OLIVINA
. Gruppo di minerali così denominati per il colore verde oliva di tutta la serie isomorfa, o peridoti (parola di etimologia incerta). Le olivine sono ortosilicati ferromagnesiaci di formula: (Mg, Fe)2SiO4, che si possono considerare miscele isomorfe in proporzioni molto variabili dei due termini: forsterite (v.), Mg2SiO4, e fayalite (v.), Fe2SiO4. Il primo si trova quasi puro, in cristalli bianco-giallicci; il secondo, in cristalli verde-scuri o neri, si forma come prodotto artificiale fra le scorie dei forni siderurgici. In natura sono comuni soprattutto termini di miscela al 10-20% circa di FeO, che prendono i nomi di olivina, peridoto o Crisolito; termini più ferriferi sono detti anche ialosideriti. Piccole quantità di Mn e di Ni sono talora presenti nel minerale.
I cristalli della famiglia dell'olivina, appartenenti al sistema rombico, presentano in generale abito prismatico tozzo, bipiramidato o tabulare, come forme più comuni: {010}, {110}, {111}, {101}, {021} (v. fig.).
La struttura presenta il seguente motivo: gli atomi di ossigeno occupano la posizione dei vertici di tetraedri nei cui centri stanno gli atomi di silicio; questi gruppi tetraedrici (Si O4) sono collegati da atomi di magnesio (o ferro) a costruire un reticolato complesso a simmetria rombica. I piani più densi di particelle sono, in ordine decrescente: {010}, {100}, {011}, {001}, {031}. Con sfaldatura imperfetta secondo {010}, e durezza 6,5-7; peso specifico variabile da 3,22 nella forsterite a 4,32 nella fayalite e generalmente compreso fra 3 e 3,5 nelle olivine comuni. Anche il colore è variabile secondo il contenuto in ferro, da giallo chiaro a giallo verdognolo nei tipi forsteritici, a verde oliva nelle olivine comuni, a verde scuro nei termini più ferriferi. Nei cristalli puri e inalterati si nota lucentezza vitrea e buona trasparenza. In sezione sottile è incolora o appena visibilmente giallo-verdognola. Rifrazione e birifrazione elevate e di segno variabile col contenuto in ferro: positiva fino al 12% di FeO, negativa con percentuale superiore.
L'angolo degli assi ottici, nei termini più comuni, è molto grande (prossimo a 90°) e diminuisce nei termini ferriferi.
Le varietà ricche di magnesio sono difficilmente fusibili, mentre quelle ferrifere fondono al cannello in un vetro nero, che ha proprietà magnetiche. Queste ultime varietà sono anche più facilmente attaccabili da HCI e H2SO4.
Le olivine sono componenti essenziali di molte rocce eruttive basiche; in masse intrusive profonde, povere di silice e ricche di magnesio, come i gabbri olivinici, le peridotiti, ecc. e nei noduli olivinici, talora inclusi entro lave basiche, si trovano in genere termini normali poco ferriferi; in rocce effusive, come basalti, diabasi, basaniti, ecc. compaiono invece miscele ricche di ferro, che costituiscono spesso elementi di prima generazione, più sviluppati e meglio formati nella roccia (fenocristalli). Olivine poco ferrifere si possono trovare anche in rocce metamorfiche (oliviniti) o in rocce calcaree o dolomitiche, come prodotto di metamorfismo di contatto. In questi giacimenti l'olivina è però sostituita spesso da un minerale dello stesso gruppo, contenente calcio: la monticellite, CaMgSiO4 (Vesuvio e Val di Fassa). Nelle masse in corso d'alterazione o in quelle metamorfiche l'olivina raramente si conserva, dando luogo a varî prodotti secondarî, fra i quali più comune e più importante è il serpentino (silicato idrato di Mg, più o meno ferrifero). La serpentinizzazione dell'olivina è un fenomeno idrotermale o pneumatolitico, più o meno profondo, la cui reazione si può scrivere:
Il ferro resta fissato in parte nel serpentino (antigorite); in parte si segrega, ossidandosi, sotto forma di magnetite. L'alterazione procede in modo caratteristico a vene o filoncelli, lungo le spaccature, nell'interno del cristallo di olivina. Varî altri minerali, come iddingsite, actinoto, ankerite, talco, ecc., si possono osservare fra i prodotti di alterazione dell'olivina.
In cristalli isolati si trovano varietà magnesifere (forsteriti) nelle geodi dei proietti vulcanici del Vesuvio e del Lazio. I cristalli di crisolito, limpidi, verde oliva, che provengono dall'Egitto e dalla Dancalia, sono usati come gemma.
Anche nelle meteoriti si trova l'olivina come componente caratteristico, specialmente nei tipi pallasitici (ferro di Pallas di Krasnojarsk in Siberia; v. meteoriti).