oligopsonio
Forma di mercato in cui vi sono solo pochi acquirenti/consumatori, mentre l’offerta è formata da una pluralità d’imprese. L’o. è, in sostanza, la struttura simmetrica dell’oligopolio (➔). In questo caso, però, sono gli acquirenti/consumatori ad avere potere di mercato. Così come in oligopolio, i prezzi che si fissano nei mercati in o. causano una perdita di benessere sociale. Ci sarà, inoltre, un minore incentivo a investire nella produzione di un prodotto che poi deve essere venduto in un mercato con pochi compratori. Questo causa un’inefficienza dinamica, dal momento che anche la produzione sarà di conseguenza subottimale. I mercati oligopsonistici sono meno frequenti dei mercati oligopolistici, ma sono comunque importanti.
Le barriere che impediscono l’ingresso di nuovi compratori possono essere diverse. Per es., la tecnologia necessaria per l’utilizzo di un determinato bene può essere proprietaria o molto complessa, quindi difficilmente sfruttabile da altre imprese. Vi possono essere barriere legali, come per es. avviene nel mercato delle televisioni, dove le frequenze disponibili, come prima dello sviluppo del digitale terrestre, permettevano la presenza soltanto di poche aziende. Queste erano le uniche che potevano offrire contratti ad attori, giornalisti televisivi, o comprare programmi da una pluralità di case di produzione. ● Altri mercati in o. si hanno per alcuni prodotti agricoli. Per es., vi sono moltissimi piccoli produttori di caffè e di cacao che vendono a pochi grandi commercianti internazionali. Anche la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ha spesso un potere di mercato superiore rispetto a molti dei suoi fornitori. In questi casi non è che non vi siano in assoluto altri canali possibili per vendere i propri beni, ma i grandi buyer (➔) internazionali e la grande distribuzione, coprendo una percentuale molto alta del mercato complessivo, hanno la capacità di influenzare fortemente la fissazione dei prezzi e, di conseguenza, riescono a estrarre la parte più importante del valore che si crea in queste filiere produttive.
Il mercato del lavoro è un altro caso dove, in genere, chi acquista lavoro, quindi le imprese, è in numero di gran lunga inferiore rispetto a chi offre lavoro. Le aziende si trovano, quindi, in una posizione di relativa forza rispetto ai lavoratori. Vi sono modi per cercare di limitare le distorsioni che si possono formare in un mercato oligopsonistico. Nel mercato del lavoro, per es., possono essere definiti per legge salari minimi sotto i quali non è possibile scendere. I sindacati hanno anche la funzione di aggregare i lavoratori, in modo che possano contrapporre un potere di mercato che bilanci quello delle aziende. Si viene così a formare una sorta di oligopolio bilaterale. Anche in agricoltura i piccoli produttori possono consorziarsi per diventare negoziatori più forti e cercare di risalire lungo la catena produttiva, diventando così fornitori di sé stessi.