, p. 54, tav. 4. Fonti per la pittura: Luciano, Quomodo hist. scrib., 10; Plut., An seni respubl. ger. sit, 4, 6; id., Demetrii cum Antonio compar., 3, 2. Pittura nella Casa di M. Lucrezio: W. Helbig, Wandgemälde, 1140; P. Herrmann, Denkmäler Malerei, tavv. 59-60. Pitture con busti: W. Helbig, op. cit., 1133, 1135; O. Elia, Pitture Mus. Naz. Napoli, Roma 1932, 301. Medaglione di Pompei: W. Helbig, op. cit., 1134; R. Herbig, Denkmäler Malerei, p. 18, tav. 207. Pitture pompeiane con Eracle giacente: W. Helbig, op. cit., 1137-1139; G. E. Rizzo, Pittura ellenistico-romana, Milano 1930, tav. 118-118 a; S. Reinach, Rép. Peint., 191, 6. Pittura di Pompei senza O.: W. Helbig, op. cit., i, 141. Mosaico di Anzio: H. S. Jones, Cat. Pal. Cons., Oxford 1926, p. 271, n. 5, tav. 107. Mosaico di Napoli: Museo Borbonico, vii, tav. 61. Mosaico del British Museum: Bull. Arch. Napol., N. S., iv, p. 37, tav. ii. Pittura con Eracle che fila: W. Helbig, op. cit., 1136. Mosaico di Liria: G. Lippold, in Jahrbuch, xxxvii, 1922, p. 1 ss., tav. 1. Pittura con Eracle seduto: A. Sogliano, Pitt. mur. camp., Napoli 1879, 496. Gruppo del Museo Naz. di Napoli: H. Léchat, Omphale, statue antique de marbre, in Revue de l'Art ancien et moderne, xxxii, 1912, p. 19, fig. 1. Statua di Eracle della Gliptoteca Ny Carlsberg, n. 265: Billedtavler, tav. xix; Einzelaufnahmen, 151; id., n. 266: Billedtavler, tav. xix; P. Arndt, Glypt. Ny Carlsberg, p. 175, tav. 126; G. Lippold, in Röm. Mitt., xxxii, 1917, p. 108. Statua di O. di Parigi: H. Léchat, op. cit., p. 5 ss.; L. Curtius, in Die Antike, i, 1915, p. 51. Statuina di O. del Museo Capitolino: La Critica d'Arte, vii, 1942, Notiz., p. iii, fig. 5. Statua dell'Ermitage: O. Waldhauer, Skulpt. Ermit., iii, n. 295, fig. 44. Statua-ritratto della Gliptoteca Ny Carlsberg: Einzelaufnahmen, 4284-4286. Statua dei Magazzini Vaticani; G. Kaschnitz, Magaz. Mus. Vatic., n. 727, tav. cxiii. Testa di Eracle di Dresda: Einzelaufnahmen, 743-744. Testa di O. nel Louvre: S. Reinach, Recueil têtes antiques, tav. 193. Erma di Copenaghen: J. Sieveking, in Roscher, iii, c. 890, figg. 4-5. La testa della Licia, in Arch. Eph., 1899, 54, tav. 4 non è O., ma Eracle giovane. Statuina di O. della Bibliothèque Nationale di Parigi: E. Babelon, Catal. Bronzes Bibl. Nat., p. 249, n. 597; J. Sieveking, in Roscher, iii, c. 891. Statuina di O. al Louvre: A. De Ridder, Bronzes antiq. Louvre, i, p. 132, n. 1079, tav. 64. Candelabro da Efeso: Jahreshefte, xxiv, 1929, p. 207 ss., tav. iii, figg. 143-144. Candelabro di Pompei: Not. Sc., 1890, p. 221; Röm. Mitt., vii, 1892, p. 5. Rilievi di Afrodisiade: G. Jacopi, in Mon. Ant. Linc., 1939, xxxviii, c. iii, n. 24, tav. i e x; c. 135, n. 83, tav. xxv; c. 145, n. 99, tav. xxviii. - Sarcofago Musei Vaticani: fot. Ist. Germanico, neg. 3258. Puteale da Capri: A. H. Smith, Catal. British Mus., iii, 2541. Rilievo del Museo Naz. di Napoli: I. Sieveking, op. cit. nella bibl., c. 895, figg. 6-7. Rilievo di Venezia: G. Valentinelli, Marciana, tav. 36; C. Anti, Mus. Archeol., p. 137, n. 5. Rilievo da Capua: Guida Ruesch, 615. Rilievo di Aquincum: Budapest Régiségei, x, 1923, p. 1 ss., fig. 17; Arch. Anz., 1925, xl, c. 289. Cratere del Louvre: Rayet-Collignon, Hist. céram. grecque, p. 357, fig. 131. Vaso di Boston: J. Sieveking, op. cit. nella bibl., fig. 8. Frammento di Dresda: op. cit., c. 894. Phiàle di Berthouville: E. Babelon, Trésor de Berthouville, p. 102 ss., tav. xv. Lampade fittili: A. Héron De Villefosse, in Bull. Antiq. France, 1913, p. 372, fig. 2; P. S. Bartoli, Lucerne, p. 5, tav. 8. Disco del Brit. Mus.: Gaz. Arch., xi, 1886, p. 57. Medaglione del museo di Nîmes: Gaz. Arch., vi, 188o, p. 140, tav. 30. Candelabro di Efeso: Jahreshefte, xxiv, 1929, p. 210, fig. 145, tav. iii. Emblema della Collezione Czartoryski: Gaz. Arch., vi, 188o, p. 140, tav. 23; cfr. A. Héron De Villefosse, op. cit., pp. 373-374. Specchio della Collezione Stathatos: Annuario Sc. Arch. It. Atene, xxiv-xxvi, 1946-1948, p. 133 ss., tav. xv. Lastre di sima: Arch. Anz., 1927, xlii, c. 38 ss., fig. 10-11; H. Rohden-H.Winnefeld, Röm. Tonreliefs, p. 97, fig. 185; Not. Sc., 1908, p. 325. Patera del Louvre: A. De Ridder, op. cit., ii, p. 140, n. 3049. Rilievo del museo di Székesfehérvàr: Budapest Régiségei, x, 1923, p. 25, fig. 15; Arch. Anz., xl, 1925, col. 289 s. Medaglione di Kerč: S. Reinach, Ant. Bosphore Cimmérien, p. 71, tav. xxiv, 12. Disco di Pompei: H. Rohden, Terrak. Pompeji, p. 43, tav. xxx, 1. Ceramica calena: R. Pagenstecher, Calen. Reliefkeramik, p. 68, n. 100; p. 112, n. 260; id., in Jahrbuch, xxvii, 1912, p. 162, n. 260. Elmo del Louvre: A. De Ridder, op. cit., p. 2, n. 1107. Pietre incise con testa di O.: A. Furtwängler, Gemmen, tav. xxvi, 34-35; A. De Ridder, Coll. Clerq pierres gravées, p. 6oo. Gemme incise con la figura intera: A. Furtwängler, op. cit., tav. xxv, 48; xxxvii, 13-14, 19; lxii, 5; l, 25; A. De Ridder, op. cit., p. 640. Cammeo di Pietroburgo: L. Stephani, in Compte Rendu, 1881, p. 114 ss., tav. v, 16. Moneta della Focea: B. V. Head, Catal. Greek Coins, Ionia, p. 211, tav. v, 8. Monete romane: id., Catal. Greek Coins, Lydia, p. 129, tav. xiv, 2, p. 130, p. 247, tav. xxv, 11; id., Historia numorum, 1911, pp. 652, 659.
Bibl.: J. Sieveking, in Roscher, III, i, c. 888 ss., s. v. Omphale; H. Lechat, Omphale, statue antique de marbre, in Revue de l'Art ancien et moderne, XXXII, 1912, p. 5 ss.; V. Lang Nandor, Herakles és Omphale, in Budapest Régiségei, X, 1923, p. i ss.; Herzog v. Hauser, in Pauly-Wissowa, XXXV, 1939, cc. 394-396, s. v. Omphale; E. G. Suhr, Herakles a. Omphale, in Am. Journ. Arch., LVII, 953, pp. 261-63; G. Lippold, in Arch. Anz., LXX, 1955, c. 248 ss.; R. Herbig, Herakles in Orient, in Corolla Curtius, 1957, p. 208 ss.; K. Schauenburg, Herakles und Omphale, in Rheinisches Museum für Philologie, N. S., CIII, 1960, p. 57 ss.