OGLIASTRA (A. T., 29 bis)
Regione della Sardegna orientale, già parte della Barbagia (v.) o Barbaria, anzi la Barbaria per antonomasia, tanto che il vescovo di Suelli, che nel Medioevo aveva in cura i paesi dell'attuale Ogliastra, era detto vescovo di Barbaria. Divisa però questa fra i quattro Giudicati, la porzione toccata a quello di Cagliari andò assumendo il nome attuale, e fu considerata a partire dal principio del sec. XIV come un giudicato a sé. Congiungendo con due linee le vette del M. Gennargentu con Cala di Luna nel G. di Orosei e con Torre di Murtas più a S., si delimita un triangolo con base sul Tirreno ch'è appunto l'Ogliastra. Essa è compresa fra le Baronie, il Nuorese, la Barbagia propriamente detta e la Chirra, e abbraccia i territorî dei seguenti comuni: Arbatax di Tortolì (con Tortolì, Lotzorai e Girasòl), Arzana, Barì, Baunei (con Ardali), Gairo, Ilbono (con. Elini), Ierzu, Lanusei, Loceri, Osini, Seui, Talana, Tertenia, Triei, Ulàssai, Urzulei, Strisaili (Villagrande e Villanova), con un'estensione di kmq. 1635,90 e una popolazione assoluta, nel 1931, di 36.380 residenti e di 36.085 presenti. La popolazione relativa è di circa 22 abitanti per kmq., ma essa scende a 10 in alcune zone montuose. Nel periodo dei Giudicati facevano parte di questa regione anche Oliena e Orgosolo, che ora appartengono al territorio di Nuoro; oggi si tende a includervi i territorî che costituivano la Chirra. Le due sole zone pianeggianti sono quelle alluvionali di Tortolì e di Barì, nel resto l'Ogliastra è montuosa e va elevandosi quanto più si allontana dal mare. Catene con direzione prevalente N-S., separate da valli profonde, la occupano e la rendono impervia, varia e pittoresca. Il suolo è in parte calcareo, in parte scistoso e granitico e in qualche zona vulcanico: cime ardite a guisa di torrioni, dette toneri, costituite da calcari cristallini, in parte ammantate di boschi, sono residuo d'un ampio mantello calcareo che copriva i graniti e gli scisti, e che, dislocato e spezzato, fu in gran parte asportato dalla degradazione atmosferica. L'economia dell'Ogliastra è povera: predomina la pastorizia, specialmente l'allevamento della pecora; la cerealicoltura è limitata e spesso non basta ai bisogni locali: buoni prodotti dànno la vite e l'olivo, ma quest'ultimo è coltivato in scarsa misura. Il territorio è atto a ogni specie di arboricoltura e non mancano bei boschi in cui predomina il leccio; essi sono assai diminuiti nel secolo XIX. Il clima è generalmente sano, eccettuate le zone pianeggianti costiere, ma soggetto a frequenti variazioni. I venti dominano spesso impetuosi: sin dall'antichità la costa era assai temuta dai naviganti per le subitanee procelle, ed è tuttora scarsamente frequentata, non essendovi che il piccolo porto di Arbatax presso il C. Bellavista. La costa importuosa e le montagne impervie hanno a lungo segregato la regione: i suoi abitanti sono fra quelli che più vissero esenti da contatti e da influssi estranei. Costumi e pensieri riflettono questa condizione di cose, e vale per l'Ogliastra quanto fu detto per la Barbagia. Oggi una ferrovia complementare congiunge Arbatax con Cagliari, e si attende che venga allacciata con Nuoro; linee automobilistiche collegano i varî centri abitati; le pianure costiere sono in via di bonifica. Nel recente ordinamento amministrativo l'Ogliastra è stata attribuita alla provincia di Nuoro.
V. tavv. XIX e XX.
Bibl.: V. Angius, art. Lanusei e Ollastra, oltre agli articoli sui singoli villaggi, in Casalis, Dizionario geogr. stor. statist. comm. degli Stati del re di Sardegna, Torino 1845; A. Lamarmora, Itinéraire de l'île de Sardaigne, Torino 1860; voll. 2; P. Cugia, Nuovo itinerario dell'isola di Sardegna, Ravenna 1892, voll. 2; N. Villa Santa, Le condizioni economiche di un circondario della Sardegna (Lanusei), Torino 1914; L. V. Bertarelli, Guida del Touring Club, vol. Sardegna e Corsica, 2a ed., 1929.