NOVIOS PLAUTIOS
Incisore. Il nome, inciso nella cista Ficoroni (Novios Plautios med Romai fecid), sulla placchetta del manico del coperchio, indicherebbe un'origine campana, per quanto lo si trovi anche nell'onomastica prenestina. La cista Ficoroni, conservata a Roma nel Museo di Villa Giulia, è la più antica e la migliore di una serie che appartiene esclusivamente a Preneste (v. ficoroni, cista). L'officina di N. si trovava però a Roma, come risulta dall'iscrizione. N. P. appartiene quindi alla categoria degli artisti stabilitisi a Roma, quando la città incominciava ad essere centro di attrazione anche delle attività intellettuali ed artistiche degli Italici. Sicché anche ragioni storiche ci convalidano la datazione dell'opera alla fine del sec. IV o al principio del III a. C. Il coperchio della cista reca incisa una scena di caccia, mentre sul corpo, fra due fasce ornamentali, si svolge una scena del mito degli Argonauti. Non si conoscono le fonti greche da cui deriva la rappresentazione; comunque deve essere esclusa per ragioni cronologiche e stilistiche la dipendenza dalle pitture di eguale soggetto di Mikon e di Kydias. N. P. rivela singolare padronanza dei mezzi espressivi per la classica eleganza del disegno, la libertà e la scioltezza degli scorci, la composizione che subordina i gruppi secondari a quello principale dove si affollano le figure e il cui centro è dato dalla figura di Minerva. I gruppi sono in sé conchiusi, ma legati da rispondenze simmetriche e da richiami di linee. Allontanandosi dal centro l'affollamento diminuisce, passando dalla narrazione mitica agli episodi di genere che servono da complemento. L'incisore traduce in disegno motivi coloristici e propriamente pittorici (masse delle chiome, modellato chiaroscurale), Molto vicino allo stile di N. P. è uno specchio del museo di Bologna con gruppo di tre divinità.
Bibl.: O. Jahn, Die Ficoronische Cista, Lipsia 1854; E. Braun, Die Ficoronische Cista, Lipsia 1849; Mon. Ist., VIII, 29; E. Feihl, Die Ficoronische Cista und Polygnot, Tubinga 1913; W. Klein, Geschichte der griechischen Künstler, Lipsia 1904-07, III, p. 330; g. Matthies, Die Praenistischen Spiegel, Strasburgo 1912, pp. 48, 81, 117; E. Reisch, in Helbig, Führer3, II, Lipsia 1912-13, 387; A. Della Seta, Museo di Villa Giulia, Roma 1918, p. 481; P. Ducati, Storia dell'arte etrusca, Firenze 1927, pp. 442-44; G. Q. Giglioli, L'Arte Etrusca, Milano 1935, p. 552, tavv. CCLXXXV-VII; G. A. Mansuelli, L'incisore Novios Plautios, in St. Etr., XXI, 1950-51, p. 401 ss.