In anatomia, nome di due formazioni peritoneali distinte rispettivamente in grande o. e piccolo omento. Grande o. (o grande epiploon) Formazione sierosa che ricopre la massa intestinale a guisa di grembiule (grembiule epiploico o omentale). Il grande o., originato in corrispondenza della grande curvatura gastrica, discende verso il pube tra le pareti anteriore dell’addome e il pacchetto intestinale e si riflette da davanti a dietro e dal basso in alto per raggiungere il margine anteriore del colon traverso. Nell’uomo adulto il grande o. risulta costituito da un’unica lamina nel cui spessore si trovano formazioni vascolari, nervose e depositi più o meno abbondanti di tessuto adiposo. Piccolo o. (o piccolo epiploon) Plicatura del peritoneo viscerale che si estende dalla faccia inferiore del fegato alla faccia superiore del duodeno e alla piccola curvatura dello stomaco, nella cui compagine decorrono il coledoco, la vena porta e l’arteria epatica.
L’omentite, costituisce un processo flogistico dell’o., acuto o cronico, specifico o aspecifico, secondario a lesioni infiammatorie di organi addominali (appendicite, peritonite, salpingoovarite ecc.). Si manifesta nelle forme acute con sintomatologia riferibile a un’irritazione peritoneale; nelle forme croniche è mascherata dalla malattia primitiva. La terapia si basa sulla rimozione della causa (appendicectomia ecc.), integrata dall’asportazione del tratto di o. infiammato, chiamata omentectomia. Tale intervento chirurgico si esegue sia per malattia propria dell’o. (tumori) sia per malattia di organi addominali che abbiano provocato una flogosi. L’omentopessia è sia la fissazione chirurgica di una parte di o. sia la procedura chirurgica nella quale il grande o. viene impiegato come innesto per riparare o vascolarizzare tessuti danneggiati. L’omentorrafia rappresenta la sutura chirurgica di una soluzione di continuo dell’o. (traumatica od operativa).