Vedi NOCERA SUPERIORE dell'anno: 1973 - 1996
NOCERA SUPERIORE (Nuceria Alfaterna)
La città antica coincide con l'attuale N., km 14 a N di Salerno, ai piedi dei Monti Lattari. Importante nodo stradale (Miller, It. R., pp. 353, 367), ad essa convergono le più importanti vie naturali della Campania, per l'Irpinia, per Nola e la Valle del Calore, per Pompei e Napoli, e infine per Marcina (Strabo, v, 4, 13) e per Salerno.
Poco sappiamo della vita più antica della città, che Filisto (Fr. Hist. Gr., fr. 41) definiva pòlis tyrrhenìas e Servio (ad Aen., vii, 738) voleva fondata dai Sarrasti; né di una confederazione nucerina, che comprendeva forse Stabia, Pompei ed Ercolano. Durante la seconda guerra sannitica, almeno dal 316, N. aderisce alla causa italica (Diod., xix, 65, 7); nel 310 è assalita dal mare, ma senza successo; la notizia della sua conquista nel 308 ad opera di Q. Fabio Rulliano, ricordata da Livio, è probabilmente falsa (Liv., ix, 38; 41); al termine della guerra N. ottiene da Roma un trattato molto favorevole, e ciò fa pensare che essa si fosse data spontaneamente ai Romani (Cic., Balb., II, 28); durante la seconda guerra punica è fedele a Roma ed è presa da Annibale per fame (Liv., xxiii, 14; xxvii, 3; Sil. It., xii, 424 s.; App., Hann., 49; Lib., 63; Val. Max., ix, 6; Dio, xv, 30); la medesima fedeltà a Roma dimostra nel 90 a. C., quando Papio Mutilo, per convincerla alla ribellione, deve devastarne il territorio (App., Bel. Civ., i, 42; Flor., ii, 6, ii). Subisce in seguito il saccheggio dalle bande di Spartaco (Flor., ii, 8, 5). Divenuta municipium dopo la guerra sociale, fu trasformata in colonia Nuceria Constantia, ed il suo territorio venne assegnato ai veterani. Nel 54 d. C. venne rinforzata con un nuovo contingente di veterani (Tac., Ann., xiii, 31). Non subì gravi danni dal terremoto del 63 d. C. (Sen., Nat. Quaest., vi, 2). Tra i culti principali si ricordano quello del fiume Sarno, e quello di Iuno (Plin., Nat. hist., xvi, 57, 132) Sarrana (?) (cfr. Sil. It., vi, 468).
La città batté moneta, probabilmente tra il 280 ed il 210 a. C. Il tipo del diritto negli stateri raffigura il fiume Sarno; il rovescio reca un Dioscuro con cavallo. I bronzi hanno sul diritto la testa di Apollo, sul rovescio il Dioscuro a cavallo o un cane da caccia.
La documentazione della vita più antica della città è offerta dalla necropoli, nelle località S. Clemente e Pareti, rispettivamente a E e a S della città; i primi corredi, del VI sec. a. C., si compongono in prevalenza di vasi di bucchero pesante; appare inoltre la ceramica a fasce di tipo ionico e qualche coppa attica a vernice nera. Come gli altri centri sannitici primarî: Noia, Caudium, Saticula, N. non risente eccessivamente del tramonto della egemonia etrusca seguito alla battaglia di Cuma. Per quel poco che risulta dalle ricerche finora limitate, essa importa vasi attici di notevole impegno; in un corredo databile al 440-20 a. C., accanto a numerosi vasi attici figurati, sono un'anfora protoitaliota del Pittore di Amykos ed uno skỳphos del tipo di S. Valentin. Alla seconda metà del IV sec. a. C. si riferiscono alcuni corredi con lèkythoi del tipo Pagenstecher e, tra l'altro, un cratere a calice di fabbrica campana. Alla fine del secolo, o agli inizî del sec. III, appartiene una singolare classe di ceramica con ornati geometrici a tempera in rosso e celeste.
Dalla necropoli di età romana, in località S. Clemente, si hanno tombe a cappuccina, o anche sarcofagi in tufo, o tombe struttive a deposizioni multiple di inumati.
La conoscenza della topografia di N. si deve all'entusiasmo di due amatori, A. e M. Fresa. Dell'impianto urbano, ortogonale, probabilmente con tre cardines e tre decumani, sono documentati sicuramente il decumanus superiore e due cardines; il nome di alcune vie e porte è attestato da fonti epigrafiche e documenti medievali.
Del muro di cinta urbano, il cui percorso probabile è stato minuziosamente ricostruito da M. e A. Fresa, un lungo tratto, ora ricoperto, venne in luce nel 1960: si vede attualmente la fodela interna di un lungo muro a nicchie curvilinee, con paramento in quasi reticolato, probabilmente ascrivibile al momento della guerra sociale: ai piedi di esso era una serie di nicchie rettilinee, ora non più visibili, decorate con pitture degli inizî del IV Stile. Addossato alle mura era un edificio recante all'interno una serie di nicchie rettilinee e curvilinee alternate; in un'esedra si rinvenne una statua di Atena. In prossimità si scorgono gli avanzi di una natatio a pianta interna esagonale, con copertura a cupola, in opera laterizia databile al II-III sec. d. C.
Intatto rimane l'anfiteatro, sepolto da un cospicuo interro e tuttavia parzialmente accessibile; le misure approssimative degli assi dell'ellisse sono di m 125 e m 102. Gli stucchi decorativi e la struttura dei paramenti in reticolato visibili, inducono a propendere per una data nell'ambito del I sec. d. C.
Di altri reperti, come ad esempio il vasto complesso esplorato dagli scavatori borbonici presso Porta Romana, non si conserva purtroppo che una sommaria descrizione. In prossimità del cardo orientale rimane ancora intatto il Battistero di S. Maria Maggiore, eretto probabilmente nel V sec. con pianta analoga a quello di S. Costanza.
La zona suburbana di N. era densa di costruzioni, parzialmente esplorate e poi distrutte durante il raddoppio della linea ferroviaria (1966-67): si segnalano una piscina di età ellenistica con grossi dolî inseriti su tre pareti e scivolo su di un lato; un muro di terrazzamento a scarpa in tufo nucerino, di età classica ed alcuni avanzi di edifici, nelle località Uscioli e S. Clemente.
Bibl.: M. Ruggiero, Degli scavi di antichità nelle Provincie di Terraferma, Napoli 1888, p. 441 ss.; J. Beloch, Campanien, Breslavia 1890, p. 239 ss.; H. Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1902, II, 2; A. Sambon, Les Monnaies Antiques de l'Italie, Parigi 1903, p. 378 ss.; Not. Sc., 1932, p. 318 ss.; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, XVII, 1936, c. 1235 ss., s. v. Nuceria, n. i; F. Castagnoli, in Rend. Linc., XI, 1956; A. Maiuri, in Rend. Accad. Napoli, XXXIII, 1958, p. 35 ss.; M. e A. Fresa, in Rend. Accad., Napoli, XXXIII, 1958, p. 177 ss.; A. Fresa, L'Anfiteatro di Nuceria Alfaterna, in L'Universo, XXXIX, 1959, p. 915 ss.; Fasti. Arch., XII, 1959, n. 5239, tav. XXXVIII, fig. 127; ibid., XIII, 1960, n. 2352, tav. XII, fig. 35.